Parità di genere, traguardo lontano anche nelle polizze vita

scritto da il 08 Ottobre 2024

Post di Raffaele Didonato, Country Manager Italia di Life5 – 

La disparità di genere è oggi una delle questioni più rilevanti ed attuali che interessano sia la sfera sociale che lavorativa. Se da un lato, a livello nazionale, si sta prendendo sempre più consapevolezza del problema e si stanno adottando misure per ridurre l’entità di questo fenomeno, dall’altro, secondo le stime del Global Gender Gap Report 2024, l’Italia si posiziona all’87esimo posto a livello globale per divario di genere, perdendo otto posizioni rispetto al 2023, e al 37esimo posto in Europa, davanti solo a Ungheria, Repubblica Ceca e Turchia

La disparità di genere permea diversi ambiti della società, ma uno degli aspetti più rilevanti è il divario salariale, che evidenzia una distribuzione iniqua delle opportunità lavorative e delle retribuzioni tra uomini e donne. Secondo i dati dell’INPS, le principali cause di questo divario persistente in Italia, sono riconducibili alla maggiore diffusione di contratti part-time tra le donne e al loro coinvolgimento in lavori non retribuiti, come la cura dei figli e della casa. A ciò si aggiunge una marcata prevalenza di uomini in ruoli di gestione e supervisione, contribuendo ulteriormente a perpetuare questa disuguaglianza.

Polizze vita, come si riflette il gap di genere in Italia

Si tratta di dati poco incoraggianti che inevitabilmente si riflettono su fattori quali le priorità d’investimento e l’accesso alle risorse finanziarie, di cui, purtroppo, troviamo riscontro anche nel settore dell’assicurazione sulla vita in cui operiamo. Durante il primo semestre del 2024 abbiamo infatti condotto una ricerca su 15 mila persone che hanno manifestato il desiderio di stipulare una polizza vita. Questa indagine ci ha permesso di tracciare un identikit di chi oggi in Italia è interessato a sottoscriverne una e i risultati, purtroppo, sono allineati a questo quadro sociale.

Ciò che è emerso offre infatti una chiara panoramica su un assetto sociale ancora molto influenzato dalle dinamiche suddette, in cui è l’uomo a sentire la responsabilità della protezione economica della propria famiglia. Se infatti l’età media riscontrata degli interessati risulta allineata sia per le donne che per gli uomini, tra i 45-46 anni, lo stesso non si può dire sicuramente degli altri parametri come sesso e capitale assicurato. Gli uomini sono infatti il 70% di chi si è interessato a stipulare una polizza vita, mentre le donne sono solo il 30%. Tra le motivazioni assicurative principali troviamo per il 73% dei rispondenti, proprio la volontà di tutelare lo stile di vita della propria famiglia, per il 24% la protezione da una situazione debitoria come un mutuo o un finanziamento, e per il restante 3% altre motivazioni.

genere

La differenza nel capitale assicurato medio

Ulteriore conferma della disparità ancora fortemente diffusa, soprattutto salariale, tra uomo e donna è rappresentata dal capitale assicurato medio, che per le donne (meno di 150 mila euro) è ancora inferiore del 12% rispetto a quello degli uomini (circa 170 mila euro). Chi guadagna di più, può ovviamente investire di più, e questi dati quindi sembrano arrivare in continuità con quanto riscontrato nel recente rapporto OCSE Education at a Glance 2024, secondo il quale, in Italia le giovani donne laureate guadagnano in media il 58% del salario dei loro coetanei maschi, evidenziando il più ampio divario retributivo di genere nell’area OCSE.

Queste disparità, ancora ampiamente diffuse e radicate, riflettono un contesto sociale complesso e sfaccettato, in cui diversi fattori giocano un ruolo cruciale. Tra i più rilevanti – ma certamente non gli unici – si possono citare la distribuzione diseguale dei compiti familiari e le profonde differenze nei congedi parentali, elementi che ostacolano in modo significativo la riduzione di questo divario di genere.

I risultati del nostro sondaggio rappresentano solo uno dei tanti sintomi di una situazione sociale che vede spesso l’uomo come principale responsabile economico della famiglia, scenario che potrà evolvere solo attraverso una graduale trasformazione sociale e culturale. Secondo il Global Gender Gap 2024 ci vorranno 134 anni per raggiungere la piena parità di genere globale.