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Scooter elettrici, polizze su misura per una mobilità più green
Post di di Antonella Comes, CEO di Pikyrent –
Nel contesto della crescente urgenza di ridurre le emissioni di carbonio e affrontare il cambiamento climatico, la sharing mobility green emerge come un pilastro fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione 2030. In particolare, lo scooter sharing full electric rappresenta un esempio tangibile di come l’innovazione nel settore della mobilità a servizio dei cittadini possa trasformare positivamente le nostre città, riducendo l’inquinamento atmosferico e migliorando la qualità della vita urbana. In Italia, come nel resto del mondo, lo scooter sharing sta vivendo un momento di forte crescita.
Basti pensare che entro il 2027 arriverà a valere, a livello mondiale, circa 73 milioni raggiungendo quasi 500mila utenti[1]. Tuttavia, uno dei problemi più rilevanti che gli operatori del settore hanno riscontrato e devono affrontare e che, a lungo andare potrebbe rallentare l’intera crescita del settore, è la mancanza di polizze assicurative specifiche che possano coprire i rischi legati a questa tipologia di servizio in modo adeguato, senza penalizzarlo.
Lo scenario: settore in crescita
Secondo gli ultimi dati diffusi nel 7° report dell’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility il mercato dello scooter sharing italiano ha visto un aumento del 42% del numero di noleggi nel 2022 rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 4,4 milioni e i 20 milioni di chilometri percorsi. Questo trend positivo indica una crescente accettazione e fiducia da parte degli utenti verso questo tipo di mobilità sostenibile che ha spinto sempre più operatori a investire in questo servizio con l’obiettivo di soddisfare le esigenze di mobilità delle persone, ma anche di contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 nelle nostre città grazie a flotte full electric.
Questo aspetto diventa cruciale considerando che il settore dei trasporti è tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra nelle aree urbane. Le principali città dove si è registrata questa crescita sono Milano con un aumento del 113% e Roma con l’83%. Questo aumento esponenziale nell’uso di mezzi in sharing, tra cui gli scooter, ha portato a una maggiore richiesta di polizze assicurative specifiche. Nel 2022 sono stati registrati 660 sinistri, con i monopattini in sharing che hanno rappresentato il 60% del totale degli incidenti, seguiti dagli scooter (20,5%) e dalle biciclette (19,5%). Il numero medio degli incidenti dello scooter sharing rilevato ogni 100.000 noleggi si è quasi dimezzato nel 2022 passando dal 7,77 (2021) a 3,76.
Le sfide assicurative e normative
Gli operatori europei della sharing mobility devono confrontarsi con un panorama normativo complesso e variabile, spesso anche da comune a comune. Questo comporta costi di conformità elevati e sfide significative nella comprensione e attuazione delle regolamentazioni locali. La sicurezza degli utenti e dei terzi è un aspetto cruciale connesso al servizio e le polizze assicurative richieste dai Comuni devono riflettere questa priorità, ma ciò porta spesso a un incremento dei premi a carico degli operatori. Oltre a ciò, la necessità di tutelarsi dai continui tentativi di furto (anche solo parziale) o atti di vandalismo riferiti ai veicoli in sharing, costituisce un altro tema cruciale, che deve necessariamente coinvolgere le forze di polizia locale al fine di aumentare controlli e il monitoraggio preventivo del territorio, ma anche le compagnie assicuratrici con soluzioni mirate di tipo win-win.
Per affrontare queste sfide, i fornitori di servizi di mobilità, soprattutto quelli che fanno parte come noi di Assosharing, stanno lavorando a stretto contatto con le compagnie di assicurazione per sviluppare polizze su misura che possano coprire i rischi specifici associati ai servizi di mobilità in condivisione. Questa collaborazione ha come obiettivo quello di creare soluzioni assicurative flessibili e, speriamo, convenienti e in grado di adattarsi ai cambiamenti delle normative e a modelli di utilizzo, ma soprattutto accessibili a tutti gli operatori del comparto, anche quelli medio-piccoli, più inclini per loro natura ad attivare i servizi di mobilità condivisa anche nei piccoli comuni, garantendone la crescita e la capillarità.
In questo scenario l’integrazione della tecnologia e l’analisi dei dati, permette di valutare meglio i rischi e personalizzare i premi assicurativi in base all’utilizzo effettivo dei veicoli: da parte degli operatori c’è massima disponibilità a condividere questi dati con le compagnie assicuratrici.
Dallo studio “Move to the future” realizzato da EY in collaborazione con l’Italian Insurtech Association emerge che il 71% delle compagnie assicurative italiane include nella propria offerta prodotti specifici per la mobilità elettrica, il 41% degli intervistati ritiene che il trend del pay-per-use dominerà il mercato, seguito dalla mobilità multimodale e da quella sostenibile. Il modello pay per use rappresenta un cambio radicale poiché si fonda sul passaggio dall’“ownership” all’“usership” del mezzo, in cui i costi sono basati sull’effettivo utilizzo del veicolo.
Il caso Pikyrent a Bari
Uno degli esempi più significativi di queste difficoltà l’abbiamo toccato direttamente noi, a Bari, attraverso il servizio che offriamo alla città da oltre un anno. Nel corso degli ultimi 12 mesi abbiamo registrato oltre 150 sinistri: il 93% di questi è attribuibile ad atti di vandalismo, furti o incendi, solo il 7% sono sinistri veri e propri, quindi un dato, quest’ultimo, da un certo punto di vista, confortante.
Ma è il 93% che deve essere attenzionato, soprattutto se si ragiona nell’ottica di un servizio di mobilità condivisa, che è al pari dell’autobus o del taxi: quello che noi operatori offriamo è un servizio di pubblica utilità e deve perciò garantire dei buoni livelli di disponibilità dei mezzi, soprattutto per tutti gli utenti che ormai fanno affidamento su di esso per i loro spostamenti di breve o medio raggio. Detto ciò, è anche un dovere delle amministrazioni locali aiutarci a tutelarlo e garantirne l’accesso, in quanto elemento importante e complementare allo stesso TPL, nel ridurre la dipendenza dall’automobile privata e il traffico cittadino.
La complessità e l’elevato numero di sinistri passivi che abbiamo registrato hanno portato le principali compagnie assicurative italiane a rifiutare la sottoscrizione di polizze del tipo kasko o mini kasko, spingendoci, come unica soluzione per proseguire nell’erogazione del servizio, a dover ricorrere all’autoassicurazione, con tutto quello che ciò comporta. Quindi è necessario trovare delle alternative che soddisfino tutti gli attori coinvolti: compagnie assicuratrici, operatori di mobilità (questa è la voce di costo più rilevante del conto economico), amministrazioni locali e utenti.
Qui credo che il ruolo delle istituzioni debba essere centrale se si crede nella bontà della mobilità condivisa, nella sua crescita in virtù del contributo che può dare nel raggiungimento dei target del green deal. Non prendere in considerazione il problema e agire, nel medio termine, può rivelarsi molto controproducente.
Un patto tra operatori, amministrazioni e compagnie assicurative
In conclusione, lo scooter sharing full electric rappresenta non solo un’opportunità economica per le startup innovative e gli operatori che vogliono guardare al futuro della mobilità condivisa urbana, ma anche una soluzione fondamentale per affrontare le sfide globali legate al cambiamento climatico. Estendere questi servizi oltre le grandi città e integrarli in un ecosistema di mobilità più ampio in cui questi servizi affiancano il TPL e non vengono visti come competitor sono passi essenziali verso un futuro più sostenibile e resiliente per le nostre comunità.
Per garantire la crescita della sharing mobility è dunque necessario che anche le compagnie assicurative credano e investano realmente in questo settore, rendano disponibili e accessibili a tutti gli operatori soluzioni assicurative scalabili e in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e delle normative, assicurando così la sostenibilità del settore nel lungo termine.
Sarà solo grazie alla collaborazione, l’impegno condiviso verso la decarbonizzazione e l’innovazione tecnologica che operatori, amministrazioni comunali e compagnie di assicurazione potranno creare un ecosistema più sicuro e affidabile per gli utenti e trasformare la sharing mobility in catalizzatore di cambiamento per un futuro più green e resiliente.
[1] Fonte dati: Statista Market Insights