Boom rinnovabili, ma il costo dell’energia sale: cosa non torna?

scritto da il 14 Marzo 2025

Post di Simone Borsetti, Research Associate del team fondi di MainStreet Partners

In Italia, i prezzi dell’energia sono i più alti tra quelli registrati nelle principali economie europee. Secondo Ember, nel 2024 i prezzi dell’elettricità all’ingrosso in Italia si aggiravano in media intorno ai 100 euro per megawattora rispetto ai 69 euro della Germania e ai 50 euro della Spagna.

L’inizio dell’anno non ha segnato un’inversione di tendenza; anzi, i prezzi sono rimasti in crescita. Il prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia è il Prezzo Unico Nazionale, che a febbraio 2025 ha registrato un aumento del 58% rispetto a un anno fa, raggiungendo a fine febbraio 0,135 €/kWh. Nello stesso periodo, i prezzi erano pari a 0,129 €/kWh in Germania, 0,122 €/kWh nel Regno Unito, 0,113 €/kWh in Francia e 0,111 €/kWh in Spagna.

Come sono calcolati i prezzi energetici in Italia?

Il Prezzo Unico Nazionale (PUN) per l’elettricità è calcolato secondo il principio del prezzo marginale, basato sul costo dell’ultima unità di energia richiesta per far fronte alla domanda, cioè sull’unità di produzione più costosa tra quelle attive in un determinato momento.

Il sistema di prezzo marginale in Italia favorisce le rinnovabili?

L’introduzione del sistema di prezzo marginale ha indirettamente favorito le rinnovabili. Questo perché, sebbene gli impianti di energia rinnovabile richiedano grandi investimenti iniziali, i loro costi operativi sono molto bassi. I produttori di energia rinnovabile possono così vendere l’elettricità, generata a costo quasi nullo, al prezzo di mercato fissato invece dalla fonte energetica più dispendiosa, solitamente il gas naturale.

Anche il prezzo del gas è in forte crescita: rispetto a gennaio 2023 è aumentato del 65%, e le previsioni indicano un ulteriore rialzo del 28%.

Quanta dell’elettricità prodotta in Italia viene da fonti rinnovabili?

Secondo il rapporto di Terna, nel 2024 le fonti rinnovabili hanno raggiunto la quota più alta mai registrata, con il 41,2% (rispetto al 37,1% nel 2023) dell’energia totale erogata. Nonostante una quota record di energia rinnovabile, i prezzi dell’elettricità in Italia non solo non scendono, ma continuano a salire. Dal 2019 al 2023 le bollette dell’elettricità sono aumentate del 108% e quelle del gas del 72%, secondo l’ufficio studi Cgia di Mestre. Per il 2025 si prevedono ulteriori incrementi del 30%.

Come riuscire ad abbassare il costo dell’energia in Italia?

Perché le rinnovabili abbiano un impatto concreto positivo sulle bollette, la soluzione più efficace sarebbe una riforma del sistema attuale, scollegando il prezzo dell’elettricità dall’andamento del gas. Si potrebbero introdurre dei Contratti per Differenza per l’energia rinnovabile o creare segnali di prezzo distinti, per garantire che l’elettricità sia prezzata secondo i veri costi di produzione.

Il governo potrebbe introdurre misure di sostegno ai consumatori, calibrandole attentamente per non disincentivare gli investimenti nelle rinnovabili.

Rinnovabili

Quali soluzioni perché le rinnovabili abbiano un impatto positivo reale sulle bollette degli italiani?(Designed by Freepik)

Mentre sostenere la produzione di energia locale e distribuita potrebbe ridurre la dipendenza da impianti energetici di grandi dimensioni che impiegano combustibili fossili e limitare i costi di trasmissione e distribuzione.

Idea rivoluzionaria: scambio di energia peer-to-peer tramite blockchain

Tuttavia, forse le soluzioni più interessanti sono da ricercare nella tecnologia. L’introduzione di un prezzo dinamico dell’energia consentirebbe alle famiglie di adattare i consumi, concentrandoli nei momenti di massima produzione da fonti rinnovabili. Adottata su larga scala, questa opzione riuscirebbe nel lungo termine a ridurre in modo significativo i costi energetici, ottimizzando la domanda.

Un’idea ancora più rivoluzionaria sarebbe lo scambio di energia peer-to-peer tramite blockchain, che consentirebbe a famiglie, imprese e comunità locali di condividere direttamente il surplus energetico rinnovabile, senza intermediari. Questo approccio democratizzerebbe i mercati energetici e potrebbe essere particolarmente vantaggioso per le aree rurali o poco servite.

Affinché la crescita delle rinnovabili si traduca in un calo delle bollette, è necessaria una riforma strutturale del mercato energetico. L’Italia ha l’opportunità di diventare un pioniere nella transizione energetica, ma per farlo deve adottare soluzioni innovative e tecnologiche che mettano i consumatori al centro del sistema.