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Lavoro da remoto e produttività: 5 consigli pratici per i leader
Post di Giulia D’Amato, co-founder di Startup Geeks, incubatore online italiano di startup e società full remote attiva nel campo della formazione imprenditoriale –
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un’evoluzione cruciale nel modo in cui concepiamo il lavoro. La pandemia ha accelerato un trend già in crescita: la flessibilità lavorativa. Tuttavia, molte aziende stanno spingendo per un ritorno alla normalità pre-pandemica, richiamando i collaboratori negli uffici, spesso in un modello ibrido.
In questa fase, è essenziale porsi una domanda: stiamo andando nella direzione giusta?
Molti lavoratori lo considerano ormai un diritto acquisito, mentre diverse aziende rimangono scettiche e richiamano i loro collaboratori all’interno delle ben più controllate mura dell’ufficio. La crescita dei lavoratori coinvolti nel lavoro da remoto però è inarrestabile, 3,65 milioni solo nel 2024.
Nel mio ruolo, ho potuto osservare come la flessibilità lavorativa non solo sia apprezzata dai collaboratori, ma sia un vero e proprio catalizzatore di crescita e innovazione. Il lavoro da remoto, contrariamente a quanto sostengono alcuni manager tradizionali, non danneggia la produttività né mina la cultura aziendale, se ben gestito ovviamente.
Lo confermano studi come quello del professor Nicholas Bloom di Stanford, che ha dimostrato come lavorare da casa migliori la soddisfazione e riduca i tassi di turnover, senza impatti negativi sulle performance aziendali.
Non sorprende che anche i CEO vogliano mantenere la flessibilità. Da Brian Niccol di Starbucks a Hillary Super di Victoria’s Secret, questi leader hanno scelto di non tornare completamente alle sedi fisiche, segnalando una tendenza che non possiamo ignorare.
In Italia, l’ISTAT ha tracciato un profilo chiaro del lavoratore da remoto. Parliamo di una persona laureata, con un’età tra i 35 e i 44 anni, che ha un impiego nei settori dell’informazione e comunicazione (57,6%) e delle attività finanziarie ed assicurative (37,3%). La percentuale di donne che lavorano da casa rimane superiore a quella degli uomini (13,4% contro 11,0%), anche se il divario si sta riducendo.
Si tratta di una forza lavoro che non cerca solo un impiego, ma un’opportunità di crescita personale e professionale, in linea con i propri valori e vocazioni. La domanda di flessibilità non riguarda solo dove si lavora, ma come si lavora e l’impatto che questo può avere sulla vita personale.
Le aziende che sapranno adattarsi a questa nuova realtà avranno un accesso privilegiato ai migliori talenti e costruiranno una cultura aziendale orientata all’innovazione. Il futuro del lavoro non è fisso in uno spazio; è fluido, collaborativo e orientato agli obiettivi.
Come leader, è nostro compito capire che il lavoro da remoto non è un compromesso, ma una nuova opportunità per trasformare il modo in cui pensiamo al lavoro e, di conseguenza, al successo delle nostre aziende.
Per gli imprenditori che vogliono portare la loro impresa verso il futuro, ci sono 5 consigli pratici da tenere in considerazione:
- 1. Adattare lo stile di leadership: I leader aziendali devono evolvere il proprio approccio, passando da un controllo a vista a una leadership basata sulla fiducia, valutando i risultati non le ore lavorate.
- 2. Garantire una flessibilità reale: La flessibilità non deve essere solo uno slogan. Le aziende devono offrire un vero lavoro da remoto, senza vincoli geografici, permettendo ai collaboratori di bilanciare le esigenze professionali con quelle personali. Questo approccio non solo aumenta la soddisfazione lavorativa, ma attrae anche talenti di alto livello che cercano un ambiente di lavoro moderno e dinamico.
- 3. Promuovere la proattività e l’impatto che si può avere in azienda: senza gli incontri informali che avvengono in ufficio, è necessario prevedere regolari videochiamate per facilitare lo scambio di idee, aggiornarsi reciprocamente sui progressi e prendere decisioni in modo collettivo.
- 4. Investire in strumenti digitali efficaci: assicurarsi che il team abbia accesso a piattaforme di comunicazione e gestione dei progetti che rendono fluido il lavoro da remoto. L’uso di strumenti di messaggistica asincrona come Slack, ad esempio, può facilitare una comunicazione continua senza imporre la necessità di riunioni costanti.
- 5. Promuovere una cultura del tracciamento degli obiettivi: essenziale per mantenere il team allineato e coinvolto anche a distanza la necessità di un sistema strutturato per il monitoraggio dei risultati. Un esempio efficace è la metodologia OKR (Objectives and Key Results), che permette di definire obiettivi chiari e misurabili, e di monitorare i progressi in modo trasparente.
Questi principi non solo consentono alle aziende di essere più competitive, ma contribuiscono a creare un ambiente di lavoro più soddisfacente e produttivo per tutti i collaboratori.