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Sindacato ed efficienza non vanno d’accordo ma la contrattazione decentrata può aiutare
L’autore di questo post, della serie a cura di Neos Magazine, è Alessio Mitra, Master student in Applied Economics alla University of Bath (UK); ha studiato Economia e Commercio (BSc) all’Università di Torino ed ha approfondito gli studi economici presso University of Geneva e University of Copenhagen; collabora con IPR (Institute for Policy Research of the University of Bath) –
Politica valutata: Contrattazione decentrata tra imprese e rappresentanti sindacali.
Obiettivo: Introduzione di maggiore flessibilità e specificità contrattuale nelle diverse realtà aziendali.
Effetto: Riduzione dei livelli di inefficienza aziendale del 16-18%.
Nel vasto dibattito riguardante il mercato del lavoro italiano, elemento di non trascurabile importanza è il basso livello medio di efficienza e produttività delle imprese italiane. Tale elemento risulta particolarmente penalizzante sia per l’economia italiana sia per i salari medi dei lavoratori.
Economisti, analisti politici e gran parte della comunità imprenditoriale, includono i sindacati tra gli elementi che possono causare una riduzione dell’efficienza aziendale. Argomento comunemente usato a favore di tale tesi è quello per il quale i sindacati tutelano i loro iscritti, anziché i posti di lavoro, opponendosi a manovre di flessibilizzazione e controllo che gioverebbero all’azienda e quindi alle prospettive occupazionali del territorio. Le organizzazioni sindacali sono infatti enti elettivi, i rappresentanti sindacali sono eletti mediante processi democratici. Per tale ragione, la tentazione di difendere gli iscritti (votanti), anche in contesti sfavorevoli all’azienda (e agli altri lavoratori), può essere forte.
D’altra parte, risulta però importante ricordare il ruolo fondamentale che tali organi svolgono nel mercato del lavoro; difendendo i diritti dei lavoratori e promuovendo cooperazione e comunicazione tra i vari rami aziendali e proprietari.
Al fine di comprendere come l’operato sindacale influenzi la produttività ed efficienza delle aziende italiane bisogna affidarsi a metodologie di analisi matematico-statistiche rigorose. Il rischio è altrimenti quello di interpretare erroneamente i dati, o lasciarsi influenzare da preconcetti ed opinioni personali.
Questo è proprio ciò che Francesco Devicienti, Alessandro Manello e Davide Vannoni, professori all’Università di Torino e Collegio Carlo Alberto, fanno nel loro paper “Technical efficiency, unions and decentralized labor contracts”, pubblicato per l’European Journal of Operational Research.
In Italia i sindacati definiscono le linee contrattuali mediante il contratto collettivo nazionale del lavoro e la supplementare contrattazione decentrata, o accordo decentrato integrativo. Il contratto collettivo nazionale del lavoro è stipulato a livello nazionale, mentre l’accordo decentrato integrativo può avvenire su base territoriale o, molto più frequentemente, aziendale.
I tre professori dell’Università di Torino analizzano l’impatto della contrattazione decentrata sul livello di efficienza delle imprese. A tale fine, utilizzano dati di industrie italiane nel settore manifatturiero, durante gli anni 2010-2012.
Utilizzando Data Envelopment Analysis ed un modello di regressione troncato, Devicienti, Manello e Vannoni dimostrano che la presenza di unioni sindacali riduce l’efficienza delle imprese italiane del 14%. L’adozione di contrattazione decentrata da parte delle imprese e sindacati comporterebbe invece un aumento medio del 16-18% in efficienza.
In altre parole, l’utilizzo di una contrattazione decentrata, più vicina ai lavoratori ed ai bisogni specifici delle imprese, sembrerebbe controbilanciare con successo gli effetti negativi di inefficienza generati dagli organismi sindacali.
L’effetto positivo della contrattazione decentrata sull’efficienza aziendale risulta inoltre di incredibile rilevanza per il dibattito pubblico italiano.
Alla luce di tali risultati, è ragionevole argomentare come politiche in grado di promuovere contrattazioni sindacali decentrate siano auspicabili. Tale elemento, infatti, potrebbe risultare cruciale per il rilancio della stagnante produttività italiana, oltre che rappresentare un inizio di rinascita rispetto alla carenza di fiducia della quale gli organismi sindacali oggigiorno soffrono.
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