categoria: Il denaro non dorme mai
L’intelligenza artificiale ucciderà il giornalismo finanziario?
Ma tu, caro lettore, sei sicuro che questo articolo è scritto da Emilio Tomasini ?
Cioè intendo Emilio Tomasini quello vero, in carne ed ossa ? Un articolo scritto con fantasia creativa, i pollicioni della mano che battono sulla tastiera, la mente che vaga nelle praterie sconfinate della più fervida immaginazione in ore antelucane ?
No, non sono diventato matto in un colpo solo.
L’intelligenza artificiale è là fuori, è in azione, ed è pericolosamente gratis: basta un account su ChatGPT e non sei più sicuro di niente.
Nemmeno che questo articolo sia scritto dal Tomasini quello vero.
Ormai ChatGPT o qualsiasi altra sigla che tu voglia considerare come motore di intelligenza artificiale è diventata parte della nostra vita quotidiana ed è bene prenderne atto.
Anzi averne paura.
Una foto che esprime un mondo: quello del giornalismo più nobile impersonato da Indro Montanelli (fonte www.emiliotomasini.it)
Nel settore finanziario oggi anche chi non sa programmare riesce a sviluppare modelli di trading quantitativo semplicemente chiedendo a ChatGPT di scrivere del codice di programmazione in diversi linguaggi fino ad ora riservati ai superprofessionisti della finanza.
E c’è persino chi seleziona azioni e altri strumenti finanziari in base a modelli previsionali creati interamente con l’intelligenza artificiale.
Ma fin qui stiamo parlando di aridi numeri e aridi codici di linguaggio macchina e nell’immaginario collettivo ben ci sta che una macchina parli con una macchina.
Ma ChatGPT e l’intelligenza artificiale non sono solo questo: sono anche immaginazione e creatività.
E il sito www.sbotta.com ne è la prova lampante.
Si tratta di un esperimento che oserei definire “sociale” eseguito da Roberto Malnati, un nome noto a chi frequenta gli ambienti finanziari per essere stato agli inizi del terzo millennio il fondatore di FinanzaOnLine, il noto portale dedicato al trading e all’investimento, e successivamente un rispettato gestore patrimoniale a Lugano.
Il sito www.sbotta.com contiene integralmente articoli scritti con ChatGPT e suddivisi in diversi temi apparentemente innocui (tra cui “money” o “formazione” o “libri”) e comunque news del giorno ed editoriali che trattano argomenti della più recente contemporaneità.
Detta così la storia non suona per niente originale.
Ma c’è un ma se ci aggiungo un dettaglio personale.
Ogni anno mi arrampico a Lugano e mi faccio fare una lezione di intelligenza artificiale di qualche ora da parte di Roberto Malnati.
E come sempre un conto è raccontare la realtà un conto viverla in tempo reale.
Io di mestiere faccio il giornalista e quindi considero il saper scrivere cose intelligenti ed interessanti il sale del mio lavoro.
Ma cosa succede se la macchina cioè ChatGPT fa il mio mestiere meglio di me stesso? E lo fa gratis?
Qui si apre una voragine di drammi, un po’ economici un po’ psicologici.
Allora tutto nasce dal “prompt”, che è l’insieme di regole con cui tu comunichi a ChatGPT che cosa vuoi che lui crei. Ad esempio un prompt di Tomasini potrebbe essere:
“Sei un giornalista finanziario e analizzi i fatti quotidiani della finanza con uno sguardo irriverente ma rigoroso basandoti principalmente sui dati statistici, cercando di mettere in luce quelle che sono le conseguenze sociali ed economiche di ogni avvenimento e badando a non ripetere concetti e opinioni che sono presenti nella maggior parte dei media”.
Ovviamente io non ho mai scritto un prompt ma so che è la cosa più difficile e dispendiosa in termini di tempo e di energia perché devi comunicare a ChatGpt quello che sei in modo da permettergli di lavorare in maniera efficace.
Intelligenza artificiale: un nuovo mondo alle porte (fonte www.emiliotomasini.it )
Roberto Malnati ci ha impiegato 2 giorni interi per mettere a punto un “prompt” efficace che scrivesse contenuti calandosi intimamente nei suoi panni. In altre parole ha creato un suo alias, un suo alter ego automatico.
Quindi creare un prompt non è un gioco da ragazzi: ci vuole fantasia e ci vuole mestiere. Ma una volta che lo hai creato è come se tu avessi creato un robot che lavora per te.
Il risultato ? Spettacolare !
E ve lo racconto in diretta.
Allora Roberto Malnati dà in pasto al prompt una serie di informazioni raccolte su un elenco di siti internet di finanza, alcuni blasonati altri meno. Il prompt mangia le informazioni e spara un editoriale di finanza operativa, nella fattispecie un editoriale con commento all’offerta di Ops di UniCredit su Banca Popolare Milano.
L’editoriale è ben scritto, brillante, con un linguaggio appropriato.
Ma l’aspetto dirompente è un altro: Emilio Tomasini, quello in carte ed ossa, cioè quello vero che vi sta scrivendo, trova molto interessante l’editoriale scritto dalla macchina perché contiene ragionamenti e punti di vista originali e comunque esposti in maniera accattivante.
Comunque la si voglia vedere il risultato è di una quantità di informazioni sterminate riassunte in poche righe. Ma poche righe che hanno sale. Ed è questo l’aspetto devastante per un vecchio giornalista come me che ha la presunzione di sapere cosa vale e cosa non vale nell’informazione economica.
Cioè la macchina ha battuto il giornalista Tomasini perché sostanzialmente scrive meglio di Tomasini.
E questo non solo per quell’editoriale ma per tutti i testi presenti su www.sbotta.com che variano dall’esilarante al serio, dal formativo al didascalico.
Insomma il sito e la macchina vincono sull’umano.
Il fatto che una macchina possa scrivere con una fantasia e una arguzia superiore a quella di un uomo mi sconcerta.
Così come mi fanno ridere amaro alcune finte ricerche scientifiche dal sapore accademico che il sito www.sbotta.com ha prodotto tra il serio e il faceto rispondendo a quesiti demenziali (esempio in quali paesi si perdono di più gli ombrelli ?).
Se una macchina mi fa divertire più di un umano a che punto siamo arrivati?
Infine l’aggiornamento del sito www.sbotta.com ogni giorno avviene automaticamente con il prompt nel giro di pochi secondi: il prompt naviga la rete, seleziona le informazioni e spara l’articolo.
Con buona pace di noi giornalisti che si sfondiamo i polpastrelli delle dita sulla tastiera da mane a sera.
Nell’ultimo numero di Micromega disponibile in edicola dal titolo “Umana, troppo umana l’IA e noi” ci sono alcuni passi del capitolo di apertura a firma di Matteo Pasquinelli che meritano di essere riportati perché aprono uno squarcio inquietante sulle conseguenze sociali dell’intelligenza artificiale:
“L’AI rappresenta la meccanizzazione dell’intelligenza media di una data società. Matematicamente parlando, l’AI funziona in base a una rappresentazione statistica (di certo estesissima, ma pure sempre statistica) della cultura umana codificata nella forma di archivi digitali (i cosiddetti training dataset). Sistemi di AI, come ChatGPT, elaborano enormi quantità di questi dati – testi, immagini ed altro ancora – per poi generare previsioni e classificazioni basate sui valori medi di questi archivi digitali della conoscenza collettiva. E’ in un certo senso un modello statistico dell’essere umano medio epurato da estremismi e comportamenti anomali”.
E per Matteo Pasquinelli le conseguenze dell’AI sono devastanti a livello sociale:
“Questa media statistica si sta trasformando implicitamente ed esplicitamente in una misura delle capacità intellettuali e professionali della società, in una vera e propria metrica del lavoro e dell’intelligenza, che si sta installando sullo spartiacque tra lavoratori specializzati e non specializzati”.
La conclusione toglie il sonno: i lavoratori non specializzati saranno quelli che ne pagheranno le conseguenze più dure e aggiungerei che il lavoro manuale specializzato farà aggio su quello intellettuale non specializzato che sarà facilmente sostituito dall’intelligenza artificiale.
Cioè meglio il figlio idraulico o elettricista piuttosto che avvocato o giornalista
In altri temini: se ChatGPT con un prompt riesce a divertire, intrattenere, informare Tomasini chi ha più bisogno di Tomasini al mondo ?
Fin qui fine dell’articolo scritto da Tomasini con i suoi pollicioni tozzi.
Anche se tu caro lettore ora rimarrai con il dubbio che davvero questo articolo sia stato scritto da Tomasini persona fisica e non dal suo prompt.
Miracoli o misteri dell’AI …
X (già Twitter) @EmilioTomasini