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Pacchetto Omnibus: così l’Europa semplifica il reporting ESG


Post di Luminita Naca, founding partner di Mint Solutions –
Con la presentazione del pacchetto Omnibus Simplification nel febbraio 2025, la Commissione Europea ha lanciato un segnale chiaro: rendere più proporzionato e sostenibile – in senso operativo – il sistema di rendicontazione ESG (Environmental, Social and Corporate Governance), soprattutto per le imprese non finanziarie. In un contesto di crescente complessità normativa e tensioni tra ambizione climatica e capacità attuativa, il nuovo pacchetto punta a semplificare la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e il Regolamento sulla Tassonomia UE, due dei pilastri della strategia europea per la finanza sostenibile.
Al cuore delle proposte si colloca un ripensamento profondo del concetto di materialità: chi deve rendicontare, cosa deve essere incluso e fino a che punto. Con l’obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi senza compromettere la trasparenza, la Commissione ha proposto un aumento delle soglie dimensionali per le imprese soggette alla CSRD. Se approvata, la direttiva riguarderebbe solo le aziende con oltre 1.000 dipendenti e almeno 50 milioni di euro di fatturato netto – una scelta che, secondo le stime ufficiali, escluderebbe circa l’80% delle imprese inizialmente incluse.
Parallelamente, si interviene anche sul piano temporale: le scadenze per la prima applicazione della CSRD saranno posticipate di due anni per le aziende che ancora non hanno iniziato a rendicontare. Questo darà tempo alle imprese di adeguarsi senza incorrere in investimenti prematuri che potrebbero rivelarsi superflui in seguito all’entrata in vigore delle nuove soglie.
Anche gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) verranno rivisti per migliorare la coerenza e ridurre il numero di indicatori richiesti. L’intento dichiarato è quello di garantire che solo le informazioni realmente rilevanti – ovvero “materiali” – debbano essere riportate. Questa riforma va letta non solo come un’esigenza di semplificazione, ma come un tentativo di restituire significato al principio della doppia materialità, evitando un reporting eccessivamente quantitativo e poco utile agli stakeholder.
Per le imprese non finanziarie, la semplificazione tocca anche la Tassonomia UE, il sistema di classificazione che definisce quali attività economiche possono essere considerate sostenibili. La proposta prevede che l’obbligo di rendicontare secondo la Tassonomia resti in vigore solo per le grandi imprese, lasciando a tutte le altre la possibilità di aderirvi su base volontaria. In questo quadro, l’introduzione di una soglia di materialità finanziaria del 10% rappresenta un elemento chiave: le aziende potranno escludere dal reporting le attività che rappresentano meno del 10% del loro fatturato, investimenti (CapEx) o spese operative (OpEx).
Non meno rilevante è la previsione, riservata alle imprese non finanziarie, che consente di omettere la rendicontazione dell’OpEx per un’attività qualora questa rappresenti meno del 25% del fatturato aziendale. Una misura particolarmente utile per le aziende con portafogli di attività eterogenei, spesso costrette a tracciare anche voci marginali e di difficile attribuzione.
L’approccio è quindi orientato alla proporzionalità, ma anche alla transizione graduale. Il pacchetto introduce infatti la possibilità di segnalare l’allineamento parziale di un’attività con i criteri della Tassonomia, superando la logica binaria “in o out” attualmente in vigore. Un riconoscimento esplicito del fatto che la sostenibilità è un processo, e non una fotografia statica.

Foto REUTERS/Jana Rodenbusch
In sintesi, la proposta Omnibus intende alleggerire il carico burocratico sulle aziende, ma senza rinunciare a una rendicontazione di qualità. Lo fa agendo su più livelli: ridefinisce il perimetro delle imprese obbligate, riscrive le regole della materialità, semplifica gli standard e introduce soglie quantitative che offrono concretezza a un principio spesso interpretato in modo arbitrario. Per le imprese non finanziarie, soprattutto quelle di medie dimensioni, questo rappresenta un’opportunità per concentrarsi sulle informazioni davvero significative, investendo in processi sostenibili con maggiore coerenza e meno dispersione.
La sostenibilità resta al centro della strategia europea, ma con strumenti più agili, proporzionati e adatti a un tessuto economico complesso e diversificato. L’approvazione finale del pacchetto da parte del Parlamento e del Consiglio determinerà ora la direzione definitiva di questo nuovo corso regolatorio.
Fonti
- 1. Commissione Europea – Proposal for a Directive amending the CSRD and other legislative acts as part of the Omnibus I Package, pubblicata il 26 febbraio 2025.
- 2. Commissione Europea – Q&A on the Omnibus Proposal for Simplification and Competitiveness, comunicato stampa, febbraio 2025.
- 3. EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) – Draft Voluntary ESRS for SMEs (VSME) and accompanying guidance.
- 4. Platform on Sustainable Finance (PSF) – Response to the European Commission’s consultation on amendments to the Taxonomy Delegated Acts, marzo 2025.
- 5. Regolamento Delegato (UE) 2021/2139 – Atto delegato sulla Tassonomia UE per la mitigazione e l’adattamento climatico, e successive proposte di modifica.