categoria: Vicolo corto
Sarà la AI a far siglare la pace tra Finanza e Ricerca & Sviluppo?
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Post di Silvano Joly, Business Advisor in Deloitte –
In un mondo economico sempre più competitivo e in continua evoluzione, le aziende sono costrette a confrontarsi con sfide complesse che richiedono un approccio integrato e multidisciplinare. Tuttavia se esaminiamo un’azienda vediamo tre macro patrimoni: il prodotto, le persone, i clienti. Nella rappresentazione per sistemi informativi: lo sviluppo prodotto e le ingegnerie (PLM), la gestione dei processi finanziari e gestionali (ERP), la cura e conoscenza del cliente (CRM).
Nonostante il mio ruolo di Connesso Viaggiatore, oggi vorrei soffermarmi sui primi due: da un lato, la gestione finanziaria che resta il cuore pulsante di ogni impresa, garantendo la sostenibilità economica e la capacità di investire nel futuro. Dall’altro, l’innovazione, intesa come capacità di creare nuovi prodotti, servizi o processi, che è il motore che spinge le aziende verso la crescita e la differenziazione sul mercato.
Finanza e R&D: un connubio necessario per il successo aziendale
Questi due mondi però restano molto lontani: la Finanza, la vediamo un po’ come un ragioniere tutto calcoli e bilanci, la Ricerca e Sviluppo, invece, uno scienziato sognatore con la testa tra le nuvole in un laboratorio pieno di strane invenzioni. Interessante vedere come ChatGPT ha illustrato questa situazione, anche se si potrebbe usare un’altra similitudine, da vero boomer: la coppia di Casa Vianello, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, ma in versione aziendale: lei a proporre cose nuove dicendo “ E’ bellissimo!”, lui sempre a chiedere “Ma quanto costa?”
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Immagine generata con AI
Due mondi a parte?
Spesso però, all’interno delle aziende, questi due mondi sembrano evolversi in parallelo, con scarse interazioni e una comunicazione limitata. I collaboratori del CFO (Chief Financial Officer), focalizzati sulla massimizzazione del profitto e sulla riduzione dei costi, guardano con sospetto ai progetti innovativi, percepiti come costosi e rischiosi. Gli ingegneri e i designer coordinati dal CTO (Chief Technology Officer), invece, concentrati sulla creazione di prodotti rivoluzionari, tendono talvolta a sottovalutare l’importanza di un solido business plan e di una corretta valutazione economica spinti dal sacro fuoco dell’innovazione.
Il valore della sinergia
Questa separazione tra finanza e ingegneria (o meglio innovazione e sviluppo prodotto) è però controproducente. Un’azienda che vuole davvero eccellere deve essere in grado di coniugare la creatività e la visione strategica tipiche dell’innovazione con la rigorosità e la disciplina della finanza. Solo in questo modo sarà possibile identificare le opportunità di business più promettenti, allocare le risorse in modo efficiente e ridurre il rischio di fallimento.
Come creare un ponte tra finanza e innovazione?
Per favorire una maggiore collaborazione tra questi due mondi, le aziende possono adottare diverse strategie:
- – Un linguaggio comune: È fondamentale che i Chief Financial Officer ed i Chief Innovation Officer ed ancora di più i loro collaboratori imparino a parlare la stessa lingua. I primi devono acquisire una maggiore sensibilità verso le esigenze dell’innovazione, mentre i secondi devono sviluppare una comprensione più profonda dei meccanismi finanziari.
- – Obiettivi condivisi: È necessario definire degli obiettivi comuni che tengano conto sia delle esigenze di breve termine (redditività) che di quelle di lungo termine (crescita e sostenibilità).
- – Processi integrati: I processi di sviluppo prodotto devono essere integrati con quelli di pianificazione finanziaria. In questo modo, sarà possibile valutare costantemente l’impatto economico delle decisioni di sviluppo e adattare la strategia in base ai risultati ottenuti.
- – Incentivi allineati: I sistemi di incentivazione devono essere progettati in modo da premiare sia la creazione di valore finanziario che la realizzazione di progetti innovativi.
Anche se potrebbero sembrare in contraddizione, finanza e innovazione non lo sono ma rappresentano invece due facce della stessa medaglia. Un’azienda che vuole essere competitiva nel lungo periodo deve essere in grado di coniugare la capacità di generare profitti con la volontà di innovare. Solo in questo modo sarà possibile creare valore per tutti gli stakeholder e contribuire alla crescita economica non solo dell’azienda ma di tutto il sistema del made in Italy che anche con questo approccio potrà sopravvivere e prosperare.
La ricetta tecnologica c’è ma…
Tra questi due mondi, ci sono ovviamente sistemi informatici fondamentali giocano un ruolo cruciale: l’Enterprise Resource Planning (ERP) per la finanza in primis ed altri processi amministrativi e produttivi e il Product Lifecycle Management (PLM) che è invece il luogo dove R&D, Design, Ingegneria gestiscono i loro flussi di lavoro (workflow) e la vita del prodotto dall’idea in poi (lifecycle). Sembrerebbe una buona notizia… invece entrambi però sembrano essere nati e concepiti Comprendere le loro funzioni e l’importanza della loro integrazione può sembrare complesso, ma è essenziale per migliorare l’efficienza aziendale.
Cosa sono PLM ed ERP?
- – PLM (Gestione del Ciclo di Vita del Prodotto): Questo sistema gestisce tutte le informazioni e i processi relativi a un prodotto, dalla sua ideazione fino al ritiro dal mercato. Include fasi come progettazione, ingegneria, prototipazione, produzione e assistenza. Il PLM facilita la collaborazione tra team e l’innovazione nello sviluppo dei prodotti.
- – ERP (Pianificazione delle Risorse d’Impresa): Questo sistema integra vari processi aziendali, tra cui gestione della supply chain, finanza, contabilità, risorse umane e relazioni con i clienti. L’ERP mira a automatizzare e semplificare i processi, centralizzando i dati per migliorare le decisioni e la gestione delle risorse.
Perché è importante integrarli?
Sebbene PLM ed ERP gestiscano aspetti diversi dell’azienda, la loro integrazione offre numerosi vantaggi:
- – Efficienza Operativa: Un sistema integrato riduce la necessità di inserimenti manuali e duplicazioni dei dati, diminuendo errori e tempi di attesa. Ciò porta a una produzione più fluida e coordinata.
- – Migliore Collaborazione: Con dati centralizzati e aggiornati in tempo reale, i vari reparti possono collaborare più efficacemente, comprendendo immediatamente le decisioni prese in altre aree.
- – Qualità del Prodotto: L’accesso a informazioni accurate e aggiornate consente di identificare e risolvere rapidamente eventuali problemi, migliorando la qualità complessiva dei prodotti.
- – Conformità Normativa: Un sistema integrato facilita il rispetto delle normative, grazie a una gestione più efficiente dei dati e dei processi necessari per la conformità.
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Fonte: The CFO Club (cliccare sull’immagine per ingrandire)
Le sfide dell’integrazione
Integrare PLM ed ERP può presentare alcune sfide, tra cui:
- – Allineamento degli Obiettivi Aziendali: È fondamentale che tutti i reparti condividano gli stessi obiettivi per garantire un’integrazione efficace.
- – Formazione del Personale: Assicurarsi che i dipendenti siano adeguatamente formati all’uso del nuovo sistema integrato è essenziale per sfruttarne appieno i benefici.
- – Gestione dei Dati: È importante garantire che i dati siano accurati e coerenti tra i due sistemi per evitare problemi operativi.
L’integrazione dei sistemi PLM ed ERP rappresenta una strategia vincente per le aziende manifatturiere che desiderano migliorare l’efficienza, la qualità e la collaborazione interna. Tale esigenza non può essere procrastinata nel 2025: solo affrontandola con una pianificazione attenta e una formazione adeguata, le aziende possono ottenere significativi vantaggi competitivi.
Il Mercato e le sue sfide
L’Italia è un paese manifatturiero fin dal Rinascimento. In Europa, è secondo solo a Germania e Francia per valore e volumi. Il settore Manifatturiero conta poco meno del 20% del nostro PIL ed il 90% delle nostre esportazioni viene da settori come il Fashion & Luxury, Food & Beverage, Furniture & Design, Automotive, Machinery & Equipments.
A fronte di un evidente declino dell’Automotive, recentemente stanno crescendo settori come l’Aerospace e Defence. Se consideriamo poi il fenomeno dell’onshoring della produzione da paesi come la Cina supportato da programmi governativi come l’Industry 5.0, non possiamo che far notare quanto sia importante la completa digitalizzazione dei processi per poter produrre a costi competitivi.
Ormai l’automazione degli impianti è arrivata ai suoi massimi serve investire nella digitalizzazione completa dei processi se si vogliono cogliere a pieno i benefici del 5.0. La maggior parte delle aziende manifatturiere italiane hanno macchinari super evoluti ed hanno implementato almeno un embrione di ERP e di PLM.
La sfida oggi è unire i puntini, proprio come nella settimana enigmistica, fino a quando appare il disegno completo. Per farlo, l’Intelligent Automation (cioè la somma di AI, RPA, API) unita ad una revisione dei processi e degli applicativi esistenti ci può venire utile a fare degli interventi puntuali molto cost-effective. Un caso d’uso concreta mi aiuta a spiegare come:
Caso d’Uso: Automazione del Processo di Ordine di Modifica dell’Ingegneria (ECO)
Obiettivo: Automatizzare il processo di ECO (Engineering Change Order) utilizzando strumenti di automazione intelligente per garantire coerenza dei dati, riduzione del tempo di elaborazione e migliorata collaborazione tra i sistemi PLM ed ERP.
Strumenti e Tecnologie: Robotic Process Automation (RPA) + Artificial Intelligence (AI) + Machine Learning (ML) + Strumenti di Integrazione (API, Middleware)
Fasi del Processo:
- – Inizio riscontrato un difetto si avvia un ECO nel PLM al fine di correggerlo.
Automazione: Chatbot AI notificano le parti interessate.
- – Validazione dei Dati AI analizza e convalida l’ECO per completezza e consistenza. RPA ne estrae e trasforma i dati per inviarli all’ERP.
- – Sincronizzazione RPA inserisce automaticamente i dati nel sistema ERP garantendo che tutti i dettagli siano corretti.
- – Automazione del Workflow AI crea un flusso di lavoro (workflow) gestendo approvazioni e notifiche in modo automatico e avviando sia l’approvvigionamento che la produzione.
- – Messa in opera e produzione ERP aggiorna i programmi di produzione e scorte in base all’ECO.
- – Monitoraggio e Feedback AI e sensori IoT assicurano il monitoraggio in tempo reale ed il miglioramento continuo attraverso analisi effettuate da ML.
Un tale processo, realizzabile se si ha la volontà e la disponibilità organizzativa, rivoluziona in meglio un’organizzazione ed assicura: efficienza: riduzione del tempo e sforzo di elaborazione; Accuratezza: Riduzione degli errori umani grazie a AI e RPA; Collaborazione: Migliori comunicazione e coordinamento; Visibilità: Informazioni in tempo reale sullo stato degli ECO; Risparmio: Costi ridotti grazie alla minimizzazione delle attività manuali.
L’automazione intelligente semplifica il processo ECO, garantendo una transizione più fluida tra le modifiche del design del prodotto e l’esecuzione della produzione. Utilizzando AI, RPA e strumenti di integrazione, le aziende possono ottenere maggiore efficienza e accuratezza.
Quindi anche questa volta la soluzione è la AI? Io dico di sì!
L’AI potrebbe rappresentare una grande opportunità per le aziende che vogliono ottimizzare i loro processi e migliorare la competitività. Integrare PLM ed ERP non con interfacce ma con l’AI, permette di creare un ecosistema digitale più intelligente e reattivo, in grado di affrontare le sfide del futuro.
L’Intelligenza Artificiale arriva in questo scenario come un collaboratore abilissimo e potentissimo, un Amico Geniale. Che tutti guardano con diffidenza, ma che risolve un sacco di problemi. E così: l’AI si mette al lavoro, analizza terabytes di dati, cercando di trovare un linguaggio comune tra le due fazioni. Dà alla Finanza vuole numeri precisi, previsioni inconfutabili. E organizza progetti innovativi della ricerca e sviluppo con un occhio ai costi.
Pazientemente la AI impara dai litigi e dalle loro incomprensioni. finché, come per magia, trova la soluzione. Avendo creato un sistema unico, dove i dati di progetto si integrano perfettamente con quelli finanziari, dove le idee più innovative trovano un riscontro economico concreto. La Finanza e la R&S, sorpresi, si guardano e sorridono. Hanno finalmente trovato un equilibrio, un punto d’incontro.
E così, l’AI diventa il nuovo collante aziendale, il mediatore che tutti cercavano. Ma attenzione, non pensate che tutto sia risolto. L’AI è uno strumento potente, ma non un mago. Serve ancora l’intelligenza umana, la capacità di interpretare i risultati, di prendere decisioni strategiche. In fondo, l’integrazione tra PLM ed ERP è come un matrimonio.
Ci saranno sempre momenti di tensione, discussioni, ma se entrambi i partner sono disposti a collaborare, a trovare un compromesso, il risultato può essere straordinario. E l’AI, in questo caso, è il migliore dei testimoni, pronto a suggellare l’unione con una firma digitale.
Grazie e fatemi sapere cosa ne pensate.