categoria: Draghi e gnomi
Europa, audace piano per un rilancio nel 2025: sogno o realtà?
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Post di Lori Heinel, Global Chief Investment Officer di State Street Global Advisors –
Nessuna parte del mondo sembra essere così poco preparata per il 2025 come l’Europa: guerre ai suoi confini guidate da politiche di grandi potenze al di fuori del suo controllo; un’economia gestita in modo rigido e sovraregolamentato con una popolazione che invecchia; un’unione monetaria con caratteristiche più simili a un regime di tassi di cambio fissi; e una base industriale che ha perso alcuni elementi chiave della sua competitività.
Dopo il nadir per l’Europa una rimonta?
Tuttavia, è proprio il fatto che l’Europa abbia toccato il suo nadir e sia così poco amata dagli investitori a rendere ipotizzabile un’incredibile rimonta. In questo scenario da cigno grigio, l’amministrazione del presidente Donald Trump schiaccia l’Europa su commercio, energia e difesa, ma riesce ad attenuare la guerra in Ucraina e contribuisce a calmare ulteriormente le guerre in Medio Oriente. Ciò innesca un cambiamento nel sentiment del continente e nella percezione del rischio degli investitori globali.
Inoltre, le elezioni nazionali tedesche di fine febbraio consegnano un nuovo governo con il mandato di riformare il “freno al debito” (una norma che limita i livelli di indebitamento tedesco) e promuovere la crescita. Non si tratterà di una vera e propria rivoluzione keynesiana, ma la Germania sorprende nel dare un impulso fiscale pari a quasi il 2% del PIL, attuando al contempo riforme della crescita dal lato dell’offerta. Ma la Germania è solo una parte di questa storia di svolta.
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Il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance partecipa a un incontro bilaterale con il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presso la residenza dell’ambasciatore statunitense a Parigi, 11 febbraio 2025. REUTERS/Leah Millis
La crescita della Difesa preserva la competitività
L’aumento della crescita è legato anche all’aumento delle spese per la difesa in tutto il continente, un settore che ha un moltiplicatore fiscale particolarmente elevato dato che la maggior parte della catena di produzione è regionale. Questo si traduce anche in un aumento delle importazioni di armi statunitensi, ma insieme agli accordi per l’acquisto su larga scala di energia americana a lungo termine, aiuta l’Europa a evitare una lunga guerra commerciale con gli Stati Uniti. Sebbene la struttura dei prezzi possa essere più elevata rispetto alle precedenti forniture di gas russo, essa preserva la competitività di molte industrie europee, soprattutto se si considera che altre nazioni commerciali continuano a subire l’impatto delle tensioni commerciali statunitensi.
Lo stress fiscale, la performance dell’euro
Le revisioni al rialzo della crescita economica della Germania e del resto dell’eurozona contribuiscono inoltre a stabilizzare lo stress fiscale in Francia, facilitando l’approvazione di un bilancio che gode della fiducia del mercato. Alla fine del terzo trimestre, le previsioni di crescita e i differenziali di rendimento obbligazionario per gli Stati Uniti e l’Europa si sono ridotti, favorendo il rimbalzo dell’euro e la ripresa delle performance dei mercati azionari europei. Ciò non sarebbe del tutto antistorico, dato che l’euro ha registrato performance migliori negli ultimi periodi durante un’amministrazione repubblicana.