Deforestazione e scure Ue, manuale di resilienza per le imprese

scritto da il 05 Febbraio 2025

Post di Nicolò Masserano, Sourcing&Procurement & Sustainability Lead e Federica Guelfi, Sustainability Manager di BearingPoint Italia –

Il 2025 segnerà un momento cruciale per le imprese europee, con l’entrata in vigore della European Union Deforestation Regulation (EUDR). Questa normativa impone requisiti stringenti di due diligence per assicurare che le aziende europee importino beni che non abbiano contribuito a causare deforestazione o degrado forestale. La normativa si applica alle commodity e ai relativi derivati, la cui coltivazione o allevamento maggiormente contribuiscono alla deforestazione a livello globale – tra cui cacao, caffè, legno, olio di palma e gomma. Le implicazioni economiche e operative per le aziende italiane sono significative, ma questa regolamentazione può diventare anche un’opportunità unica per trasformare la sostenibilità in un vantaggio competitivo.

Leadership sostenibile: una scelta strategica per le aziende italiane

Le sanzioni previste per la non conformità all’EUDR sono, come per le altre regulation in ambito sostenibilità, estremamente severe: fino al 4% del fatturato annuale e la confisca dei prodotti non conformi. Per molte aziende, soprattutto le PMI che operano nei settori agroalimentare e manifatturiero, queste penalità potrebbero comportare conseguenze rilevanti, sia in termini di costi diretti che di reputazione.

Le sanzioni finanziarie rappresentano però solo la punta dell’iceberg. La regolamentazione richiede alle imprese anche di analizzare in profondità le proprie catene di fornitura globali e questo include la necessità di collaborare con fornitori spesso localizzati in Paesi con normative meno stringenti, garantendo che i dati relativi alla provenienza delle commodity siano accurati e verificabili. Questo aspetto richiede non solo risorse dedicate, ma anche un coordinamento complesso tra diverse unità aziendali e partner esterni.

Poiché oggi, consumatori e investitori richiedono sempre più trasparenza sulla provenienza delle materie prime e sulle pratiche di produzione e sono sempre più inclini a privilegiare le aziende impegnate nella sostenibilità, i rischi di non conformità includono quindi anche l’interruzione delle operazioni, la perdita di fiducia da parte dei propri stakeholder e maggiori difficoltà nell’accesso ai finanziamenti.

Sostenibilità e trasparenza: leve per distinguersi sul mercato globale

Tuttavia, la conformità alla EUDR non è solo una questione di obblighi normativi e rischi correlati. La transizione verso commodity “deforestation-free” può trasformarsi in un’opportunità strategica per distinguersi sul mercato internazionale.

L’Italia, tradizionalmente leader nell’export di beni di alta qualità, è chiamata a giocare un ruolo da protagonista e a rafforzare la propria immagine di eccellenza e sostenibilità, consolidando la propria leadership.

deforestazione

La nuova regolamentazione Ue sulla deforestazione richiede alle imprese di analizzare in profondità le catene di fornitura globali (Immagine creata con AI)

Inoltre, l’EUDR può diventare un catalizzatore per migliorare la gestione della supply chain e della tracciabilità. La normativa richiede che le aziende siano in grado di fornire prove documentate sulla conformità delle materie prime importate: questo implica la creazione di sistemi di tracciabilità e monitoraggio avanzati, capaci di integrare dati da diverse fonti, inclusi i fornitori, e di garantire la rintracciabilità e la coerenza delle informazioni.

Queste tecnologie aiutano a rispondere alla trasformazione dei rapporti di forniture, in cui i fornitori non formano esclusivamente prodotti ma anche informazioni. Sono pertanto essenziali le collaborazioni con i fornitori di primo livello per il loro ruolo nel garantire la trasparenza delle informazioni di tutta la filiera.

Ecco come guadagnare un vantaggio competitivo

Adottare tecnologie avanzate per tracciare l’origine delle commodity e valutarne il rischio rappresenta un passo fondamentale per garantire la compliance, ma anche per ottenere efficienza operativa e maggiore resilienza.

Le aziende che investono in questo tipo di trasparenza possono quindi guadagnare un vantaggio competitivo, non solo soddisfacendo i requisiti normativi, ma anche dimostrando impegno verso la responsabilità sociale d’impresa.

Si aprono scenari interessanti anche per il marketing aziendale. Le imprese possono infatti integrare la sostenibilità nei propri valori di brand, utilizzando il “deforestation-free” per rafforzare la narrazione aziendale e attrarre consumatori sempre più sensibili a questi temi. Tra questi, le generazioni più giovani, che rappresentano i consumatori del futuro e che, sempre più, premiano le aziende che dimostrano responsabilità ambientale.

Migliorare i processi aziendali: quali strategie

In questo contesto complesso, le aziende si trovano quindi di fronte a un bivio: adeguarsi in modo reattivo alle nuove normative o cogliere l’occasione per ridefinire le proprie strategie di sostenibilità, adottando un approccio strutturato che combini strategia, tecnologia e innovazione.

Un approccio, quindi, che unisce competenze in ambito normativo, strategie digitali e capacità di gestione operativa, essenziale per affrontare le sfide della EUDR e migliorare al contempo i processi aziendali in modo più ampio: dalla mappatura dei rischi all’implementazione di tecnologie per la tracciabilità e il monitoraggio, fino alla gestione in outsourcing delle attività di due diligence. Un supporto che non si limita a garantire la compliance, ma che aiuta le aziende a trasformare l’obbligo normativo in una leva di crescita e innovazione.

Due aspetti chiave: tecnologia e formazione del personale

Adottare strumenti digitali, come piattaforme di monitoraggio avanzate o sistemi di analisi predittiva, permette alle imprese di automatizzare i processi di due diligence, riducendo i costi e aumentando la precisione delle analisi. Tali soluzioni non si limitano a raccogliere dati, ma utilizzano strumenti di intelligenza artificiale per analizzare potenziali rischi e suggerire interventi di mitigazione.

Queste soluzioni, inoltre, consentono una maggiore scalabilità delle operazioni, facilitando l’adeguamento alle richieste normative anche in caso di crescita aziendale.

Accanto alla tecnologia, un altro aspetto chiave è la formazione del personale. Per implementare con successo un piano di conformità, è necessario che i team interni comprendano pienamente i requisiti normativi e sappiano come integrarli nei processi operativi quotidiani. Questo richiede un mix di consulenza tecnica e manageriale, mirata a sensibilizzare e responsabilizzare tutti i livelli aziendali.

Non solo compliance: l’EUDR come trampolino per costruire innovazione

L’entrata in vigore dell’EUDR rappresenta un cambio di paradigma per il mondo imprenditoriale europeo. Per le aziende italiane, la chiave sarà anticipare i tempi, adottando un approccio proattivo che vada oltre la semplice compliance.

Il percorso non è privo di sfide, ma con le giuste competenze e strumenti, può trasformarsi in una straordinaria opportunità per creare valore duraturo e contribuire attivamente a un futuro più sostenibile: un obiettivo che è tanto un imperativo morale quanto una scelta vincente per il business.