L’equità di genere nel design è un investimento, non un costo

scritto da il 17 Dicembre 2024

Post di Lara d’Argento e Titina Pignatelli

Ogni prodotto, sia esso una città, una app o uno strumento agricolo, ha il potenziale per creare valore economico quando progettato per rispondere realmente alle necessità di chiunque. Tuttavia, spesso le scelte di design ignorano le specificità di genere, con conseguenze che vanno ben oltre l’esclusione sociale: si tratta di un costo economico e produttivo.

Per comprendere meglio il legame tra design inclusivo e crescita economica, è fondamentale distinguere tra eguaglianza di genere ed equità di genere. L’eguaglianza punta a offrire le stesse opportunità a chiunque, indipendentemente dalle loro specificità. L’equità, invece, riconosce che le persone partono da posizioni diverse e necessita di soluzioni personalizzate per garantire pari opportunità. Applicare l’equità al design significa non soltanto abbattere le barriere, bensì trasformare queste scelte in vantaggi economici concreti.

Dall’aratro al PIL globale: come il design plasma la produttività

Un esempio emblematico dell’impatto del design sulle disuguaglianze di genere è l’aratro. Come analizzato da Caroline Criado Perez nel libro “Invisible Women”, l’aratro, progettato storicamente per sfruttare la forza fisica maschile, ha escluso molte donne dalla produttività agricola, relegandole a ruoli marginali nei sistemi economici rurali. Questo non è soltanto un dettaglio storico: ha plasmato intere società, costruendo norme che continuano a influenzare la distribuzione del lavoro e del potere economico.

Oggi, il rapporto FAO 2023 mostra che colmare il divario di genere nella produttività agricola e nei salari del sistema agroalimentare potrebbe aumentare il PIL globale di circa l’1%, pari a quasi 1 trilione di dollari. Riconoscere questi legami tra design e produttività non è soltanto un esercizio accademico: è una guida per ripensare i prodotti e i processi che influenzano l’economia moderna.

Ruanda, Kigali: quando una città diventa un prodotto

Le città, quando progettate per includere chiunque, possono trasformarsi in motori di crescita economica e innovazione sociale. Kigali, capitale del Ruanda, ne è un esempio emblematico. Grazie al programma delle Nazioni Unite “Safe Cities and Safe Public Spaces[1]”, aree urbane precedentemente marginalizzate sono state riprogettate con interventi mirati, come percorsi sicuri e illuminazione strategica. Questi cambiamenti non hanno soltanto migliorato la percezione di sicurezza per le donne, ma hanno innescato un ciclo virtuoso per chiunque: spazi più frequentati, nuove attività commerciali, investimenti immobiliari e una comunità urbana più integrata e prospera.

Il “World Cities Report 2020[2]” di UN-Habitat sottolinea come l’urbanizzazione inclusiva possa sostenere la crescita economica, migliorando la qualità della vita e creando opportunità di sviluppo sostenibile. Parallelamente, il “Global Future Cities Programme[3]” evidenzia il ruolo cruciale del gender-responsive design nella creazione di spazi urbani sicuri e vitali, capaci di favorire la partecipazione attiva di donne e altre fasce della popolazione tradizionalmente escluse.

Questi interventi dimostrano che il design urbano non è mai neutrale: riflette le priorità di chi lo progetta e influenza direttamente l’economia locale. Dove le donne si sentono sicure, arrivano bambini, giovani e anziani, trasformando intere aree in luoghi vivi e attraenti. Come osservato da Ada Colau, ex Sindaca di Barcellona: “recuperare la città significa recuperare la democrazia[4]”. A Kigali, questo ha significato anche recuperare il profitto, dimostrando che progettare per l’equità non è soltanto un nobile intento, bensì una efficace strategia produttiva.

Dal digitale al fisico: il potenziale economico dell’inclusività

Il design inclusivo non riguarda soltanto le città. Nel mondo digitale, piattaforme come Duolingo hanno aumentato i ricavi del 45%[5] nel primo trimestre del 2024 adottando un linguaggio neutrale, sostituendo termini come “policeman” con “police officer”. Questo ‘piccolo’ cambiamento ha reso l’esperienza più inclusiva per una vasta gamma di utenti, aumentando il coinvolgimento e la fedeltà.

design

(Designed by Freepik)

Nel 2015, l’introduzione globale del personaggio femminile “Alex” nel videogioco Minecraft ha coinciso con un raddoppio dei ricavi globali rispetto all’anno precedente, passando da 165 milioni a 350 milioni di dollari[6]. Sebbene non si possa attribuire l’aumento esclusivamente a questa scelta, l’espansione del pubblico del gioco riflette il potenziale economico di un design che abbraccia la diversità e include prospettive differenti.

Le conseguenze di un design non inclusivo

Anche nel settore automobilistico, il predominio, soprattutto nei crush test, di standard basati su dati maschili il cosiddetto: Default Male– ha portato a veicoli meno sicuri per le donne, benché, secondo l’UNRAE, le donne rappresentino il 40,6% degli acquirenti di auto nuove e il 38,3% di quelle usate[7]. Ignorare queste esigenze non soltanto mette a rischio la sicurezza, ma comporta anche una perdita rilevante di mercato. Per le aziende, adottare un design che consideri le differenze di genere è quindi una strategia essenziale per attrarre, soddisfare e mantenere una clientela più ampia.

Il design non inclusivo ha conseguenze significative anche in settori specifici, come quello militare. Le soldatesse, ad esempio, affrontano un rischio più elevato di fratture pelviche rispetto ai soldati, a causa di equipaggiamenti progettati per il corpo maschile. Questa problematica, segnalata in uno studio del 2017[8], non soltanto compromette la sicurezza delle donne, ma può anche ridurre l’efficacia e la produttività delle forze armate. Un design che tenga conto delle differenze fisiologiche è essenziale per migliorare la sicurezza e prevenire infortuni che potrebbero generare costi elevati e ridurre le capacità operative.

Siamo ancora nelle fasi iniziali della comprensione del problema

Chiunque voglia obiettare che il design inclusivo manchi di soluzioni pronte dovrebbe considerare quanto siamo ancora nelle fasi iniziali della comprensione del problema. Uno dei primi tentativi più strutturati per affrontare i bias di genere nel design è arrivato soltanto a marzo 2024 con la pubblicazione del “7 Switches for Inclusive Gender Equality by Design[9]” da parte della Champions of Change Coalition. Questo strumento mira a guidare le organizzazioni nell’identificazione di pregiudizi e opportunità per promuovere un design più equo: rappresenta un punto di partenza, non una soluzione definitiva. È la dimostrazione che siamo ancora nel processo di comprendere la portata del problema, prima di poterlo risolvere.

Parallelamente, normative come l’European Accessibility Act (EAA), che entrerà in vigore nel 2025, evidenziano l’importanza di un design pensato per chiunque. Sebbene l’EAA si concentri sull’accessibilità per persone con disabilità, il suo impatto dimostra come un approccio universale al design non solo migliori l’inclusione ma crei nuove opportunità di mercato. Secondo Eurostat, nel 2022, circa 101 milioni di persone in Europa, pari al 27% della popolazione sopra i 16 anni, vivevano con una disabilità[10]. Queste persone rischiano di abbandonare prodotti e servizi digitali che non soddisfano le loro esigenze, rappresentando una potenziale perdita economica per le aziende.

L’equità di genere nel design non è un costo

Adottare un design che includa chiunque non è solo una questione di conformità normativa, ma un’opportunità per le aziende di attrarre una clientela più ampia e fidelizzare il pubblico. Progettare in modo inclusivo genera un vantaggio competitivo, contribuendo a un panorama globale più equo e innovativo.
Ulteriori ricerche confermano l’impatto economico dell’inclusione. Secondo uno studio di Accenture del 2021, le organizzazioni che abbracciano diversità, equità e inclusione (DEI) hanno una probabilità quattro volte maggiore di ottenere rendimenti superiori per gli azionisti rispetto ai concorrenti meno inclusivi. Una ricerca Deloitte del 2022[11] ha rilevato che il design inclusivo può aumentare l’efficacia del marketing del 30%, dimostrando che non si tratta soltanto di valori etici, bensì di vantaggi competitivi concreti.

Ignorare queste evidenze significa lasciare sul tavolo opportunità di crescita e innovazione.

L’equità di genere nel design, che si tratti di prodotti digitali, città o strumenti agricoli, non è un costo: è un investimento essenziale per affrontare le sfide economiche e cogliere le opportunità di mercato di domani.

 

NOTE

[1] Safe cities and safe public spaces global results report (UN Women) 

[2] The Value of Sustainable Urbanization (World Cities Report 2020) 

[3] Global Future Cities Programme

[4] Riprendersi la città, riprendersi la democrazia

[5] Duolingo Reports 45% Revenue Growth and Record Profitability in First Quarter 2024; Raises Full Year Guidance

[6] Minecraft Revenue and Usage Statistics (2024) 

[7] Mercato auto nuova, la quota rosa al 40,6% 

[8] Female Soldiers Face Higher Risk of Training Injuries, Study Finds

[9] 7 Switches: A Guide For Inclusive Gender Equality by Design

[10] European Accessibility Act: cosa sapere sulla Direttiva Ue sull’Accessibilità

[11] Così l’inclusione diventa un valore aziendale