Canada, per le Pmi un territorio da esplorare. Ma promettente

scritto da il 01 Agosto 2024

“Il Canada è una nazione di cui si sa ben poco, se parliamo di possibilità commerciale. Comunemente l’associamo agli Stati Uniti, quasi che fossero un’appendice con un clima più rigido e meno abitanti. In verità il Canada è una nazione che condivide ben poco con gli Stati Uniti, in termini culturali e sociali. Solide radici anglo francesi, una cultura aperta e conservatrice allo stesso tempo, nativi americani con un forte radicamento nell’economia. Comprendere questa nazione può aiutarci a comprendere le opportunità che offre alle imprese italiane in cerca di mercati dove esportare.

Opportunità economiche e sviluppo

“Il Canada si muove molto bene: è molto attento, cauto e bene organizzato.” Mi spiega Paolo Quattrocchi, Partner dello studio legale ADVANT-Nctm e Direttore del Centro Studi Italia Canada. “Un paese a cui non manca nulla ma che è sempre alla ricerca di quel qualcosa in più che può fare la differenza; è su questo tema che si può sviluppare l’opportunità per ogni impresa italiana. L’approccio deve essere professionale, il nostro prodotto quindi deve essere una novità rispetto a quel che già esiste sul mercato, la sua delivery impeccabile.

I canadesi sono accoglienti e ascoltano, ma la loro disponibilità non deve essere confusa con una banale e acritica adesione ma deve essere vista come cauto ascolto. Non è un paese da touch and go ma ci si va con calma, preparazione, pensando a uno sviluppo nel tempo. Non è un luogo da vendita del prodotto solo tramite distributore, richiede la presenza. I canadesi devono vedere che tu sei presente, devono sentirti canadese.”

Comprendere la dimensione economica e sociale ci aiuta a definire le opportunità specialmente in settori cardine della nazione come quelli estrattivi.

“L’industria estrattiva ed energetica è la spina dorsale dell’economia canadese”, mi conferma Giulio Galleri, manager nel settore EPC e Vice Presidente di Pipestone Projects, azienda canadese che opera nei progetti di costruzione di condotte e opere dell’oil & gas in generale. “Ora siamo in una fase di transizione per quanto riguarda l’energia, soprattutto nella parte ovest del Paese: i grandi progetti infrastrutturali iniziati alcuni anni fa, che hanno visto anche attori italiani fra i principali appaltatori e fornitori, sono ora completati o comunque in dirittura d’arrivo. Si tratta di grandi opere che, oltre a muovere l’economia energetica e delle infrastrutture in genere, interessano molteplici filiere. Mi riferisco in particolare al Coastal GasLink, un gasdotto, e all’espansione del Trans Mountain, un oleodotto, che permetteranno l’esportazione delle materie verso l’Asia e che sono state un investimento importante sia per i player canadesi che per il Governo Federale stesso.

Il ciclo dei nuovi progetti, almeno in quest’ambito, dipenderà dalle dinamiche della transizione energetica e, considerando che siamo in Nord America, da logiche legate allo scenario politico, viste le imminenti elezioni in Usa e poi in Canada. Non è un caso che, restando sul tema delle condotte (pipeline), il più importante progetto ora in fase di sviluppo riguardi proprio la cattura, il trasporto e la conservazione di anidride carbonica nella Provincia dell’Alberta”.

“La parte est del Paese (Ontario in primis) non ha invece mai smesso di investire sulla power generation, facilitata anche dalle condizioni geografiche di quell’area. Il nuovo ciclo di progetti, come in altri settori, consentirà il reimpiego e l’ulteriore professionalizzazione della forza lavoro proveniente dalla realizzazione delle opere precedenti, in sintonia con il modello Paese, che è molto attento allo sviluppo e alle dinamiche sociali. Naturalmente, non mancherà lo spazio per competenze specialistiche ingegneristiche e di costruzione, acquisibili all’estero. In questo senso, mi aspetto ci saranno opportunità per le aziende italiane del settore.”

Il tema delle opportunità canadesi è familiare anche ad Alessandro Mancini, Ceo della Mancini Worldwide, che opera nel settore della rappresentanza commerciale e promozione per le PMI italiane, attraverso un sistema di lobby costruito in oltre 20 anni di esperienza.  “Abbiamo di recente organizzato una missione commerciale in Canada, toccando le città di Toronto e Montreal. Le aziende che abbiamo assistito commercialmente hanno avuto modo di comprendere le dinamiche di questa grande nazione. Condurremo una seconda missione verso fine anno, per approfondire i dossier aperti a inizio anno”, conferma Mancini.

“Il Canada è una nazione che ha grandi spazi, curiosità per il mondo e interesse per le novità. Tuttavia è importante comprendere che i canadesi, sia le regioni francesi che inglesi, sono interessati a definire rapporti commerciali e di fornitura con persone di fiducia. La presenza sul territorio, come confermato anche dai Consoli Generali italiani, a Toronto e a Montreal, con cui ci siamo incontrati, è fondamentale per definire un rapporto nel tempo. In questo senso per molte Pmi è utile iniziare un percorso che permetta loro di familiarizzarsi con usi e costumi locali, oltre che con le normative vigenti. Quello che abbiamo appurato è la crescente voglia di Italia e di tutto ciò che è “made in Italy”, riconosciuto come di alta qualità ed elemento distintivo”.

“Riscontrando e riconfermando l’alta capacità di spesa dell’utente canadese, che negli ultimi anni, come mostrano i dati, guarda sempre di più all’Italia sia come lifestyle, che per viaggi e turismo, il Canada è certamente molto appetibile per le PMI italiane. Penso, per esempio, al tema delle First Nation. I nativi canadesi nel tempo sono cresciuti come importanza sia in ambito sociale che economico. Lo stato canadese ha amplificato le possibilità per questi primi canadesi, di sviluppare attività legate sia al settore estrattivo che logistico. Oggi sono una realtà che le aziende italiane che vogliono radicarsi nel territorio devono conoscere.”

Esportazioni italiane e scelte canadesi

“Quando si parla di contratti e accordi Italia-Canada si deve ricordare che il CETA ha rimosso ostacoli piccoli e grandi, dai dazi e facilitazioni e agevolazioni. I settori di maggior interesse per esportazioni Italia versus Canada sono ovviamente il food di alta qualità, a cui si aggiungono tutte le macchine e l’industria legate al settore minerario ed energetico sia estrattivo sia logistico e edilizio. Come discusso prima, tuttavia, il Canada ha un approccio protezionistico e quindi è importante definire, dopo i primi test, una sede locale in modo da poter approfittare di tutte le opportunità che offre questa nazione alle aziende canadesi, o “canadesizzate”, avverte Quattrocchi.

Sulla stessa linea è Galleri che mi spiega: “Il Canada deve essere ascoltato e compreso: ci sono barriere all’ingresso (più o meno dichiarate), accise e peculiarità fiscali che devono essere messe in conto, normative complesse e differenze culturali importanti (non sempre evidenti), tutti fattori che possono investire la marginalità delle imprese estere che decidono di operare in questo Paese”, conclude Galleri.

Sul tema anche Mancini ha le idee chiare. “Come ogni grande nazione è un territorio che offre molte opportunità, tuttavia si deve essere preparati a un investimento di risorse distribuito su differenti anni. Le scelte del governo canadese di supportare l’economia locale, a cui si aggiungono le tematiche legate alle prime nazioni, implica che l’italiano che vuole esportare prodotti o servizi italiani deve comprendere le regole del gioco”.

“La semplice esportazione è rischiosa, è importante strutturare delle reti di relazioni che permettano di crearsi una realtà locale solida, sia in termini amministrativi che finanziari. In tal senso noi abbiamo creato un percorso di crescita in Canada che ci ha visti già partecipi di differenti eventi in cui abbiamo fatto incontrare le aziende italiane con le loro equivalenti canadesi per strutturare rapporti duraturi. È una missione che abbiamo ormai attivato e su base annuale ci permette di portare sempre nuove imprese a conoscere questo grande paese e le sue opportunità”, conclude Mancini.

Se consideriamo l’evoluzione sempre più veloce di un mondo multipolare, dove gli stati “amici” come quelli occidentali, sempre di più dovranno sviluppare filiere sicure, il Canada, con la sua necessità di sviluppare il settore delle materie prime e la processazione per risalire la catena del valore, è un ottimo mercato sia per esportare beni di alta qualità, come le produzioni eno-gastronomiche, sia tutta quella tecnologia di estrazione  processazione che ha fatto dell’Italia uno dei maggiori paesi europei nel mondo della meccanica.

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