Dopo l’Omnibus Ue che cosa resta della finanza sostenibile?

scritto da il 06 Marzo 2025

Post di Silvia Merler, responsabile dell’ESG & Policy Research di Algebris Investments

La Commissione europea ha pubblicato la settimana scorsa il tanto atteso pacchetto Omnibus, un Ddl che introduce importanti cambiamenti nella normativa Ue sulla sostenibilità. L’obiettivo dichiarato è di ridurre i costi amministrativi, pur “preservando gli obiettivi del Green Deal” e “mantenendo l’accesso delle imprese alla finanza sostenibile”. È un compromesso delicato, che per ora sembra sbilanciato verso la deregolamentazione.

Due implicazioni molto importanti per la finanza sostenibile

In primo luogo, le modifiche ridurranno di molto la disponibilità di dati comparabili sulla sostenibilità aziendale. L’Omnibus infatti limita il perimetro di applicazione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) al solo 20% delle delle aziende precedentemente soggette agli obblighi di rendicontazione, e limita di molto la visibilità sulla catena del valore delle grandi imprese tramite un indebolimento della Corporate Sustainability Due Diligence Directove (CSDDD). Inoltre, la proposta di legge cambia significativamente la reportistica di allineamento alla Tassonomia delle attività sostenibili – che rimarrebbe obbligatoria solo per aziende con più di 1000 dipendenti e un fatturato netto superiore ai 450 milioni di euro.

Problema: una minore disponibilità di dati

Poiché meno aziende riporteranno l’allineamento delle loro attività alla Tassonomia, anche l’allineamento ex post dei prodotti finanziari – che gli operatori sono attualmente obbligati a riportare nell’ambito della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR) – diminuirà. Questo effetto sarà in molti casi “artificiale” – dovuto cioè alla minore disponibilità di dati piuttosto che a cambiamenti sostanziali nel portafoglio sottostante – ma renderebbe complesso interpretare questi dati per i consumatori finali dei prodotti finanziari.

Una nicchia di mercato da minuscola ad ancora più piccola

In secondo luogo, gli operatori finanziari saranno ancora più riluttanti di quanto già non siano ad impegnarsi ex ante per investire in attività allineate alla Tassonomia – perché avranno a disposizione meno dati per dimostrare a posteriori di aver effettivamente rispettato questi impegni. Con la riduzione degli obblighi di rendicontazione, è probabile che diminuisca anche l’emissione di strumenti finanziari legati alla Tassonomia (come i nuovi EU Green Bonds, che richiedono di vincolare almeno l’85% dei fondi raccolti al finanziamento di attività aziendali in linea con la Tassonomia) rendendo ancora più piccola quella che è già un minuscola nicchia di mercato.

finanza sostenibile

L’atteso pacchetto Omnibus è un Ddl che introduce importanti cambiamenti nella normativa Ue sulla sostenibilità (Designed by Freepik)

Guardando alla seconda metà dell’anno, i cambiamenti introdotti dall’Omnibus rendono cruciale la revisione della SFDR in programma per fine 2025. In una recente consultazione condotta dalla Commissione europea, l’82% dei partecipanti ha chiesto maggiore chiarezza sul concetto nebuloso di “investimento sostenibile” che è centrale a questo Regolamento e al mercato Ue della finanza sostenibile. In un contesto in cui  le regole di rendicontazione sulla sostenibilità aziendale ridotta saranno meno stringenti, questo diventa per gli investitori ancora più importante.