categoria: Draghi e gnomi
Dialogo tra Unione europea, Germania e Italia: effetto Lost in translation?
La realtà è soggettiva… a volte. Le comunicazioni tra l’Italia e la UE possono avere fraintendimenti… a volte. È possibile che vi siano stati fraintendimenti tra i nostri rappresentanti e gli altri leader europei?
Gli attori europei
Parliamo prima di tutto dei principali attori europei. Personalmente mi piace pensare che, quando messi alle strette, gli uomini, come qualunque altro animale, reagiscano in modo immediato e istintivo. Di qui si può osservare la vera indole di un essere umano. Se, mi si passi l’interpretazione, le nazioni e i loro eletti rappresentanti sono un aggregato di esseri viventi, tendo a considerare le nazioni (e i loro governi) esse stesse forme di vita complesse. Forme di vita che messe alle strette, possono rivelare la loro vera indole.
Tedeschi cattivi(?)
La Merkel è irremovibile: finche ci sarà lei niente euro-bond. Sarebbe bello pensare che lei e i tedeschi, in generale, siano cattivi. Ci semplificherebbe la vita (dar la colpa a “uno” di fuori, un estraneo, è una grande liberazione sin dai tempi di Schmitt). La cosa a mio avviso è più complessa. Il Der Spiegel si è schierato a favore dell’Italia: ha pubblicato un editoriale in Italiano, intitolato “Il rifiuto tedesco degli Eurobond è non solidale, gretto e vigliacco”. Quindi la Merkel ci odia? Nahh… la ragione è, forse, più preoccupante: non hanno soldi da impegnare. In una precedente analisi (“La Germania è il malato d’Europa?”) ho spiegato come i tedeschi si sono ridotti post 2008. Lo scenario di povertà, nella mia analisi, l’ho riassunto in: scarsa domanda interna, risparmi (sotto-forma di possesso di casa) bassi, impoverimento della qualità del lavoro ( i famosi poveri lavoratori) e conseguente insofferenza dei germanici (che votano i nazionalisti dell’AFD).
A questo si aggiunge un nuovo problema per il governo tedesco: crollo dell’export (a cui sono legate a doppio filo le banche tedesche).
Fonte: Ifo
Il governo Merkel parla apertamente di nazionalizzare le sue aziende vitali, ora in crisi. Spoiler: riflessione complottista ordo-liberista. Ma… la Germania può guadagnarci dal dissesto finanziario italiano? Il precedente esiste: la Germania ha partecipato al salvataggio della Grecia. Un salvataggio lacrime e sangue che ha fruttato alla Germania (a data 2018) 2,9 miliardi di euro di interessi estratti dalla Grecia.
Olanda: tulipani, droga, commercio e fisco allegro
L’Olanda è famosa per le droghe leggere e legali, consumate nei coffee shop. Il paese dei tulipani (causa della prima bolla finanziaria della storia) è famoso anche per il suo commercio navale (in contrazione in questi mesi). Negli ultimi anni l’Olanda è divenuta famosa per il “fisco leggero”. L’Olanda adora le azienda italiane ed europee che aprono sedi finanziarie nella terra dei tulipani. Somo, già nel 2006, definiva l’Olanda come un paradiso fiscale. Somo stima che a data 2018 le aziende straniere con una “casella postale olandese (Special Purpose Entities, per gli esperti del settore)” han portato 4500 miliardi di euro.
Fonte: Somo
Spoiler: riflessione complottista gangia style
Ma agli Olandesi piace un’Italia sotto pressione? Butto lì uno scenario futuribile. L’italia s’indebita di più e aumenta le tasse sulle aziende per recuperare soldi. Dopo qualche anno le aziende italiane ancora sane, per alleggerire il loro peso fiscale, scappano e vanno in Olanda per avere un “fisco più leggero”. Conoscete qualche azienda italiana che si è spostata in Olanda?
Fonte: Somo.
Francia: un nuovo Cardinale Richelieu?
Macron ha detto, in poche parole, “cacciate i covid-miliardi o perderete il mercato unico”. Ha le elezioni quest’anno: i gilet gialli sono scesi in piazza per le tasse sulla benzina. Pensate cosa gli succederà se imporrà sofferenza alla sua popolazione. Tuttavia la posizione di Macron dice qualcosa di più. Il giovane presidente ha un “suggeritore” d’eccellenza. La testata francese Liberation suggerisce che dietro Macron vi sia un grande dell’economia europea. Jacques Attali: globalista convinto, rappresenta gli interessi della finanza sovranazionale. A mio avviso la posizione contro la Merkel è di Attali. Macron ha solo amplificato, ufficialmente, le lamentele del suo mentore. Se Attali’ ha preso una posizione cosi netta significa una cosa: la grande finanza è terrorizzata a morte che il sogno europeo possa davvero sgretolarsi.
Spoiler: riflessione complottista ultraglobalista
Se l’Unione europea crolla, viene giù anche uno dei grandi successi del globalismo occidentale: la libertà di movimento dei capitali, tema caro alla alta finanza. Conviene che succeda?
Italia: lost in translation?
Giovedi 23 aprile è stato riportato agli italiani che si è raggiunto un accordo. Temo che qualcuno abbia capito male. A sostenerlo non sono solo io ma anche Pritchard, giornalista economico del Telegraph. Il britannico spiega che “il vago accordo di giovedi notte è stato etichettato come compromesso. I veterani della UE sanno che è semplicemente un’ennesima replica della posizione tedesca. Il blocco nordico ha rigettato ogni mossa verso l’emissione di soluzioni di debito comune o trasferimenti fiscali. Gli aiuti arriveranno sotto forma di prestiti e saranno ripagati”. Noi italiani abbiamo già un po’ di debito.
Parliamo di questo “accordo” da 540 miliardi
La cifra in discussione sembra questa, ma dobbiamo sgrufolare nei dettagli per capire meglio. Le voci d’impegno economico, stante le informazioni mentre scrivo, proverrebbero da 3 fonti normativamente legate, almeno in parte, all’articolo 122 del Trattato Europeo. Qualcuno l’ha mai letto?
25 miliardi (o 200) dalla Banca Europea di Investimento (BEI)
La BEI mette 25 miliardi e farà leva finanziaria per stimolare i fondi privati a mettere il resto (il 75%). La cifra finale dovrebbe arrivare a 200 miliardi. Juncker fece una operazione simile: non fu un grande successo, come spiega questa analisi. Ricordiamo che il “piano Juncker” chiese soldi ai mercati in un momento “positivo” e non andò benissimo. Con la crisi che investirà il mondo nei prossimi mesi ogni fondo privato metterà i soldi dove ritiene di guadagnare di più. Per dirne una: il Qatar Investment Fund è a caccia di opportunità, ma non fa beneficienza.
Il SURE da 100 miliardi
I soldi del SURE andrebbero a supporto dei lavoratori. Questo fondo è legato ad entrambi i paragrafi dell’Art 122.
Soprattutto si aggancia al 1° paragrafo, quello che parla di “spirito di solidarietà”. Ovviamente è un fondo che deve essere “popolato” con i soldi di tutti gli stati europei. L’Italia è uno dei maggiori contributori. C’è da sperare che riusciremo a estrarre più soldi di quelli che metteremo.
240 miliardi dal Mes (o dal recovery fund?)
Se la BEI non è certo che arrivi a 200 miliardi, e dal SURE i soldi li prenderemo ma li metteremo anche, qui sul Mes ci possiamo “divertire”. In Italia si discute di “Recovery fund” tecnicamente parlando, rifacendomi alla analisi del britannico, si parla di Mes. L’attuale definizione utilizzata in Europa parla di condizionalità “leggere”. Un altro dato riportato in Italia è che servirà per le spese mediche e sanitarie senza condizioni, ma si potrà anche accedervi per prestiti non sanitari. Per chiarimenti su come è strutturato il MES leggete sotto: a sinistra le tipologie di investitori (pubblici e privati) a destra le nazioni che ci dovrebbero/potrebbero mettere i soldi.
Fonte Mes.
Quando parliamo di Mes dobbiamo discutere la leadership politica italiana. La mia non è una critica al governo attuale. Non è una posizione politica. Considero un dato di fatto che il governo è debole sia internamente che presso la UE. Chi potrebbe mai votare in favore del Mes? I 5 Stelle hanno una maggioranza, ma hanno perso elettori. Il Pd è in minoranza e ha una posizione europeista. Se questo governo cade tornerà il Centro Destra e la Lega si opporrà al Mes. Anche nel caso l’attuale governo accettasse un Mes leggero ci vorranno un paio di mesi per avere le garanzie per coprire i prestiti. Con queste cifre in ballo, e come maggior singolo partecipante, per la Germania le cose si complicano: la Germania non può mettere tutti questi soldi.
Ci salverà Lagarde e la Bce?
La Bce non può alzarsi la mattina e stampare direttamente soldi. È bene considerare che la Bce, di suo, non può partire a stampare soldi così, in modo indipendente. Mrs Lagarde può decidere di prendere una decisione del genere in modo unilaterale? Certamente no. Si può notare come in questi giorni si siano moltiplicati i suoi appelli ai membri della UE. Ricordiamoci che la Bce deve avere delle garanzie per emettere euro; a quali governi andrebbe a chiedere queste garanzie? Alla Germania? In merito alla capacità della Bce di comprare debito il 5 maggio la Corte costituzionale tedesca si è espressa in modo preoccupante. Ha deciso che per la Bundesbank continuerà a partecipare al programma “speciale” dell’emergenza Covid19 (totale 750 miliardi di euro); questo è bene. Tuttavia ha dichiarato che la Bce è andata “oltre il suo mandato”. Stante le informazioni attuali (5 maggio fonte Reuters), futuri progetti di partecipazione della Bundesbank con la Bce saranno accettabili solo se si dimostrerà la loro validità. Il che lascia ben presagire cosa questo implica per futuri “salvataggi” della Bce nei confronti dei singoli stati che emetteranno debito (leggasi tra l’altro l’Italia).
Il debito futuro?
Posto che ogni nazione europea possa emettere debito per finanziare il suo salvataggio in modo indipendente si stima la Francia raggiungerà un debito tra il 135% e il 142% del Pil, l’Italia a 183% e il Portogallo a 158%. Ora facciamo un passo nel futuro, diciamo 4-5 anni. Il Covid19, dal punto di vista sanitario, sarà risolto. Ma resterà la scia di devastazione nel sistema economico e finanziario mondiale. A quel punto, quando l’Europa a spinta tedesca verrà a chiedere maggior ordine e rigore nei conti, cosa succederà all’Italia?
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