categoria: Vendere e comprare
Shopping, è ancora possibile senza farsi influenzare dai social?
Post di Omar Bragantini, growth manager e consulente per la crescita degli e-commerce –
I social media influenzano significativamente i comportamenti di acquisto dei consumatori, con un impatto particolarmente marcato tra i più giovani, come evidenziato dalle statistiche che mostrano l’85% dei consumatori della Generazione Z influenzati dai social media nelle loro decisioni di acquisto (Retail Dive).
L’85% degli uomini e l’86% delle donne afferma che i social media influenzano le loro decisioni di acquisto. Ma non solo, il 45% degli intervistati della generazione Z ha indicato TikTok e Instagram come le principali piattaforme che influenzano le loro decisioni di acquisto, seguite da YouTube (38%), Facebook (24%), Snapchat (17%), Twitter (14%) e Reddit (7%).
Questo fenomeno è ulteriormente amplificato dall’efficacia del contenuto generato dagli utenti (UGC), che risulta essere molto più influente del marketing tradizionale, coinvolgendo gli utenti fino al 70% in più rispetto ai contenuti brandizzati e aumentando le conversioni del 29% (SearchLogistics).
La potenza degli user-generated content
Gli UGC (User-Generated Content) sono 8,7 volte più potenti dei contenuti degli influencer e 6,6 volte più influenti dei contenuti brandizzati.
Gli ugc creator esistono da molto tempo, ma non sono mai stati usati con così tanta efficacia nelle comunicazioni dei brand e-commerce.
La loro efficacia deriva dalla genuinità della persona che parla (non è un influencer e quindi sembra più l’amico della porta accanto), dal fatto che i video con un volto e una persona che parla creano una maggior empatia e relazione con l’audience, dal fatto che ultimamente le persone sembrano fidarsi meno dei super big influencer (perché appunto pagati) ma di più delle persone “sconosciute”.
Negli ultimi anni questo fenomeno è letteralmente esploso.
A partire dagli anni della pandemia e del lockdown si sono create nuove abitudini di acquisto, le persone hanno preso una maggior confidenza con i pagamenti digitali e si è creata una maggior consapevolezza sulla possibilità di acquistare anche online senza perderne in qualità della transazione e senza rischiare truffe online.
Da qui il volano ha continuato a girare.
Da un lato i consumatori fiduciosi e consapevoli hanno aperto sempre più i loro portafogli a siti e piattaforme di vendita online.
Dall’altro le aziende hanno cominciato ad esplorare questi nuovi canali di vendita e comunicazione.
Dall’altro lato ancora gli addetti ai lavori (sviluppatori, agenzie di marketing, freelancer) hanno visto accrescere enormemente la domanda di figure specifiche sul mercato.
Un nuovo protagonista sui social: l’UGC creator
Da qui sono nate anche nuove figure che fino a qualche anno fa non sarebbero neppure minimamente state pensate.
L’UGC creator per esempio, non è un influencer, non ha un pubblico di milioni di followers. Sa semplicemente comunicare online via forma video. Viene pagato da un’azienda e-commerce per metterci la faccia e comunicare il messaggio più o meno pubblicitario del brand.
A livello pubblicitario questa tipologia di contenuti sembrano piacere molto al pubblico perchè connotate meno “di vendita pubblicitaria” rispetto ad una classica sponsorizzata.
Sempre la ricerca di SearchLogistics afferma che i contenuti creativi UGC generano tassi di conversione più alti del 29% rispetto alle campagne che non li utilizzano.
L’87% delle aziende utilizza gli UGC in qualche forma per condividere contenuti più autentici con il proprio pubblico di destinazione
E solo l’1% dei millennial ritiene che gli annunci dei brand tradizionali siano sufficientemente coinvolgenti e affidabili da meritare un clic.
La forza dei social, l’avvento dell’intelligenza artificiale
L’avvento dell’intelligenza artificiale ha poi dato una spinta ulteriore in termini di sviluppi di piattaforme e-commerce per il generare business e creazione di nuovi specialisti sul mercato.
Chi avrebbe mai potuto immaginare la nascita di una figura come il “Prompt Architect”, ovvero lo specialista che sa fornire le giuste indicazioni, domande e informazioni ad un’intelligenza artificiale come ChatGPT per ottenere un output efficace e coerente alla richiesta.
L’intelligenza artificiale impatta enormemente anche nello sviluppo di e-commerce e delle vendite online. Si sono sviluppate piattaforme che creano UGC con avatar creati con intelligenza artificiale, con script di testo creati con intelligenza artificiale su sfondi artificiali. In pratica degli UGC fatti totalmente dall’intelligenza artificiale.
Live chat sostituite dai chatbot
Possiamo dire che gli sviluppi dell’intelligenza artificiale sul mondo e-commerce sta impattando in modo da arrivare ad una totale automatizzazione di acquisizione di nuovi clienti grazie agli strumenti pubblicitari digitali (Facebook, Instagram, Google, TikTok, Pinterest e tanti altri) e fare in modo che il tuo negozio fatturi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tutto l’anno, senza la presenza di un venditore all’atto della transazione.
Le live chat possono essere sostituite da dei chatbot, la logistica automatizzata, e la comunicazione creata con intelligenza artificiale.
Certo l’esperienza sarà totalmente diversa da quella di un negozio fisico offline, così come da quella di un customer care umano. Ma potremo utilizzare le potenzialità dell’intelligenza artificiale come una leva di sviluppo per un business ampiamente scalabile come quello online.
Social a 360 gradi: chi non si adatta rischia di fallire
In un mondo in continua sviluppo risulterà molto difficile per i consumatori non farsi influenzare da queste innovazioni. A livello social sono ormai inglobati nelle nostre vite a 360 gradi, ci hanno modificato le abitudini, create di nuove, e svolgono un ruolo impattante nelle nostre decisioni, di acquisto, di relazioni e di lavoro.
Le potenzialità dell’intelligenza artificiale saranno ancora più decisive nella scelta di un prodotto anziché di un altro, nella scelta di un brand anziché di un altro. E la capacità di riuscire ad equilibrare questi strumenti insieme alla relazione umana sarà per il brand la chiave di svolta.
I social così come gli strumenti di intelligenza artificiale sono per l’appunto delle leve che seguono il compounding effect. Un brand “vincerà” su altri competitor perché è stato in grado di seguire questi andamenti, tenersi aggiornato e ha rafforzato le relazione con i clienti, migliorando l’esperienza sul sito anche grazie a questi strumenti.
Non so se queste innovazioni diventeranno sempre più dirompenti e decisive per il successo di un brand online. Sappiamo però che l’incapacità di adattarsi al cambiamento innovativo in essere porterà il fallimento di tutte quelle aziende relegate ad un passato che ora non c’è più.