Pa e burocrazia, dieta formativa in 7 skill per il futuro del Paese

scritto da il 19 Luglio 2024

Post di Simone Maggi, co-founder e Ceo di Gility – 

Nell’ambito di una società sempre più digitale e interconnessa, i dipendenti della Pubblica amministrazione (Pa) dovranno sviluppare un insieme di competenze e conoscenze che vanno ben oltre le tradizionali capacità amministrative e burocratiche. La trasformazione digitale non è solo una questione di tecnologia, ma soprattutto di persone, cultura e apprendimento continuo.

Con Gility, learning technology company con la missione di sostenere l’evoluzione delle aziende italiane e la crescita del capitale umano attraverso la formazione continua, abbiamo individuato 7 skill chiave per definire la dieta formativa della Pubblica amministrazione, nell’ottica di aumentare la competitività dello stesso sistema Paese.

Ecco quali saranno, a nostro avviso, le aree di sviluppo più importanti, qui riassunte dal recente whitepaper che racchiude le sfide del settore e le competenze per vincerle.

1. Competenze digitali e come sfruttare le potenzialità dell’IA

L’alfabetizzazione digitale è ormai una base imprescindibile. I dipendenti dovranno essere in grado di utilizzare strumenti digitali di base, ma anche avanzati, comprendere i principi della cybersecurity e adottare nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale (IA) per migliorare l’efficienza e la trasparenza dei processi amministrativi. L’IA, con le sue capacità di analisi avanzata dei dati, può essere impiegata per ottimizzare la gestione delle risorse, prevedere tendenze future e prendere decisioni informate basate su dati reali. In particolare, l’implementazione di soluzioni basate sull’IA può automatizzare processi ripetitivi e burocratici, liberando il personale per dedicarsi ad attività più strategiche.

2. Orientamento al Cittadino: una Pa che sa ascoltare

Un focus crescente sull’utente finale – il cittadino – richiede che i dipendenti della Pa abbiano competenze specialistiche nel servizio al cliente, customer satisfaction e marketing. È fondamentale che siano in grado di ascoltare e rispondere alle esigenze dei cittadini in modo efficace e tempestivo, migliorando la qualità e l’efficienza dei servizi erogati.

3. Soft skill e competenze relazionali

Riconoscere e promuovere le capacità individuali dei dipendenti non solo migliora la qualità del lavoro, ma aumenta anche la motivazione e la soddisfazione professionale. Per farlo, anche la Pubblica amministrazione dovrà puntare sulle soft skill come la collaborazione, il problem solving e la leadership che, affiancate alle competenze digitali portano i dipendenti ad essere più competenti, a proporre nuove idee e soluzioni e risolvere così i problemi in modo più efficace. Fondamentale, nel panorama odierno, è anche la capacità di gestione dei conflitti e di mediazione, cruciali per affrontare le tensioni sociali e promuovere la coesione sociale. I dipendenti della PA del futuro dovranno quindi essere formati per risolvere i conflitti in modo costruttivo e facilitare il dialogo tra gruppi diversi.

4. Competenze di Project Management

La capacità di gestire progetti complessi, coordinare team multidisciplinari e utilizzare metodologie agili sarà cruciale. Queste competenze permetteranno di implementare cambiamenti organizzativi e tecnologici in modo efficace e sostenibile, ma lo saranno in modo ancora più efficace se affiancate da una buona comunicazione interna, per facilitare il flusso di informazioni ed aiutare a evitare malintesi e duplicazioni di lavoro. Ed esterna, efficace e trasparente, per costruire fiducia e coinvolgere le comunità nelle decisioni che le riguardano. La Pubblica amministrazione deve sviluppare competenze in comunicazione interculturale, facilitazione e partecipazione pubblica per garantire che le voci delle diverse comunità siano ascoltate e considerate.

5. Pa e competenze verticali

La natura articolata della Pa dipende in ottima misura dalla pluralità di  funzioni che è chiamata ad assolvere su incarico del decisore governativo e a tutela e vantaggio  dell’interesse pubblico. Per questo il piano per la Pa non  può  prescindere  da  una formazione specialistica a  beneficio  della  collettività e per garantire la salvaguardia dei diritti  del cittadino. Tra le competenze verticali è necessario essere formati su normative come l’attuazione del piano triennale di prevenzione della  corruzione (sottosezione PIAO “Rischi corruttivi e trasparenza”), il Codice di comportamento interno e gli obblighi del dipendente  pubblico, il GDPR e la riforma della privacy, il Codice  dei  contratti  pubblici (D.Lgs. 50/2016) o il Nuovo Codice   dei contratti (D.Lgs. 36/2023). Un punto forte è quello sul fronte organizzativo, tra cui le logiche di valutazione e merito dei dipendenti pubblici, per generare maggior efficienza,  ingaggio e produttività.

6. Attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale

Anche nella Pubblica amministrazione, l’attenzione agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 sarà fondamentale per diverse ragioni: dalla responsabilità ambientale alla gestione efficiente delle risorse, fino alla sostenibilità economica e sociale. Uno strumento abilitante per il perseguimento di tutti gli altri beni pubblici in modo stabile e duraturo. Un concetto a cui le Pa fino a oggi hanno dato poco peso, ma che diventa centrale per lo sviluppo futuro del sistema Paese. I dipendenti della PA dovranno quindi avere una chiara comprensione dei principi della sostenibilità sociale (equità, inclusione, giustizia sociale e il benessere delle comunità); solo con la consapevolezza delle disuguaglianze sociali potranno sviluppare la capacità di progettare e attuare politiche e iniziative efficaci.

7. Diversity e Inclusion nelle Pa

Aiutare singoli ed uffici pubblici a sviluppare un approccio inclusivo, capace di superare  pregiudizi  e  stereotipi limitanti quanto a genere, orientamento sessuale, profilo  generazionale e cultura,  diventa  l’imperativo  del  momento  per  rendere le Pa più consapevoli. Specialmente  in  un  ambito, quello della Pa, in cui le politiche di diversity management risultano ancora oggi ad uno stadio iniziale, prive di una pianificazione e di una visione di lungo periodo.

Considerato  poi  il  crescente  afflusso  di  utenti stranieri in Italia, un focus formativo ulteriore non può non riguardare anche  le  competenze  di  natura  linguistica,  che  gli  operatori  della  Pa  devono  sempre  più  internalizzare  e  padroneggiare (inglese in primis, ma non solo) per instaurare  canali  di  dialogo  attivo,  efficace e proficuo con le nuove e differenti categorie di utenti.

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In definitiva, crediamo che la Pubblica amministrazione del futuro avrà bisogno di professionisti versatili, tecnologicamente competenti e orientati al cittadino. Per farlo, e per garantire anche una sostenibilità sociale effettiva, dovrà investire in reskilling e upskilling tra i suoi dipendenti. Solo così sarà possibile creare una società più equa, inclusiva e resiliente, capace di affrontare le sfide sociali del presente e del futuro. Investire nella formazione e nello sviluppo di queste competenze – e farlo subito – è cruciale per costruire una PA efficiente, trasparente e aumentare così la competitività dello stesso sistema Paese.