L’algoritmo del talento: abbinare competenze e opportunità con l’AI

scritto da il 12 Settembre 2024

Post di Tiziano Bertolotti, CEO, Peoplelink – 

In un mondo del lavoro in continua evoluzione, trovare il giusto equilibrio tra le aspirazioni individuali e le esigenze aziendali è una sfida sempre più complessa. Da un lato, le persone desiderano percorsi professionali stimolanti e gratificanti, in linea con le proprie competenze e ambizioni. Dall’altro, le aziende necessitano di talenti in grado di adattarsi rapidamente a contesti mutevoli e di contribuire al raggiungimento di obiettivi di business altrettanto dinamici.

Si tratta di tendenze che nella realtà non per forza convergono. Secondo il Bollettino annuale 2023 del Sistema informativo Excelsior – Unioncamere e Anpal, sono poco meno di 2,5 milioni di unità le figure professionali che le imprese hanno fatto fatica a reperire, un valore in crescita rispetto all’anno precedente. Nello specifico, le imprese segnalano la mancanza di candidati per quasi 1,6 milioni delle ricerche più critiche, mentre una preparazione non adeguata è la causa di 685 mila posizioni che le aziende non riescono a coprire nel momento in cui si presenta l’esigenza.

Si tratta di dati che trovano riscontro anche in una recente survey sul Talent Management condotta da Cegos Italia, che ha evidenziato come principali sfide per le organizzazioni una generale mancanza di candidature (38%) e la carenza di competenze soft e tecnico-specialistiche (25% per entrambe le categorie).

In questo scenario, l’intelligenza artificiale (Artificial Intelligence, AI) si propone come potente strumento per creare un ponte tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, abbinando in modo efficace competenze, aspirazioni e opportunità.

L’AI al servizio della scoperta del talento

L’applicazione dell’AI nel recruiting e nella gestione delle risorse umane sta rivoluzionando il modo in cui le aziende individuano e valorizzano i talenti.

Secondo una recente indagine condotta da LinkedIn, Future of Recruiting, i recruiter in Europa e negli Stati Uniti vedono l’intelligenza artificiale come un fattore determinante per il futuro del settore del reclutamento. Secondo lo studio, che ha coinvolto oltre 2.500 professionisti, il 73% degli intervistati riconosce l’importanza di aggiornarsi sulle evoluzioni tecnologiche per mantenere un vantaggio competitivo.

Attraverso l’analisi di enormi quantità di dati provenienti da curriculum vitae, profili social, test attitudinali e performance lavorative, gli algoritmi AI sono in grado di:

  • – Identificare le competenze chiave: l’IA analizza le descrizioni dei lavori, i profili dei candidati di successo e le tendenze del mercato per individuare le competenze tecniche, trasversali e relazionali più richieste in specifici settori e ruoli.
  • – Valutare il potenziale inespresso: superando i limiti della valutazione tradizionale basata sui titoli di studio e sull’esperienza pregressa, l’IA può individuare nei candidati competenze latenti, attitudini e soft skill trasferibili ad altri contesti.
  • – Prevedere le performance future: attraverso l’analisi dei dati storici e l’apprendimento automatico, l’IA può predire con crescente accuratezza il successo di un candidato in un determinato ruolo, riducendo il rischio di turnover e aumentando il ritorno sull’investimento per le aziende.

Dall’incontro tra aspirazioni e opportunità nascono percorsi di carriera personalizzati

L’AI non si limita a facilitare l’incontro tra domanda e offerta, ma può contribuire a creare percorsi di carriera personalizzati, in linea con le aspirazioni individuali e le esigenze aziendali. Non si tratta solo di una trasformazione tecnologica, ma anche culturale: integrando cultura del dato, approccio strategico e gestione basata sulle competenze, questa evoluzione promette di rivoluzionare il modo in cui le aziende gestiscono e valorizzano i propri talenti.

AI

Attraverso piattaforme di talent management basate sull’AI, i dipendenti possono:

  • – Esplorare nuove opportunità: l’intelligenza artificiale suggerisce percorsi di carriera interni all’azienda, progetti speciali e opportunità di formazione in linea con le competenze, gli interessi e le aspirazioni di crescita di ciascun dipendente.
  • – Sviluppare nuove competenze: l’AI identifica le aree di miglioramento e suggerisce percorsi formativi personalizzati, basati sulle ultime tecnologie e sulle esigenze del mercato del lavoro.
  • – Ricevere feedback personalizzati: gli algoritmi analizzano le performance lavorative, fornendo feedback mirati e suggerimenti per migliorare la produttività e la soddisfazione sul lavoro.

Un futuro di lavoro più equo e meritocratico?

Oltre a semplificare e rendere più efficaci i processi di recruitment e onboarding, le soluzioni di AI possono anche aiutare le aziende a superare i bias cognitivi nella ricerca di candidati, e contribuire così a creare un ambiente di lavoro più inclusivo, produttivo e meritocratico. In questo senso, diventa particolarmente critica l’accurata selezione e integrazione delle fonti di dati che alimentano il sistema, che non devono essere a loro volta affetti da preconcetti.

L’utilizzo dell’AI nel mondo del lavoro, infatti, non è privo di sfide etiche. È fondamentale quindi garantire che gli algoritmi siano progettati e utilizzati in modo responsabile, evitando di alimentare discriminazioni e pregiudizi. La trasparenza, la tracciabilità e la possibilità di intervento umano costituiscono elementi cruciali per garantire un utilizzo etico e responsabile dell’intelligenza artificiale.

Nonostante le sfide, l’intelligenza artificiale ha il potenziale per rendere il mondo del lavoro più equo e meritocratico, offrendo a tutti pari opportunità di successo professionale. Abbinando in modo intelligente competenze, aspirazioni e opportunità, l’AI può contribuire a creare un futuro del lavoro più gratificante e appagante sia per le persone che per le aziende.

L’AI non sostituirà l’uomo, ma lo affiancherà

È importante sottolineare che l’intelligenza artificiale non è destinata a sostituire l’uomo nel processo decisionale, ma a fornire strumenti di analisi e supporto per decisioni più consapevoli e informate. Il fattore umano, con la sua capacità di giudizio, empatia e creatività, rimarrà fondamentale nella gestione delle risorse umane e nella creazione di un ambiente di lavoro positivo e stimolante.

Nella sostanza, l’AI rappresenta un’opportunità unica per ripensare il mondo del lavoro, creando un ecosistema in cui le persone possano esprimere al meglio il proprio potenziale e le aziende possano beneficiare di talenti motivati e competenti. E sarà proprio l’abbinamento tra la tecnologia avanzata e le competenze umane a fare la differenza, sia per le organizzazioni che per le realtà specializzate che le supportano nei processi di gestione e sviluppo del capitale umano. Trovare il giusto equilibrio rappresenta la sfida cruciale per il futuro.