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Buoni pasto, cosa ci aspetta dopo il Ddl Concorrenza
Post di Francesca Pedroni, Head of Network di Coverflex Italia –
Il Ddl Concorrenza, recentemente approvato alla Camera dei Deputati, sta già facendo discutere molti settori del mercato italiano, e quello dei buoni pasto non fa eccezione. Infatti, il nuovo disegno di legge rappresenta un passo significativo verso la regolamentazione dei buoni pasto aziendali e mira a creare un sistema più equo e sostenibile. Ma come si è arrivati a questo punto e quali sono le soluzioni future?
Il sistema attuale dei buoni pasto aziendali è stato oggetto di dibattito per anni. Fino a questo momento, infatti, le aziende che acquistavano buoni pasto per i propri dipendenti hanno potuto beneficiare di sconti sul prezzo d’acquisto grazie alle commissioni imposte dagli emettitori agli esercenti. La situazione antecedente al Ddl aveva creato un mercato che costringeva gli esercenti a una posizione di netto svantaggio, dovendo fare i conti con commissioni elevate che spesso superavano il 10-15%. Questo sistema non solo riduceva i margini di guadagno per gli esercizi commerciali, ma talvolta li spingeva a rifiutare i buoni pasto, limitando così le opzioni per i consumatori e dando vita a un cortocircuito in un sistema sempre più insostenibile.
Lo svantaggio si trasferisce dagli esercenti alle società emettitrici
La nuova regolamentazione, che cerca di porre rimedio a questa disfunzione, stabilisce l’inserimento di un tetto massimo del 5% sulle commissioni che le società emettitrici di buoni pasto possono richiedere agli esercenti, come supermercati e ristoranti: in questo modo, l’obiettivo è riequilibrare il potere tra emettitori e utilizzatori finali. L’impatto di questa nuova normativa potrebbe essere profondo: di fatto, si tratta di una misura che ambisce a garantire equità e sostenibilità a lungo termine nel mercato dei buoni pasto.
Tuttavia, le società emettitrici dovranno ripensare i loro modelli di business e trovare nuovi modi per mantenere la propria redditività. In questo senso, infatti, se è vero che gli esercenti potrebbero vedere un miglioramento dei loro margini di profitto, dato che la riduzione delle commissioni alleggerirà una parte del peso finanziario, è altrettanto plausibile che le società emettitrici si trovino a dover ridurre gli sconti offerti alle aziende, o trovare soluzioni innovative per continuare a operare in maniera sostenibile.
Buoni pasto, verso un sistema più equo e sostenibile?
Per affrontare questi problemi, ci sono diverse soluzioni più sostenibili che potrebbero essere attuate, tra cui, come suggerisce il decreto, l’aumento della digitalizzazione dei buoni pasto. L’adozione di piattaforme digitali, infatti, non solo porterebbe a una riduzione dei costi operativi per le società emettitrici, ma offrirebbe anche una maggiore trasparenza e facilità d’uso per gli esercenti e i consumatori. Inoltre, un approccio più digitale potrebbe permettere una personalizzazione dell’offerta, adattandosi meglio alle esigenze specifiche dei diversi settori.
Tuttavia, l’implementazione di queste nuove soluzioni non sarà priva di sfide. La transizione verso un sistema più equo e sostenibile richiede tempo e un adattamento significativo da parte di tutte le parti coinvolte, ragion per cui non è da escludere che le società emettitrici debbano investire in nuove tecnologie e strategie di mercato, mentre gli esercenti dovranno adattarsi ai nuovi modelli operativi e, probabilmente, a una nuova dinamica di mercato.
Il rischio è che la novità finisca per pesare sui dipendenti
Una delle critiche principali al sistema attuale è la mancanza di considerazione per la prospettiva del dipendente. Il tetto alle commissioni rischia di portare a tagli del valore dei buoni, o addirittura all’abbandono del benefit da parte di alcune aziende a seguito della riduzione delle scontistiche attualmente offerte loro, a discapito però degli esercenti. È fondamentale lavorare verso un sistema equo per ogni parte coinvolta – azienda, esercente e dipendente – mettendo al centro l’utilizzatore finale.
Nuovi scenari ed espansione del welfare
Con la riduzione o l’eliminazione delle commissioni, si aprono nuovi scenari per l’espansione del welfare a settori che prima non lo adottavano per colpa di commissioni che intaccavano i loro margini, come il retail e i grandi distributori (GDO). Questo porterebbe a un sistema più inclusivo e vantaggioso per tutti i soggetti coinvolti.
Senza dubbio il panorama che si va profilando richiederà un approccio creativo e una collaborazione più stretta tra tutti i soggetti coinvolti. Ci aspettiamo di vedere nuove strategie di mercato, forse una maggiore digitalizzazione dei servizi e offerte più personalizzate per attrarre sia le aziende che gli esercenti. In questo senso, la digitalizzazione potrebbe rappresentare una via d’uscita sostenibile poiché non solo ridurrebbe i costi associati alla produzione e alla distribuzione dei buoni pasto fisici, ma potrebbe anche offrire nuove opportunità di integrazione con altri servizi aziendali e di fidelizzazione dei clienti.
In conclusione, il Ddl Concorrenza rappresenta un’opportunità per rivedere e migliorare il sistema dei buoni pasto aziendali, rendendolo più sostenibile e equo per tutte le parti coinvolte. L’attenzione alla sostenibilità e alla centralità del dipendente sono elementi chiave per il successo di questo sistema.