Auto elettrica, l’Ue ha aggiustato il tiro. Ma adesso più confronto

scritto da il 06 Marzo 2025

Post di Eugenio Sapora, General Manager di Electra Italia

Il settore dell’automotive europeo si trova fermo a un incrocio piuttosto trafficato. Nel 2024, il mercato automobilistico europeo ha mostrato segnali di ripresa con 10,6 milioni di nuove immatricolazioni (+0,8%)[1]. Parallelamente, il settore delle auto elettriche ha registrato progressi significativi: le full electric (BEV) hanno raggiunto una quota di mercato del 13,6%, superando il diesel (11,9%), mentre le ibride (HEV) si sono consolidate al 30,9%. A gennaio 2025[2], tuttavia, le immatricolazioni complessive nell’UE hanno segnato un calo del -2,6%. Nonostante ciò, le auto elettriche si confermano in crescita, raggiungendo il 15% delle vendite complessive rispetto al 10,9% dello stesso periodo del 2024, evidenziando il loro ruolo crescente, ma ancora limitato, nel parco circolante europeo.

Il settore ha dunque bisogno di una scossa perché la transizione possa proseguire la corsa verso una mobilità elettrica sostenibile: il piano d’azione per l’automotive presentato il 5 marzo dalla Commissione Europea risponde a questa urgenza, stanziando 3 miliardi di euro di risorse per il comparto e venendo incontro alle richieste di flessibilità sulle emissioni di CO2, ma senza mettere in discussione il divieto di vendita di veicoli a diesel e benzina dal 2035.

La sfida di Ursula von der Leyen sul Green Deal

L’implementazione del Green Deal europeo ha ricevuto numerose pressioni: se gli USA annunciano la cancellazione degli incentivi voluti da Biden per le auto elettriche, anche in Europa alcuni esponenti politici hanno chiesto, a più riprese, di rinegoziare gli obiettivi e le scadenze.

Considerando anche gli sforzi e gli investimenti già messi in campo dall’industria automobilistica europea per riconvertire la produzione, Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha scelto di non arretrare e ha confermato lo stop ai motori termici al 2035. Ciò di cui l’industria ha bisogno è, infatti, chiarezza e stabilità per poter pianificare investimenti e produzioni: continui cambi di rotta rischierebbero di aggravare la situazione.

Certo, il congelamento delle multe per i produttori di automobili che non vendono sufficienti quantitativi di auto a basse o zero emissioni rallenta il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, ma è una forma di flessibilità realistica, in un momento in cui la domanda di auto elettriche non è ancora decollata e in cui i car maker sono alle prese con una complessa riconversione industriale.

Incentivi europei e leasing sociale

Per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica e i veicoli a zero emissioni, è urgente affrontare due ostacoli: l’elevato costo dei veicoli e la carenza di infrastrutture di ricarica efficienti e capillari.

Sul costo dei veicoli, Bruxelles presenterà nei prossimi mesi le opzioni per supportare gli Stati membri nell’introduzione di incentivi nazionali, valutando anche la possibilità di creare “incentivi a livello europeo“. Un approccio che mira a superare la logica di frammentazione degli incentivi nazionali che è stata, fino ad ora, un grande problema alla diffusione delle auto elettriche. Tra le misure, previsto anche il “leasing sociale”, che renderà il noleggio di auto elettriche più accessibile per le famiglie a basso reddito, utilizzando le risorse del futuro Fondo sociale per il clima che metterà a disposizione 86,7 miliardi di euro. Inoltre, si punta a elettrificare le flotte aziendali, pari oggi al 60% del parco auto dell’UE, accelerando l’adozione su larga scala.

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Tuttavia, il potenziamento della rete di ricarica resta una priorità urgente. Serve Investire in stazioni ad alta e altissima potenza, per avvicinare l’esperienza di rifornimento elettrico a quella attuale dei carburanti tradizionali. È positivo che il piano europeo preveda un forte focus sulle infrastrutture: Bruxelles ha annunciato che renderà disponibili, nel 2025 e 2026, fino a 570 milioni di euro attraverso lo strumento per i carburanti alternativi, destinati all’installazione di colonnine di ricarica.

Infrastrutture: serve un confronto con gli operatori

L’Italia ha già dimostrato come gli incentivi possano essere utilizzati in modo efficace con il recente bando del PNRR, che ha stanziato fondi per le infrastrutture di ricarica. Tuttavia, nonostante questi risultati, il caso italiano evidenzia anche le difficoltà di utilizzo delle risorse: circa 600 milioni di euro destinati alla mobilità elettrica sono rimasti inutilizzati a causa di rigidità burocratiche, tempi incompatibili e ostacoli operativi che coinvolgono diversi attori (operatori della ricarica, istituzioni locali, proprietari di terreni, utilities e fornitori della rete elettrica).

Proprio per evitare simili problematiche, è fondamentale che l’UE apra un dialogo con gli operatori del settore per definire criteri chiari e tempistiche realistiche, garantendo un’efficace pianificazione e l’utilizzo dei fondi. La collaborazione tra UE, governi nazionali e attori privati è essenziale per superare le rigidità e accelerare l’implementazione delle infrastrutture necessarie.

Approccio flessibile in base al potenziale dei diversi territori 

Inoltre, è indispensabile adottare un approccio flessibile nella definizione dei requisiti, adattandoli al potenziale dei diversi territori, ad esempio prevedendo per le aree meno attrattive maggiori incentivi o requisiti minimi più bassi: in tal modo si risponderebbe meglio alle esigenze locali, garantendo uno sviluppo equilibrato e uniforme.

La Commissione Europea sembra quindi puntare con decisione verso un futuro elettrico, con benefici per economia, ambiente e società, grazie alle opportunità di crescita e nuovi posti di lavoro. Quello che non deve mancare  è la collaborazione tra istituzioni, aziende e media per superare le resistenze, rendere la mobilità sostenibile accessibile a tutti e garantire che gli investimenti abbiano il massimo impatto, imparando dagli errori del passato.

NOTE

[1] Le immatricolazioni europee di nuove auto, gennaio 2025 (dati Acea) 

[2]  Il mercato europeo della nuove auto nel 2024 (dati Acea)