categoria: Tasche vostre
Esplosione alla stazione gas di Baumgarten, la verità su prezzi e sicurezza in Italia
L’autrice di questo post è Alessandra Motz, ricercatrice presso l’Università della Svizzera italiana, Lugano –
Nella mattina del 12 dicembre la società TAG GmbH ha annunciato di aver registrato un’esplosione nella propria stazione gas di Baumgarten, vicino al confine con la Repubblica Slovacca. Baumgarten è un importante snodo della rete austriaca ed europea del gas naturale: in questa località arriva infatti il più grosso gasdotto di trasporto del gas russo verso l’Europa occidentale. Da Baumgarten la rete gas si dirama verso l’Italia, più precisamente verso Tarvisio e Gorizia, ma anche verso la Slovenia, l’Ungheria e la Germania. L’incidente ha indotto il gestore della rete austriaca a sospendere i transiti di gas attraverso Baumgarten e verso l’estero per l’intera giornata. Il gas ha ripreso a scorrere soltanto nella tarda serata.
Fonte: elaborazioni su dati Snam Rete Gas
Qual è il contributo delle infrastrutture interessate dall’incidente?
Negli anni 2010-2017 il gasdotto TAG, che entra nella rete italiana a Tarvisio, il punto di entrata più grosso della rete italiana, e a Gorizia, meno rilevante in termini di volumi, ha contribuito complessivamente per il 30% – 50% del totale delle nostre importazioni di gas. Tenendo conto anche della piccola, ma non trascurabile produzione nazionale italiana, il contributo delle importazioni attraverso Tarvisio e Gorizia scende al 25% – 45%. La variazione nel tempo è dovuta principalmente all’altalenante convenienza economica delle forniture dalla Russia rispetto alle alternative disponibili.
Fonte: elaborazioni su dati Snam Rete Gas, dati fino al 30 novembre 2017
Il rischio di un’interruzione per i consumatori italiani è reale?
Da un punto di vista fisico il sistema italiano del gas naturale è in realtà piuttosto solido e in grado di resistere a uno shock dal lato dell’offerta anche più prolungato di quello, fortunatamente breve, registrato nella giornata di martedì.
La capacità delle infrastrutture di importazione verso l’Italia ammonta nel complesso a circa 130 miliardi di metri cubi all’anno, a fronte di una domanda di gas intorno ai 70-80 miliardi di metri cubi: i consumi sono in leggera discesa rispetto al picco di circa 85 miliardi di metri cubi raggiunto in epoca pre-crisi, tra 2005 e 2008. Il margine di riserva è ovviamente molto importante sia per garantire la sicurezza del sistema nell’ipotesi di temporanee interruzioni lungo una linea di approvvigionamento, sia per assicurare, in interazione con il sistema degli stoccaggi, la copertura del picco invernale dei consumi.
I due punti di importazione interessati dall’incidente di Baumgarten rappresentano in totale poco meno del 30% della capacità di importazione verso l’Italia. Sono rimaste in funzione le interconnessioni con le produzioni del Nord Africa, collegate alla penisola nei punti di entrata di Gela e Mazara del Vallo, le interconnessioni con i mercati dell’Europa continentale attraverso il punto di entrata di Passo Gries, ed infine le possibilità di acquisto di gas naturale liquefatto (GNL), con approdo possibile presso i terminali di rigassificazione di Livorno, Cavarzere e Panigaglia.
Fonte: elaborazioni su dati ENTSO-G, aggiornamento 12/12/2017
Il sistema degli stoccaggi, che ha visto un importante aumento della capacità disponibile negli ultimi anni, è in grado di contribuire al superamento di un’eventuale emergenza aumentando tempestivamente le erogazioni. Grazie anche alle temperature miti dell’autunno 2017, poche ore prima dell’incidente gli stoccaggi italiani risultavano pieni all’83% circa. Al netto delle riserve strategiche, la giacenza complessiva si aggirava intorno ai 10 miliardi di metri cubi, corrispondenti a più di due mesi di ipotetico apporto dei punti di entrata di Tarvisio e Gorizia se usati al massimo della capacità. La capacità di erogazione di gas dagli stoccaggi era pari a più di 250 milioni di metri cubi al giorno, sufficienti a coprire più della metà dei consumi tipici di un giorno d’inverno.
I miglioramenti nelle infrastrutture e nella regolazione del trasporto internazionale del gas ottenuti a livello comunitario negli ultimi anni garantiscono inoltre per la maggior parte dei paesi europei una maggiore facilità di acquisto di gas su base spot sui mercati continentali riforniti da fonti diverse.
Il gasdotto TAP può risolvere un’emergenza di questo tipo?
L’incidente di Baumgarten torna a portare i riflettori sul nuovo gasdotto TAP, che dovrebbe contribuire a diversificare le fonti disponibili per l’Italia e l’Europa portando gas dai giacimenti azeri del Mar Caspio attraverso il cosiddetto “Corridoio Sud”. Il TAP è stato incluso nella lista dei “Progetti di Interesse Comune” dell’Unione Europea per il suo contributo alla sicurezza e diversificazione delle forniture europee.
La nuova infrastruttura sarebbe davvero decisiva per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti in Italia? Certamente aumentare il numero dei paesi fornitori e delle rotte di trasporto migliora il livello di sicurezza. D’altro canto, però, il nuovo gasdotto dovrebbe avere una capacità complessiva di 10 miliardi di metri cubi all’anno, con un possibile aumento a 20 miliardi di metri cubi a fronte di ulteriori investimenti. L’apporto potenziale del TAP, stando al progetto attuale, sarebbe quindi pari a circa un quarto di quello offerto dalla linea in arrivo da Baumgarten, e comunque molto minore delle connessioni già oggi esistenti con il Nord Africa e l’Europa continentale.
Quanto e cosa siamo disposti a pagare per la sicurezza delle forniture?
La questione della sicurezza degli approvvigionamenti è strettamente legata alla disponibilità a pagare da parte dei consumatori, più o meno consapevoli finanziatori delle infrastrutture energetiche.
Uno shock di offerta come quello registrato a Baumgarten è in grado di far salire molto rapidamente i prezzi del gas sui mercati a pronti e a termine: i prezzi spot del gas sul mercato italiano PSV sono più che raddoppiati nelle ore successive all’incidente, salvo poi ridiscendere verso la media del periodo nella mattina di oggi. Grazie alle migliori interconnessioni tra i paesi dell’Europa occidentale e alla maggiore liquidità dei mercati del gas, conquistate in anni recenti anche grazie a importanti investimenti, uno shock localizzato può essere generalmente risolto o alleviato mediante afflussi dalle regioni limitrofe, seppure a un prezzo più alto.
Le infrastrutture energetiche hanno tipicamente tempi di realizzazione molto lunghi, che rendono particolarmente importante un’attenta e organica pianificazione per il lungo periodo. D’altro canto, l’Italia si trova al momento in una posizione di surplus di offerta, e molte delle infrastrutture esistenti godono di una garanzia di parte dei ricavi finanziata tramite apposite componenti nella bolletta gas dei consumatori finali.
Il nuovo gasdotto sarà realizzato in regime commerciale e quindi non potrà beneficiare, salvo ripensamenti, della citata garanzia dei ricavi in caso di un utilizzo inferiore alle previsioni. Una valutazione della necessità di nuove infrastrutture dovrebbe comunque tenere conto non soltanto dei vantaggi della diversificazione, ma anche della convenienza economica di pagare occasionalmente un prezzo più alto a fronte di un risparmio sul fronte dei costi fissi legati alla necessità di finanziare le infrastrutture.