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Chi decide cosa è arte? Birkenstock e il precedente Moon Boot


Post di Margherita Cera, avvocato dello studio multidisciplinare internazionale Rödl & Partner –
Dopo che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha negato a Birkenstock (a differenza della suola rossa di Louboutin) di riconoscere nella celebre suola dei sandali un marchio di forma – ovvero un marchio che ha ad oggetto la forma del prodotto, compresa la sua confezione o una parte di essa – anche la recente sentenza delle Corte Federale tedesca ha stabilito che i sandali Birkenstock nei modelli “Madrid”, “Arizona”, “Boston” e “Giza” non possono essere tutelati ai sensi della legge sul diritto d’autore.
La ragione? Sono carenti del requisito richiesto. Poiché le opere di design industriale possono accedere a questa tutela svincolata da requisiti tecnici o vincoli che impongano quella forma, con il risultato finale che le copie che imitano i celebri sandali possono essere messe in commercio.
L’azienda tedesca ha però annunciato di voler intraprendere ulteriori cause giudiziarie per invocare la tutela autorale delle opere di fashion design anche in altri Paesi, tra cui Italia, Francia e Olanda.
Quando il design industriale diventa opera d’arte
In Italia, la legge sul diritto d’autore prescrive quale requisito per accedere alla protezione, oltre al carattere creativo, anche il valore artistico, sul presupposto che la tutela autorale debba essere riservata a un numero più ristretto di opere, a differenza della tutela offerta dalle norme sui disegni e modelli, che sono lo strumento ad hoc per la protezione delle creazioni del design.
La giurisprudenza italiana ha individuato nel tempo parametri obiettivi per riconoscere la tutela autorale alle opere di industrial design. In particolare, un’opera soddisfa il requisito del valore artistico quando gli ambienti culturali e istituzionali la riconoscono come tale, ad esempio esponendola in mostre o musei, pubblicandola su riviste specializzate o assegnandole premi, ecc.

I graffiti sono arte o no? E le Birkenstock? (Immagine generata da AI)
Alla luce di tutto questo, non è, dunque, improbabile che i giudici italiani possano riconoscere la tutela autorale a una delle calzature più cult degli ultimi dieci anni, conosciute e apprezzate dal pubblico per il loro design distintivo, la comodità e la durabilità, e divenute un vero e proprio simbolo di stile, praticità e anche di una certa filosofia di vita, espressione di uno stile casual chic.
Birkenstock, l’Italia e il precedente dei Moon Boot
In Italia, peraltro, vi è già stata una pronuncia che ha riconosciuto la tutela autorale a una calzatura celebre. Nel 2021, infatti, il Tribunale di Milano ha accertato il valore artistico dei Moon Boot, esposti al Museé du Louvre e considerati un modello iconico della moda del ‘900, oltreché entrati ufficialmente a far parte della galleria permanente del Museum of Modern Art di New York.
Per quanto la valutazione del valore artistico vada compiuta con riferimento al momento della creazione, la tutela autorale di un’opera di industrial design può essere costruita nel corso degli anni, anche in base a una precisa strategia aziendale che punti alla promozione di un particolare modello iconico presso gli ambienti culturali e istituzionali. E forse i sandali Birkenstock potrebbero effettivamente ambire alla tutela del diritto d’autore quale espressione della moda contemporanea.