Ecco il nuovo governo Trump: minaccia o opportunità?

scritto da il 11 Gennaio 2025

Comprendere chi sono gli uomini e le donne che Trump sta scegliendo per il suo governo ci può aiutare ad avere una visione in merito alle azioni e strategie che applicherà nei prossimi 4 anni. Tra i nomi scelti ad oggi dal neo presidente vi sono alcuni profili la cui storia lavorativa passata potrebbe indicare alcune opportunità e sfide che il nuovo governo potrebbe affrontare.

Gli “angeli di Dio” sono sempre i suoi attori?

L’adagio comune vuole che nella democrazia americana coloro che sono scelti da presidente agiscano per suo mandato. Esiste tuttavia un differente gestione del potere tra Dem e Rep. Se osserviamo i governi repubblicani e quelli democratici (post caduta del muro di Berlino) possiamo notare un differente modo di concepire il potere, la linea di comando e, in ultima analisi, come le decisioni o le affermazioni del presidente americano di turno vengono “applicate”.

Consideriamo i due recenti presidenti Dem: Obama o Biden. Nei loro mandati presidenziali hanno spesso espresso opinioni forti nei confronti di politici o asset (infrastrutture etc..) straniere. Tuttavia tra le affermazioni dei leader democratici e la “messa a terra”, o meglio dire l’interpretazione delle loro parole fatte dai loro sottoposti, esiste un’area grigia che i presidenti Dem non han chiarito.

Donald Trump in un disegno tratto dall’udienza del 10 gennaio 2024 del processo penale in cui è stato condannato con l’accusa di aver versato denaro alla pornostar Stormy Daniels, per ottenere il suo silenzio riguardo a una relazione avvenuta nel 2006, durante la sua campagna presidenziale del 2016. REUTERS/Jane Rosenberg 

Biden ha affermato che il Nord Stream uno e due non avrebbero avuto futuro. Tuttavia non vi sono prove, tranne l’analisi di Seymour Hersh, che gli Usa abbiano partecipato alla distruzione del gasdotto, danneggiando gli interessi economici russi ma, più importante, devastando l’industria tedesca. Qualche tempo dopo un coraggioso articolo di Politico ha suggerito che Biden stesse facendo una guerra economica all’Europa, invitando le aziende europee in Usa, attratte dal costo energetico basso e burocrazia più snella (grazie all’Inflation Reduction Act e alle centinaia di miliard di dollari stanziati).

Biden e Obama: dalle mani sul gas alle operazioni in Siria

Nell’analisi di Politico non si faceva riferimento ad alcuna relazione tra la distruzione dell’industria tedesca, azzoppata dalle sanzioni Ue vs Russia, dal costo del gas andato alle stelle, e l’invito di Biden alle aziende europee di insediarsi in Usa. Egualmente quando Obama disse che Assad doveva andarsene non vi sono prove certe che abbia partecipato al tentato colpo di stato per deporre Assad, che ha poi portato alla guerra civile e all’attuale (dopo oltre un decennio) epilogo. Tuttavia è un fatto che gli Usa abbiano sovvenzionato e addestrato unità militari siriane contro Assad. Lo stesso si può dire del colpo di stato un Ucraina del 2014. Pur se la presenza e le attività di Nuland e Blinken (allora sotto Obama oggi sotto Biden) erano note in Ucraina, non vi sono prove dai media mainstream che Obama fosse “dietro” al colpo di stato che ha favorito l’ascesa di una leadership ucraina filo americana.

Al contrario dei Dem i Rep, dalla fine della guerra fredda, son sempre stati in prima linea. Quando Bush padre invase l’Iraq lo fece in prima persona. Lo stesso dicasi per il figlio quando, con la scusa delle armi di distruzione di massa sulla scia della guerra del ’91, invase l’Iraq per petrolio e assetti geografici. Si evince quindi una distanza tra il potere “messo a terra” da parte dei due schieramenti. I Dem sembrano più sottili, talvolta lasciando spazio di interpretazione ai loro sottoposti (ministri, vice ministri etc.). I presidenti Rep vanno dritti al punto: quel che ordinano è quel che ha luogo.

Un partito ombra: i Neocon

In quest’ottica si può analizzare le potenziali azioni e orientamento dello staff di Trump. Un presidente repubblicano, pur se fuori dalla scena classica del Gop (Grand Old Party), e le scelte dei suoi uomini e donne saranno, seguendo il suo passato mandato, diretta emanazione delle decisioni di Trump. Ricordiamo che negli Stati Uniti esiste anche un partito ombra, trasversale tra Dem e Rep: i Neocon. Cresciuti velocemente grazie alla debolezza dei presidenti che son succeduti a Bush Senior (ex capo della Cia), dall’epoca delle torri del World Trade Center hanno manifestato sempre di più il loro potere con ogni presidente, sia Dem che Rep.

Con Trump questo partito ombra potrebbe essere limitato nelle sue azioni: nel precedente mandato. Infatti, Trump inibì le attività di Blinken e Nuland in Ucraina (autorizzate o meno da Obama non è chiaro) e ridusse il budget della Cia per le operazioni in paesi stranieri, specie l’Ucraina. Con questa premessa cerchiamo di comprendere chi saranno “gli esecutori del volere di Trump”. Per capire in che modo la visione di Trump sarà “messa a terra” e con che margine di sfumature (ben minore rispetto a quelle Dem) sarà realizzata.

Tutti gli uomini e le donne del presidente

Segretario di Stato: Marco Rubio

Un profilo che si è sempre distinto come politico “duro”, un repubblicano di ferro. Sul fronte di politica estera e missioni di pace si è sempre distinto per posizioni estreme. Nel 2011 scrisse un pezzo con Joe Lieberman (un falco), suggerendo di intensificare i bombardamenti in Libia. La guerra, iniziata dai francesi e inglesi per prendersi il petrolio ed eliminare la minaccia della moneta pan africana in competizione con il franco francese, venne poi partecipata anche dagli Usa.

La distruzione del governo di Gheddafi, alleato dell’Italia, sbloccò il “tappo” africano, permettendo a migliaia di migranti economici illegali di arrivare sulle coste italiane. Con la stessa visione mercantilista Rubio supportò l’operazione della CIA Timber Sycamore che spese miliardi per armare i ribelli Siriani contro il governo eletto di Assad. Rubio ha egualmente supportato le sanzioni contro l’Iran e ritiene, posizione ben spiegata in modo scientifico e razionale in un suo report, che la Cina sia una minaccia esistenziale per gli Usa.

Rubio si è opposto alla guerra in Ucraina e ha spesso suggerito nei suoi discorsi di aprire trattative con la Russia sul caso Ucraino. Tuttavia la visione di Rubio è molto mercantilista, più orientata a sanzioni e operazioni economiche e meno a operazioni militari, salvo se percepite come strettamente necessarie agli interessi americani (vedi Petrolio libico e iracheno).

Ministro Della Difesa: Pete Hagseth

Apertamente critico nei confronti della crisi ucraina, si è sempre opposto all’invio di soldi a Kiev e ritiene che il conflitto russo-ucraino sia un affare locale dove gli Usa non dovrebbero mettere naso. Sul fronte interno, le sue posizioni sono apertamente in conflitto con la recente visione DEI e WOKE che ha permeato l’esercito americano. È promotore di una rimozione di tutti i generali che hanno spinto le forze armate americane verso una visione più inclusiva che, a suo avviso, ha danneggiato la percezione che i “nemici dell’America” hanno del potere militare americano (qui potete vedere a confronto gli ultimi tre spot per l’arruolamento di soldati, russi, cinesi e americani).

Consigliere sicurezza nazionale: Mike Waltz

Ha supportato varie volte, come spiega il Washington Post, l’utilizzo di armi occidentali a lungo raggio su territorio russo. Ha inoltre suggerito un aumento delle sanzioni economiche contro la Russia per ridurla a più miti consigli sulla crisi ucraina.

Direttore Della CIA: John Ratcliffe

Ha spesso sottolineato il pericolo di una crescente avvicinamento tra Cina e Russia. Nel 2020 ha accusato Russia e Cina di essere dietro i tentativi di interferenza nelle elezioni americane. Tuttavia per le elezioni del 2016 si era schierato a favore di Trump, negando che la Russia fosse stata in qualche modo a supporto del candidato vincitore.

Direttore National Intelligence: Tulsi Gabbard

Inizialmente democratica, nel tempo ha saltato il recinto ed è divenuta repubblicana. Passando dal sostenere l’Ucraina al criticare apertamente la leadership di Zelensky. Concorda inoltre con l’opinione pubblica americana che ritiene Biden responsabile di aver prolungato la guerra in Ucraina, con gli aiuti militari, e di essere fin troppo vicino a spingere l’America verso il conflitto nucleare contro la Russia.

Segretario Della Homeland Security: Kristi Noem

Si è sempre opposta agli aiuti americani all’Ucraina. Nel 2023 dichiarò che il supporto militare Usa all’Ucraina era un “errore strategico costoso” che serviva solo a cementare l’alleanza Cina-Russia.

Segretario USA presso l’ONU: Elise Stefanik

Nel 2022 sosteneva l’entrata di Kiev nella NATO. Ora tuttavia si oppone sia al supporto all’Ucraina che all’entrata di Kiev nell’alleanza.

“Zar dei confine”: Tom Homan

In precedenza aveva lavorato con Trump come capo di Immigration and Customs Enforcement. È un fervente supporter delle deportazioni di massa dei migranti illegali.

Ministro della Giustizia: Pam Bondi 

Una lunga carriera legale, in seguito lobbista e politica. Dal 2024 era parte del think tank America First Policy Institute, vicino alle posizioni di Trump. Tra le aziende rappresentate, in passato, da Bondi ci sono Uber, Amazon e il Qatar. Non è chiaro se i precedenti clienti di Bondi potranno avere una via preferenziale per dialogare con il neo eletto presidente.

Capo dello Staff della Casa Bianca: Susan Wiles

Uno dei principali strateghi della campagna elettorale di Trump, repubblicana di ferro, soprannominata “Ice Maiden.” Prima di lavorare con Trump era parte dell’agenzia di lobby Mercury Pubblic Affairs. Tra i suoi clienti passati l’azienda mineraria (carbone) Alliance Resources Partners, la compagnia assicurativa Bankers Financial Corporation, General Motors, Zeta Global e la compagnia di trasporti e logistica Origin Logistics.

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Elon Musk (a destra) e Alice Weidel, candidata cancelliera di Alternative für Deutschland. (AfD). Un momento della diretta su X, già Twitter, il 9 gennaio 2024. EPA/CHRISTOPHER NEUNDORF

Dipartimento dell’efficienza (DOGE): Elon Musk e Vivek Ramaswamy

Entrambi sono dei tecnocrati. Musk è il più famoso dei due ma, di fatto, condividono le stesse posizioni in merito a innovazione, tecnologia e democrazia. Dal punto di vista della politica estera pur se inizialmente Musk ha supportato, con la sua rete satellitare, l’Ucraina, oggi entrambi sono fermamente conviti che la Crimea debba restare in mano russa e la guerra risolta il prima possibile. Di recente Musk ha dichiarato apertamente il suo supporto per il partito di destra tedesco AfD.

Di suo Ramaswamy è il tipico esempio di capitalismo finanziario: più che uno scienziato è un abile investitore, nulla di negativo di per sé ma le sue azioni nel mondo finanziario rivelano molto della sua attitudine nei confronti di una burocrazia, quella americana, che spesso è in antitesi con il mondo della finanza.

Segretario al commercio: Howard Lutnik

Miliardario, fondatore del gruppo finanziario Cantor Fitzgerald, è stato uno dei principali finanziatori della campagna di Trump. Tra i progetti di Trump c’è la strategia dei dazi per riequilibrare la bilancia commerciale Usa vs mondo. Una delle nazioni che dovrebbe essere il principale “beneficiario” di questa ondata di dazi sarà la Cina. Tuttavia Lutnick potrebbe essere un anello debole.

Tra le partecipazioni finanziarie di Lutnick ve ne sono alcune critiche: per il 33% circa 28 milioni investiti in una joint venture con China Credit Trust, una realtà finanziaria cinese partecipata dallo stato cinese (PICC Group). Ricordiamo che PICC ha legami con il colosso delle telecomunicazioni del dragone Huawei, una delle società verso cui gli Usa, e in seguito l’Europa, si sono scagliati negli ultimi anni per difendere i propri interessi.

Idee e azioni alla prova dei fatti

Per quanto questi uomini e donne dovranno essere nominati ufficialmente prima di occupare le posizioni scelte da Trump, le loro precedenti azioni e dichiarazioni dipingono un gruppo di individui decisamente differente dall’amministrazione Biden. Solo il tempo potrà confermare se le idee di Trump, dispiegate ed eseguite dai suoi più stretti collaboratori e collaboratrici, saranno a beneficio degli interessi italiani e, più ampiamente, europei.

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