categoria: Distruzione creativa
DeepSeek: qual è il prezzo dell’AI efficiente e democratica?
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Post di Sam Curry, Global VP & CISO in Residence di Zscaler –
Il mondo dell’IT sta vivendo un periodo di frenetica innovazione nell’ambito dell’intelligenza artificiale, e l’arrivo di DeepSeek, un chatbot open source alimentato dall’intelligenza artificiale che sfida l’architettura di OpenAI, ha dato il via a una nuova fase di questa intensa attività. Contemporaneamente all’arrivo di ogni nuova innovazione che riguarda l‘intelligenza artificiale, dobbiamo ragionare sul suo potenziale impatto sulla privacy dei dati, esaminare più da vicino il potenziale di questo nuovo strumento di AI e le relative considerazioni sulla protezione dei dati.
L’intelligenza artificiale si basa fondamentalmente sulla gestione e sull’arricchimento dei dati, poiché senza dati (per ora) non c’è intelligenza artificiale. I context engine di strumenti come ChatGPT e ora DeepSeek si basano sui dati come contesto per le loro elaborazioni e per i risultati. Ciò solleva la questione di chi controlla questi dati e chi vi ha accesso. Quali dati entrano negli strumenti di intelligenza artificiale e quali problemi/errori possono essere presenti?
La democratizzazione dell’AI è davvero arrivata con DeepSeek?
DeepSeek sostiene di essere in grado non solo di elaborare in modo efficiente enormi quantità di dati, ma anche sconvolgere i mercati azionari grazie al costo sostanzialmente inferiore rispetto ai rivali. Per molti anni, le aziende statunitensi hanno dominato lo spazio dell’innovazione digitale e, fino ad oggi, nei primi due anni di corsa all’AI, molte delle aziende che operano in questo mercato, come OpenAI, sono anch’esse americane. Non c’è da stupirsi, quindi, che proprio le aziende americane native digitali considerino il nuovo arrivato cinese come una minaccia significativa che potrebbe mettere a repentaglio le proprie quote di mercato relative all’intelligenza artificiale, in modo molto simile a quanto è avvenuto in precedenza, per esempio, con il cloud.
Si prevede che l’ingresso di DeepSeek avrà un effetto di democratizzazione dell’intelligenza artificiale e dimostrerà che l‘esclusivo gruppo di aziende della Silicon Valley non è più l’unico in grado di plasmare il futuro di questa tecnologia. Il fatto che DeepSeek sia una piattaforma di AI open source, tuttavia, deve essere valutato con attenzione. Mentre i codici di questo strumento di AI sono aperti, le sue fonti di dati di addestramento rimangono in gran parte poco chiare, rendendo difficile la valutazione di potenziali problemi o rischi per la sicurezza.
DeepSeek: il livello unico di efficienza è una faccia della medaglia
Ciò che rende DeepSeek comunque così potente è il suo livello unico di efficienza. I principali problemi che la Silicon Valley ha avuto in seguito alla corsa all’AI degli ultimi due anni sono l’enorme potenza di elaborazione richiesta e il conseguente consumo di energia da parte di tutti questi chatbot e applicazioni improvvisamente in voga. Con lo sviluppo di DeepSeek è possibile far sì che l’AI consumi in modo più efficiente, e quindi richiedendo meno energia, poiché necessita di una minore potenza di calcolo. La curva dei calcoli si stava avvicinando a un asintoto governato dall’offerta e i costi stavano aumentando. L’offerta, come nel caso delle GPU, deve affrontare un cambiamento nell’equilibrio tra domanda e offerta.
Ma questo potenziale dirompente è solo una faccia della medaglia. Questo nuovo strumento di intelligenza artificiale fungerà da catalizzatore per accelerare la domanda di nuove applicazioni e, nel breve-medio termine, le aziende probabilmente accelereranno l’innovazione dell’AI e arriveranno a un punto in cui la massimizzazione della capacità dal punto di vista energetico e di calcolo tornerà ancora una volta allo stesso andamento. A meno che non si verifichino scoperte innovative nell’ambito della produzione di energia o nell’elaborazione, come nel caso dell’informatica quantistica, l’ecosistema si stabilizzerà a tempo debito.
Basi mature per l’Intelligenza Artificiale
Nella fretta di lanciare nuove applicazioni basate sull’AI il più velocemente possibile, le aziende non dovrebbero dimenticare i fondamenti della protezione dei dati. Ci sono diverse considerazioni di governance, privacy, sicurezza, legali, sociali ed etiche che devono essere prese in considerazione, oltre al miglioramento dell’efficienza e delle prestazioni di uno strumento di intelligenza artificiale. Le aziende devono assicurarsi che tutte queste componenti siano allineate prima di proseguire, e quelle che lo hanno fatto sono pronte a fare un salto in avanti in modo flessibile e rapido, mentre quelle che non lo hanno fatto si troveranno più a rischio rispetto alle altre. Ciascuna di queste situazioni richiede non solo un quadro di riferimento e una regolamentazione, ma anche organizzazione e chiarezza.
La sicurezza dei dati viene prima della magia dell’AI
Quando le aziende accelerano la velocità di immissione delle informazioni nei loro strumenti di AI per incrementarne l’adozione, devono esaminare i set di dati per verificare l’assenza di errori ed essere trasparenti sulle informazioni che utilizzano e raccolgono nel loro modello. Il passo finale consiste nel valutare i risultati degli strumenti di AI e la supply chain che vi ha accesso. Nel momento stesso in cui i dati vengono introdotti nel mondo dell’intelligenza artificiale, le aziende devono essere consapevoli di disporre dei controlli di sicurezza appropriati.
Nella situazione sopra descritta, le aziende non devono dimenticare la protezione dei dati. Le aziende che negli ultimi due anni hanno investito nella governance dell’IA e nella preparazione dei meccanismi di protezione dei dati saranno in grado di ottenere per prime i benefici dell’AI. Avranno adottato politiche mature in materia sia per i dipendenti che la utilizzano sia per il modo in cui vengono trattati i loro dati, disporranno di linee guida etiche e di una supervisione dei progetti di AI per i dipartimenti che stanno valutando con impazienza nuovi strumenti e funzionalità di intelligenza artificiale.