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Auto aziendali e manovra, chi ci guadagna e chi ci rimette?
Post di Elisa Lupo, consulente del lavoro –
Uno dei fringe benefit più diffuso è l’automobile attribuita ad uso promiscuo, motivo per cui le variazioni previste dalla Legge di Bilancio 2025 sollevano grande interesse.
Il settore ha un grande peso sulla struttura del mercato italiano dell’automobile: secondo dati Unrae, infatti, la quota di mercato delle auto aziendali è di circa il 41%.
Le auto aziendali possono essere assegnate come strumento di lavoro in senso stretto, e in questo caso non costituisce retribuzione in natura, oppure esclusivamente o parzialmente per fini personali, costituendo invece fringe benefit.
Questi ultimi sono forme di retribuzione in natura che hanno dei limiti di esenzione superati i quali vengono assoggettati interamente a tassazione e contribuzione allo stesso modo della retribuzione in senso stretto.
Per definire il controvalore dell’uso dell’auto per scopi personali si utilizzano le tabelle Aci: ogni anno l’Aci elabora, entro il 30 Novembre, tabelle contenenti il costo chilometrico per ogni modello di auto, che serviranno per definire i fringe benefit dell’anno successivo.
Auto aziendali, una norma stratificata nel tempo
L’attribuzione dell’auto, sia per scopi lavorativi che per uso privato (uso promiscuo), si configura come fringe benefit con regole che nel tempo sono andate stratificandosi, motivo per cui è sempre più complesso orientarsi sul regime fiscale e contributivo cui si è soggetti se si ha in dotazione un’auto aziendale per uso promiscuo.
Per sapere a quale regime si è soggetti bisogna identificare la data di assegnazione dell’auto.
- – Per le auto assegnate fino a giugno 2020 il controvalore da assoggettare a tassazione e contribuzione era sempre il 30% del costo chilometrico stabilito dalle tabelle Aci per una percorrenza standard di 15.000 Km.
Questo sistema genera un fringe benefit maggiore nel caso di assegnazione di auto di segmento superiore con costi km più elevati. Possiamo dire che garantisce una pressione fiscale e contributiva commisurata al bene in utilizzo. - – Per tutte le auto assegnate dal 01/07/2020 al 31/12/2024 la percentuale da assoggettare a tassazione e contribuzione non è più uguale per tutti i modelli ma aumenta man mano che aumenta l’impatto inquinante dell’autoveicolo e sono previste 5 percentuali differenti all’aumentare delle emissioni di CO2. Si comincia quindi ad introdurre un sistema premiante per le auto meno inquinanti
- – Per tutte le auto assegnate dal 01/01/2025 la pressione fiscale si inasprisce per tutte le motorizzazioni che non sono quelle elettriche o plug-in ad esclusione dei veicoli molto inquinanti. Le auto con emissioni più elevate e quindi più inquinanti sono quelle che dal 2025, paradossalmente, vedranno una riduzione del valore di fringe benefit in quanto la loro percentuale di valore da assoggettare a tassazione passa dal 60% al 50%.
Chi gode dei benefici riservati alle auto aziendali a basse emissioni?
Questa breve panoramica probabilmente avrà fatto emergere la volontà del legislatore di incentivare l’utilizzo di auto poco inquinanti, visto anche il peso che il comparto ha nel mercato italiano di riferimento, che attualmente è composto per l’85% da automobili con un’alimentazione diversa dall’elettrico e il plug-in.
Altrettanto, però, sarà emersa la prima e più lampante contraddizione: se a scegliere la flotta aziendale è il datore di lavoro, il lavoratore è colui che gode dei benefici per l’utilizzo di un’auto meno inquinante oppure viene punito per l’utilizzo di una ad emissioni maggiori. L’assegnazione a uso promiscuo, per il datore di lavoro, gode di un regime di deducibilità delle spese pari al 70% indipendentemente dal modello.
Gli effetti del cambio delle regole sulle auto aziendali a fine anno
E, dal momento che il tempo di attesa per l’assegnazione di un’auto in noleggio a lungo termine è di circa 3-4 mesi, e quindi gli ordini per le vetture che verranno assegnate nel primo trimestre del 2025 sono stati effettuati dalle aziende alla fine dell’estate scorsa, quando le regole fiscali erano differenti da quelle odierne, con tutta probabilità il lavoratore non godrà di alcun nuovo beneficio.
La legge di bilancio, cambiando le regole a fine anno, crea una crasi tra la pianificazione aziendale e del dipendente sulla base della disciplina vigente e quella applicata al momento dell’assegnazione, dimostrando di non essere realmente ancorata alla realtà aziendale.
Aniasa, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, ha stimato che questa variazione di normativa comporterà un aumento annuo medio del valore imponibile del benefit auto di circa 1.600 euro, spingendo le aziende a non procedere con nuovi ordini ma a confermare le auto già in uso per continuare a fruire della vecchia normativa.
Le novità della Manovra nel quadro generale del mercato automobilistico
La norma si inserisce in un quadro più generale in cui il settore dell’auto assiste ad una forte contrazione delle immatricolazioni (il 2024 è chiuso con 358.000 auto immatricolate in meno rispetto al 2019, l’ultimo anno prima dell’inizio del calo).
Con l’inizio del 2025 sono in vigore i nuovi e più restrittivi limiti europei sulle emissioni complessive dei modelli venduti e l’industria dell’auto sarà costretta a pagare da quest’anno delle multe se non riesce a vendere abbastanza veicoli elettrici, multe che saranno scaricate a valle sul prezzo d’acquisto e quindi su quello di noleggio.
Perché non intervenire sulle percentuali di deducibilità dal reddito d’impresa per le spese di noleggio auto date in uso promiscuo, premiando con livelli superiori di deducibilità le auto elettriche o plug in? Tenendo ovviamente conto del gap temporale necessario al sistema per adeguarsi, prevedendo dunque un’entrata in vigore dopo il primo trimestre del 2025?
Continuiamo a leggere in modo critico la normativa facendo chiarezza a vantaggio di tutti gli attori coinvolti, ma soprattutto sperando in una semplificazione ed un adeguamento, in un prossimo futuro, alle reali esigenze delle imprese, dei lavoratori e del pianeta.