categoria: Il denaro non dorme mai
Finanza, clima, Esg: la grande fuga dei big Usa lascia sola l’Europa
Post di Antonella Massari, segretario generale AIPB, Associazione Italiana Private Banking –
L’ultima è stata la Federal Reserve, che ha preso le distanze dalla Ngfs, la rete delle banche centrali e delle authority per rendere più verde il sistema finanziario. E se mettiamo in fila tutti gli abbandoni registrati dal Club degli investitori per il clima, capiamo cosa stia succedendo alla nave e quale messaggio possa trarne l’Europa nel giorno dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca.
L’Europa è infatti rimasta sola a sventolare la bandiera degli investimenti sostenibili. E lo fa stretta all’interno del suo labirinto regolamentare, che tenta di alleggerire per riuscire ad avere margini più ampi di manovra.
Europa e Esg, il freno delle regole e il pacchetto Omnibus
Il riferimento è al cosiddetto pacchetto Omnibus per la semplificazione delle regole, degli adempimenti sulla sostenibilità e della tassonomia Esg. Lo stesso contro cui i verdi dell’Alleanza Libera Europea fanno muro frenandone una rapida attuazione. Ma è davvero utile una tale presa di posizione nel momento storico attuale?
Questa affermazione non deve essere fraintesa, perché nessuno vuole sostenere che le regole Ue siano tutte da buttare, anzi. E mi riferisco ad esempio alla spinta alla diversificazione delle fonti di energia, ma certamente la situazione attuale richiede una maggiore libertà di movimento per le imprese europee.
I big Usa sono entrati di corsa nell’era Trump
I grandi investitori internazionali che si sono chiamati fuori dalla Net Zero Banking Alliance, l’iniziativa promossa dall’Onu per accelerare la transizione sostenibile verso l’obiettivo delle zero emissioni al 2050, sono nell’ordine Wells Fargo e Goldman Sachs, poi Citigroup, Bank of America, JP Morgan Chase e Morgan Stanley e infine il fondo Blackrock con i suoi 11,475 miliardi di dollari seguito da Bank of Montreal.
L’esodo è il risultato delle pressioni dei governatori repubblicani e della nuova era annunciata da Trump, ma questo piegarsi della finanza alla politica è anche il risultato di un sistema di regole ben diverso da quello europeo. Le banche e i gestori Usa si stanno infatti sottraendo agli attacchi legali mossi da una dozzina di Stati conservatori, convinti che le iniziative dell’Impact Investing violassero le leggi antitrust andando a influenzare lo sviluppo dei combustibili fossili e provocando così un aumento dei prezzi.
In Italia clienti meno attratti dagli investimenti green
In Europa il sistema funziona diversamente, gli obiettivi green sono stringenti e vincolanti ed è impensabile che si possa assistere a una lotta giuridica come quella in atto negli Usa. Eppure, anche qui la cultura “woke” sembra cedere un po’ il passo.
AIPB è il termometro dell’industria italiana degli investimenti Private e comincia a registrare presso la clientela una diminuzione di interesse per gli investimenti green. L’Indagine sulla clientela Private in Italia realizzata da AIPB in collaborazione con BVA-Doxa ci dice che la percentuale di clienti fiduciosi nelle tematiche ESG era già scesa del 7% nel 2023, calando al 33% contro il 40% del 2021. E di fronte alla fuga degli investitori Usa, il tema diventa ancora più caldo.
ESG e imprese, gli eccessi non aiutano
Gli investimenti sostenibili rappresentano ancora il 33% degli investimenti della clientela Private e gli operatori di PB si sono da tempo adeguati integrando i fattori ESG nel servizio di consulenza (con impatti non secondari in termini di costi). Ma adesso tocca alle imprese concentrarsi sulla crescita e l’eccesso di regolamentazione ESG di certo non le aiuta. L’introduzione del pacchetto Omnibus era attesa per la fine di febbraio e non è il caso di sprecare altro tempo.