Nature-positive economy: i board al centro della transizione

scritto da il 06 Dicembre 2024

Post di Silvia Stefini e Manuela Macchi, rispettivamente Presidente e Steering Committee di Chapter Zero Italy, The Nedcommunity Climate Forum –

Come emerge dalla COP16, la protezione della natura e della biodiversità pone rischi strategici e offre opportunità di business. In un contesto climatico e ambientale sempre più sfidante, diventa ancora più rilevante per i Board guardare alla gestione della biodiversità e della natura come leva strategica per il successo a lungo termine delle imprese. I board delle aziende, con i loro doveri di governance, sono chiamati quindi a ridefinire nuove strategie per affrontare rischi e opportunità legati alla natura. Ma perché questa trasformazione è così importante e come si inserisce nel contesto attuale?

Perché i board devono agire?

La biodiversità è alla base dei servizi ecosistemici da cui dipendono molte attività economiche. Settori come l’agricoltura, il turismo, l’energia e la moda dipendono direttamente da risorse naturali e processi come l’utilizzo del suolo, la purificazione dell’acqua e la regolazione del clima. Tuttavia, la perdita di biodiversità sta accelerando, con sei dei nove confini planetari già superati ed un’esacerbazione dei rischi fisici climatici. Questo significa che il rischio per le aziende di subire interruzioni nelle catene di fornitura, aumento dei costi delle materie prime, nuove normative stringenti, trasformazione in rischi sistemici è sempre più concreto.

Più di 200 investitori istituzionali globali stanno facendo engagement con le società investite sulla Natura attraverso PRI Spring Initiative e Nature Action 100 perché facciano disclosure sulle loro strategie sulla Natura e Biodiversità in linea con i target e i goal definiti dal Kunming Montreal Global Biodiversity Framework – Target 15 approvato nel 2022, oltre che sui loro framework di risk management.

Secondo il World Economic Forum, circa il 50% del PIL globale, pari a 44 trilioni di dollari, è moderatamente o fortemente dipendente dai servizi ecosistemici. Questa dipendenza si traduce in rischi finanziari significativi, ma anche in opportunità straordinarie: la transizione verso modelli di business rispettosi della natura potrebbe generare fino a 10 trilioni di dollari e 395 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030.

Il quadro regolatorio e gli standard emergenti

A livello internazionale, sono in aumento le normative che richiedono alle imprese di integrare considerazioni sulla natura nei loro processi decisionali e nei report di sostenibilità. L’Unione Europea, con direttive come la CSRD, la CS3D, l’EUDR, la EU Waste Framework Directive o la Direttiva Materie Prime critiche, guida ulteriormente il cambiamento verso modelli di business resilienti e nature-positive.

Tra i framework principali emerge la TNFD (Taskforce on Nature-related Financial Disclosures), che guida le aziende nell’identificazione, valutazione e gestione dei rischi e delle opportunità legati alla natura. Costruito sulla base della precedente TCFD (sui rischi climatici), la TNFD adotta un approccio chiaro e strutturato (LEAP) per integrare la biodiversità nella strategia aziendale.

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La leadership dei board può fare la differenza nel trasformare le sfide ambientali in opportunità,(Designed by Freepik)

Le priorità per i board

Cosa devono fare, dunque, i board aziendali?

  1. 1. Supervisione e Rafforzamento della governance: i board devono supervisionare questi temi, assicurandosi di avere al proprio interno le giuste competenze per stimolare il dibattito con frequenza, sia nei comitati sia nel consiglio.
  2. 2. Valutazione e gestione dei rischi e delle opportunità legati alla natura: è necessario identificare quali parti del modello di business e della catena del valore sono maggiormente esposte e stabilire priorità basate su una valutazione di materialità.
  3. 3. Integrazione nella strategia: le considerazioni sulla biodiversità devono diventare parte integrante delle strategie e dei piani aziendali, dei processi, delle decisioni di investimento e della remunerazione.
  4. 4. Trasparenza e reporting: una rendicontazione chiara dei rischi, delle opportunità e delle strategie che evidenzi ‘la presa in carico’ della natura è fondamentale per attrarre investitori e mantenere la fiducia degli stakeholder.
  5. 5. Collaborazione e dialogo: è importante stabilire un dialogo e un confronto continuo con i peer, gli investitori e i regolatori per rimanere aggiornati sui rischi emergenti e sulle migliori pratiche.

Dove siamo oggi?

Ad ottobre 2024, oltre 500 aziende, rappresentanti 6,5 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato, hanno aderito al TNFD, framework allineato agli Standard ESRS. Il percorso è appena iniziato: molte imprese devono ancora integrare pienamente questi principi nelle loro strategie. Gli investitori, nel frattempo, stanno aumentando la pressione affinché le aziende dimostrino un impegno concreto verso obiettivi “nature-positive”.

In un contesto in cui la resilienza aziendale è sempre più legata alla capacità di rispettare e valorizzare la natura, i board hanno un ruolo cruciale. La loro leadership può fare la differenza nel trasformare le sfide ambientali in opportunità, contribuendo non solo al successo delle imprese, ma anche alla salvaguardia del nostro pianeta per le generazioni future.