Sostenibilità, da problema a leva del successo. Anche per il caffè

scritto da il 18 Luglio 2024

Post di Beatriz Mesas, co-fondatrice di INCAPTO* – 

La tutela della sostenibilità è ormai per le imprese un fattore critico di successo, determinante per intercettare e rispondere alle richieste di un consumatore sempre più attento, consapevole ed esigente e per sancire la competitività aziendale. Ciò si riscontra, in Italia e nel mondo, anche nel Food and Beverage.

Una recente indagine, somministrata a oltre 600 professionisti del settore, ha rivelato come il 100% dei rispondenti interni alla funzione marketing abbia evidenziato un cambiamento sostanziale nel comportamento dei consumatori: mossi da un maggiore desiderio di acquisto di prodotti sostenibili, sensibili alle tematiche ambientali, all’equità e alle questioni sociali, questi ricercano beni e servizi che rispecchiano tali valori e per i quali giustificano anche una spesa più ingente. Inoltre, il 76% degli intervistati crede fortemente nel progetto di sostenibilità della propria azienda e nella capacità di soddisfare gli impegni ambientali entro il 2030

Nella transizione alla sostenibilità, poi, emergono alcune priorità. Per il 67% dei manager in Italia e per il 62% a livello globale, al cuore di un percorso di transizione sostenibile vi è proprio l’attenzione al packaging: questa dimensione è subito seguita dall’urgenza di ridurre gli sprechi alimentari e la quantità di rifiuti generati (57% mondo e 53% in Italia). Infine, ripensare in chiave green i prodotti aziendali venduti è prioritario per il 24% dei rispondenti in Italia e per il 19% a livello globale.[1]

La sostenibilità come approccio strategico integrato

Parlare di sostenibilità in ambito imprenditoriale equivale a porre l’attenzione sulla responsabilità delle imprese rispetto all’impatto che hanno sulla società: si fa riferimento, cioè, alla capacità di soddisfare i bisogni delle generazioni odierne, senza compromettere la possibilità di quelle future di far fronte ai propri, creando quindi un valore di lungo periodo per tutti gli attori che ruotano attorno alla specifica realtà imprenditoriale.

Analizzando l’industria del caffè, gli attori coinvolti sono essenzialmente tre: le aziende agricole e quelle di trasformazione a monte, i torrefattori e, infine, il consumatore. Si tratta di un mercato che negli ultimi 30 anni ha registrato una crescita costante: seppure questo sia un dato positivo, la produzione di caffè svolge un ruolo particolarmente negativo in termini di inquinamento ambientale, essendo responsabile di un’ingente emissione di gas serra a seconda di come lo stesso caffè viene coltivato.

Minimizzare l’impatto sull’ambiente

Proprio per questo, ricade sulle aziende del settore la responsabilità di minimizzare gli impatti nocivi sull’ambiente e sulla società: ad esempio, le torrefazioni hanno l’obbligo di preoccuparsi di quali siano le origini del caffè che acquistano e il dovere di assicurarsi che provenga da pratiche agricole sostenibili. L’obiettivo, inoltre, è permettere al consumatore di scegliere facilmente il modo più sostenibile di bere caffè: indubbiamente, il ricorso alle cialde non rientra tra le scelte più green.

L’invenzione delle macchine a cialde, infatti, ha certamente accelerato i tempi di preparazione, fattore positivo all’interno di una società sempre più frenetica; eppure, esse rappresentano anche uno dei principali elementi che alimentano l’inquinamento ambientale. Studi recenti hanno messo in luce come oltre 1 miliardo di capsule di plastica e alluminio non riciclabili finiscano ogni anno in discariche o inceneritori.[2]

sostenibilità

Ecco, quindi, il ruolo delle aziende produttrici, che devono essere capaci di anticipare, intercettare e soddisfare le necessità e i desideri del consumatore, guidandolo verso soluzioni più green, come la riduzione dei rifiuti monouso. I consumatori devono essere tutelati anche, e soprattutto, dal punto di vista della garanzia della qualità del prodotto: di conseguenza, è fondamentale la cura nella selezione del caffè, ma anche un’analisi approfondita del multi-residuo, un processo che tipicamente è utilizzato in caso di prodotti biologici.

Il rapporto diretto con i coltivatori

Un altro attore chiave per l’industria del caffè è rappresentato dai coltivatori: anche in questo caso, un’azienda del settore non può dirsi sostenibile se il suo piano strategico non prevede una riduzione del rapporto con eventuali intermediari, a favore di un rapporto diretto con i coltivatori. Quest’ultimo, infatti, garantisce un’equa remunerazione della manodopera e, di conseguenza, la sostenibilità sociale: va ricordato che uno dei maggiori problemi dell’industria del caffè è lo sfruttamento della manodopera delle comunità locali che, a livello globale, vivono in condizioni di povertà (44%) o di estrema povertà (22%).

In conclusione, il tema della sostenibilità abbraccia oggi una dimensione multicomponenziale che non pertiene esclusivamente allo spettro ambientale. Per essere sostenibile una realtà imprenditoriale, indipendentemente dal settore in cui essa opera, deve necessariamente tenere in considerazione queste molteplici declinazioni, promuovendo azioni concrete per la tutela dell’ambiente, ma assicurando anche le dovute attenzioni alla sostenibilità sociale che, ad oggi, pone in allerta un consumatore sempre più consapevole ed esigente.

*Start up spagnola  focalizzata sul consumo sostenibile di caffè, fondata nel giugno 2020 da Francesc Font, Joaquim Mach e Beatriz Mesas a Barcellona.

NOTE

[1]  Recipe for Transformation, Quantis

[2]  Rai Report, 2019