categoria: Distruzione creativa
Auto a guida autonoma: ecco quanto dovremo aspettare
Post di Michael Fait, Global Head of Technology for Software-Defined Vehicles Thoughtworks –
Progetti ritardati o annullati, incidenti, mancanza di permessi e attacchi di persone inferocite: il progetto delle auto a guida autonoma non sembra proseguire sotto una buona stella. I politici e gli industriali sono chiamati a comunicare i vantaggi della tecnologia in modo corretto ed esaustivo.
Nell’ultimo anno, i produttori di veicoli autonomi come Waymo (Alphabet, holding che controlla Google) e Cruise (General Motors) hanno ripetutamente fatto notizia. Si sono registrate segnalazioni di incidenti, di una flotta quasi completamente ferma a causa di un guasto alla connessione Internet e di veicoli resi inagibili dai coni stradali. Di fronte a tutto ciò è anche accaduto che, a San Francisco, una folla inferocita abbia addirittura dato fuoco a un’auto autonoma.
Certo, tutto questo è successo negli Stati Uniti, ma è proprio lì che si svolgono la maggior parte delle operazioni di test. In Europa, invece, i progetti pilota subiscono ritardi, sia a causa della mancanza delle necessarie autorizzazioni, sia perché molti test ottengono risultati deludenti e quindi vengono abbandonati o rimangono limitati ad ambienti controllati. Eppure, la guida autonoma promette una mobilità più confortevole e sicura rispetto al passato. Quindi, qual è il vero problema?
Per le auto a guida autonoma alimentate aspettative irrealistiche
Il recente ritiro di Apple dal mercato delle auto autonome ci fornisce qualche indizio: da un lato le auto a guida autonoma continuano a registrare una bassa marginalità, dall’altro vi è l’ostacolo rappresentato dalle grandi sfide tecnologiche che lo sviluppo di automobili completamente automatizzate richiedono. Le grandi promesse fatte dalle case automobilistiche hanno quindi alimentato sia aspettative irrealistiche che paure inutili.
Per fare un esempio, più di un decennio fa la General Motors aveva promesso che presto la tecnologia autonoma avrebbe permesso di guidare in modo più sicuro rispetto alla guida di un essere umano. La promessa era quella di consentire la guida autonoma al livello cinque, ovvero completamente automatizzata in qualsiasi area di traffico, senza conducente di sicurezza o telecomando. In realtà, le aziende si sono trovate ad affrontare importanti ostacoli tecnici e normativi già con la guida autonoma di livello quattro, ovvero la guida completamente automatizzata su percorsi fissi.
Parte del nocciolo della questione è che le persone si sentono a disagio di fronte ad auto completamente autonome. È stata una pessima idea quella di far circolare auto completamente autonome senza prima passare da una fase intermedia, forzando una condizione, quella del controllo umano, che dura da oltre cento anni. Finché le auto continueranno ad essere controllate anche solo in parte dalle persone, le novità tecnologiche introdotte saranno accettate.
Cosa viene accettato dal pubblico e cosa no
I conducenti infatti accolgono con favore i sistemi automatici di assistenza alla guida classificati di livello due o tre. Gli ausili per il parcheggio, i sistemi di avviso di deviazione dalla corsia e tecnologie simili, contribuiscono anzi a migliorare l’esperienza di guida. In molte situazioni, la tecnologia già guida l’auto in modo più sicuro di un essere umano e su questo tipo di innovazioni non vi è protesta alcuna. Anche i veicoli ferroviari autonomi come la metropolitana di Parigi o i treni navetta dell’aeroporto di Francoforte sono mezzi di trasporto pienamente accettati e si muovono su percorsi ad hoc, separati dal traffico stradale.
Per le vere auto a guida autonoma almeno altri dieci anni
Un altro aspetto che contribuisce allo scetticismo nei confronti dei veicoli autonomi è la mancanza di comprensione dello stato attuale della tecnologia. Le grandi promesse fatte da personaggi di spicco hanno offuscato la nostra visione. Le auto a guida autonoma completamente automatizzate avranno bisogno di almeno altri dieci anni prima di essere realmente pronte, un tempo necessario affinché i produttori siano anche in grado di generare utili dalla produzione in serie di questi veicoli.
Cosa potrebbe essere d’aiuto in questa fase? Innanzitutto, abbiamo bisogno di una valutazione realistica. Nel contesto dell’etica delle auto autonome, si discute spesso su come le auto dovrebbero comportarsi di fronte ad una decisione difficile, determinata dalla situazione contingente, ad esempio di fronte alla scelta di investire una persona anziana o un bambino. Tuttavia, la questione di fondo non si pone affatto. Da un lato perché la realtà è più complessa e dall’altro perché la tecnologia non è ancora in grado di catturare tutto il contesto che qui sarebbe necessario. C’è anche una differenza nella percezione: se una persona commette un errore, è accettabile. Succede e basta. Ma se un’auto controllata da un software provoca danni, il risentimento è giustamente molto grande.
Concentrarsi sui benefici più che sull’emotività
Anche le questioni normative sono lungi dall’essere risolte. Per effettuare test senza conducente, le case produttrici devono sottoporsi a complicate procedure per ottenere permessi individuali e speciali. A mio avviso, l’attenzione di questo tipo di mobilità dovrebbe invece concentrarsi sui potenziali benefici dei veicoli autonomi: su come migliorano la mobilità (e quindi la flessibilità) nelle zone rurali, con grande beneficio per le persone con mobilità ridotta; sulla riduzione significativa del numero di veicoli nelle città con conseguente riduzione del traffico nei centri urbani.
Finora questi importanti aspetti sono stati messi in secondo piano e si è dato invece ampio spazio agli aspetti più legati all’emotività. Le case produttrici devono riuscire a creare il giusto grado di fiducia attorno alle auto a guida autonoma, spiegando esattamente perché i loro sistemi prendono determinate decisioni in determinate situazioni, in modo da contrastare lo scetticismo dilagante. Un altro prerequisito fondamentale è chiarire la questione della responsabilità per incidenti e danni.
Prospettive future: la guida autonoma come hobby
Invece che disegnare il futuro come qualcosa di fantascientifico, è necessario che politici ed attori economici parlino in modo chiaro e trasparente ai cittadini per riguadagnare la loro fiducia. Dopo tutto, una volta che le basi tecnologiche e normative saranno state create, il cambiamento potrà progredire rapidamente. Diversamente, ci vorranno decenni. Probabilmente le persone al volante non scompariranno mai del tutto anche se nelle strade del futuro, al posto di innumerevoli pendolari innervositi, verosimilmente vedremo persone appassionate che avranno fatto della guida “attiva” il loro hobby.