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Il libro dà lavoro, fra tradizione e digitale. Con un occhio alla Gen Z
Post a cura del team Libraccio –
Il sistema produttivo culturale italiano vale oltre 95 miliardi di euro e ne attiva complessivamente più di 270. Non solo, offre lavoro a un milione e mezzo di persone, che corrispondono al 5,8% degli occupati totali: questi sono i dati che emergono da “Io sono cultura 2023”, l’ultimo rapporto della Fondazione Symbola che ha messo in luce come proprio la città di Milano e la Lombardia trainino il settore e siano riusciti a divenire, pur con le difficoltà del periodo pandemico, un vero proprio “motore di innovazione”. Inoltre, secondo i dati dell’Associazione Italiana degli Editori (Aie) raccolti in collaborazione con Nielsen, BookScan e IE Informazioni Editoriali, il nostro Paese è al quarto posto tra i grandi mercati europei, in un contesto in cui il libro è la prima industria culturale d’Europa.
Industria in profonda trasformazione. E il libro?
Industria che sta vivendo un periodo di profonda trasformazione strettamente connesso al ruolo sempre più pervasivo delle tecnologie digitali: il mondo dei libri è interessato da una costante evoluzione e il futuro dell’editoria sembra muoversi in perenne equilibrio tra innovazione e tradizione. Inizialmente si credeva che la stessa transizione al digitale potesse rappresentare una minaccia anche all’esistenza tradizionale dei libri; in realtà, questi sistemi stanno dimostrando le proprie potenzialità non solo nel riuscire a intercettare un pubblico più ampio di persone, ma anche nel trovare nuove modalità per la fruizione di contenuti.
Da un punto di vista più orientato al compromesso, dunque, si può riconoscere come il libro cartaceo e le professioni che vi ruotano intorno continuino a rivestire un ruolo centrale nella filiera, nonostante e grazie al periodo di transizione che questa sta attraversando.
Le professioni della filiera editoriale
Volendo esplorare le professioni più significative della filiera editoriale, tra tradizione e innovazione, troviamo innanzitutto l’editor, uno dei mestieri portanti del settore, che ha la responsabilità di seguire la redazione di un’opera letteraria, dalla sua ideazione fino alla pubblicazione, assicurandosi della cura grammaticale, così come della coerenza stilistica e formale. Ricade sull’editor anche il compito di correggere le bozze e revisionare le eventuali traduzioni: leggendo le opere proposte alle case editrici, questa figura professionale ne giudica la pubblicabilità per poi dedicarsi alla loro supervisione durante la stesura.
Nel mondo dell’editoria, poi, è il/la talent scout a preoccuparsi di cercare progetti letterari da proporre alle case editrici. Il rapporto degli scout letterari con una casa editrice può essere esclusivo – e in questo caso il/la talent scout seleziona e propone storie, ritenute valide, solo alla specifica CE con cui collabora – oppure svincolato da legami di esclusività.
Una volta data origine a un’opera letteraria e pubblicata, questa necessita di promozione e diffusione: qui diventa cruciale la figura del/della digital PR e event manager, supporto indispensabile per gli editori e per il rapporto con il pubblico in tutto il percorso di vita del libro. Questa professionalità si occupa di gestire le pubbliche relazioni, promuovendo il libro e l’autore o autrice e alimentandone la notorietà anche attraverso i nuovi media, affiancando l’ufficio stampa tradizionale nella relazione con i giornalisti.
Le attività gestionali connesse ai diritti che gravitano attorno a un’opera letteraria sono a carico invece dell’agente letterario, che tutela l’opera e il suo autore o la sua autrice. Tra le responsabilità principali della figura vi è la cura dell’immagine dello scrittore o della scrittrice, dei guadagni, così come della relazione con la casa editrice. Solitamente l’agente lavora per un’agenzia, conosce nel dettaglio il mercato editoriale ed è responsabile anche dei cosiddetti diritti secondari, ossia connessi alle trasposizioni cinematografiche o televisive.
Influencer e booktoker per guardare alla Gen Z
Infine, proprio la digitalizzazione e il diffondersi dei social network hanno determinato lo sviluppo di figure professionali innovative e particolarmente vicine alle nuove generazioni. Si pensi al/alla book influencer e booktoker, due mestieri che sfruttano i social media come strumento per conversare e dispensare consigli di lettura alla propria community. Il book influencer, attraverso il proprio profilo social, condivide le ultime letture, le proprie preferenze, ma anche le novità del settore, con l’obiettivo di esercitare una qualche influenza e diffondere la passione per il libro. Il booktoker, nello specifico, svolge questa attività su TikTok, rivolgendosi soprattutto al target della Gen Z, la principale fruitrice di questa piattaforma.
Il libro alla ricerca di nuovi equilibri
In conclusione, stiamo vivendo un momento particolare dell’industria editoriale che è in cerca di un proprio equilibrio tra tradizione e innovazione, tra tangibile e digitale. Si pensi all’e-book: indubbiamente è diventato una parte integrante del mercato, ma ancora non è riuscito a scalzare del tutto il libro cartaceo. Inoltre, se è vero che il digitale ha aperto a nuove opportunità, impattando anche sulle professioni stesse dell’ambito culturale, è altrettanto innegabile che il libro di carta continua a rivestire un ruolo cardine, così come gli editori e le altre figure di cui sopra: l’augurio è che la coesistenza tra tradizione e innovazione possa essere continuamente supportata per valorizzare ancora di più una circolazione democratica e inclusiva della cultura.