Nft e blockchain: conviene ancora investire nella criptoarte?

scritto da il 30 Luglio 2024

Post di Ester Izzi –

Tra le forme di investimento più innovative e controverse, oggi gli Nft (Non fungible token, in italiano “gettone non fungibile”), insieme alle criptovalute e alla tecnologia blockchain, fanno parlare sempre più di sé ed attirano sempre più investitori, sia tra i cosiddetti holder -investitori nel lungo periodo- che tra i più numerosi speculatori.

A luglio 2024 si stima che le cripto, incluse stablecoin e token, abbiano raggiunto un valore di mercato pari a 1.94 trilioni di dollari e, nonostante l’elevato livello di incertezza di mercato registrato nel 2023, i dati degli ultimi mesi fanno credere nuovamente in una tendenza rialzista. Ipotesi che viene avvalorata anche dal colosso JP Morgan, che in un report di metà luglio prevede un incremento di Bitcoin nel prossimo mese di agosto.

Gli NFT fanno parte del mondo cripto ed il loro andamento è notevolmente influenzato da quello delle valute digitali. Dal 2017 hanno attirato sempre di più l’attenzione di investitori ed artisti e sembra che nemmeno il declino del 2022 abbia fermato la popolarità di tale tecnologia, le cui attenzioni da parte delle grandi multinazionali, quali Apple, Nike e Meta, fanno pensare in un suo assestamento futuro.

Conoscere gli NFT

Un non-fungible token è un particolare tipo di token, scritto su Blockchain, che ha la funzione di rappresentare un oggetto digitale e certificarne proprietà ed autenticità. A differenza di banconote e criptovalute, un Nft è un bene non fungibile: ogni gettone ha proprietà distinte dagli altri token, il che nega la duplicazione e l’interscambiabilità, come avviene invece nel caso delle criptovalute.

L’applicazione più nota degli Nft è quella legata al mondo dell’arte, dei videogiochi e delle opere digitali collezionabili. La viralità degli Nft inizia nel 2021, dopo il clamore che generò la vendita milionaria dell’artista statunitense Beeple, che con la sua opera digitale “Everydays: the first 5000 days” incassò 69.3 milioni di dollari, generando una reazione a catena che attirò numerosi artisti ed investitori. Un’ondata di ottimismo che, alla fine del 2021, movimentò 30.000 investitori nell’acquisto dell’opera “The Merge” per un totale di 91.8 milioni di dollari; opera che detiene tuttora il record di vendita.

Dalla bolla del 2021 ad oggi

Dopo il boom di tre anni fa, il mercato di Nft sembra però aver rallentato la sua corsa e ciò ha portato molti investitori ad indirizzare i propri risparmi verso asset differenti.

Tuttavia, il ribasso dei mercati degli ultimi due anni è stato dominato dalla speculazione dei piccoli investitori e non ha riguardato nello specifico gli NFT, ma più ampiamente tutti i token legati alla tecnologia blockchain. Subito dopo la quarantena, nel novembre 2021, Bitcoin dominava il mercato con un prezzo di 56.278 euro, nel gennaio 2023 il prezzo era precipitato a circa 15.000 euro, mentre a giugno 2024 ha toccato l’apice con un prezzo superiore ai 64mila euro. I dati del 2023 sono conseguenza di un repentino calo della domanda (un fenomeno che di prassi segue una bolla speculativa), seguita successivamente da un’impennata di fiducia che ha fatto toccare i massimi storici quest’anno.

Il calo di domanda ha interessato anche gli Nft, sebbene siano più giovani e vedano meno investitori del colosso Bitcoin. Si pensi al fatto che nel 2021 gli NFT rappresentavano circa il 30% del mercato dell’arte globale e che attualmente, nel 2024, occupano il 5%.

Secondo il report pubblicato da DappGambl ad ottobre 2023, che conduce un’analisi dei dati di NftScan e CoinMarketCap, nell’ultimo biennio le transazioni in ambito criptoarte sono scese del 97%. Il 79% delle creazioni non trova acquirenti e solo il 5% delle circa 73 mila collezioni tracciate ha un valore di mercato, mentre risulta che il restante 95% abbia una capitalizzazione di mercato pari a 0 Ether, criptovaluta motore di Ethereum.

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L’elevata volatilità di mercato, che ha raggiunto il suo apice con la bolla speculativa del 2021 (Figura 1), porta con sé una distorsione del valore delle transazioni. Per l’appunto, si è arrivati ad una quantità offerta di Nft che non rispecchiava la domanda, creando squilibri economici e portando all’eccessiva creazione di opere d’arte digitali, che però non rappresentavano più alcun valore per la maggior parte degli investitori.

Quindi, la tecnologia Nft è quindi destinata a smorzarsi oppure seguirà il trend rialzista delle criptovalute?

Nft, il futuro della criptoarte

C’è chi non si fa scoraggiare dai numeri negativi e chi, tra artisti ed esperti nel settore, addirittura aveva previsto questi cali nelle transazioni. Gli artisti Nfy stanno trovando nuovi acquirenti, non più in investitori speculativi ma in esperti del settore e appassionati di arte digitale, disposti ad investire anche cifre ingenti pur di possedere un pezzo unico nel suo genere.

Inoltre, sono ancora molte le aziende che utilizzano la criptoarte come strumento di marketing; tra queste vi sono Reddit, Nike, Gucci, Adidas e Coca-Cola, che hanno adottato gli Nft per coinvolgere maggiormente i clienti. Oltre a ciò, una delle collaborazioni degli ultimi mesi che fa sperare in una rinascita della criptoarte è quella che vede il Coachella Valley Music and Arts Festival collaborare con OpenSea e lanciare tre collezioni Nft dedicate all’evento, il cui acquisto garantisce accessi privilegiati ad alcune aree del festival.

Per non parlare dell’ampio utilizzo che viene fatto degli Nft da parte dei club sportivi o delle leggende dello sport, punto di riferimento dei propri fan e dell’opinione pubblica. Per citarne alcuni Stephen Curry, Tiger Woods e lo stesso Cristiano Ronaldo, che a giugno di quest’anno ha lanciato “Forever Worldwide”, la nuova collezione Nft in collaborazione con Binance che ripercorre i momenti salienti della sua carriera.

È chiaro che il mercato degli Nft si sta avvicinando sempre di più a collezionisti ed appassionati d’arte, mentre risulta sempre meno attrattivo per gli investitori occasionali. Ciò genera inevitabilmente un calo dei volumi delle transazioni, ma potrebbe portare alla nascita di un mercato di nicchia alimentato sì da pochi investitori ma costanti. È inoltre naturale credere in futuri incrementi temporanei del mercato, dato che quest’ultimo è alimentato dallo sviluppo tecnologico-digitale e la curiosità degli acquirenti va di pari passo con esso.

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