Sfida tech tra Emirati e Arabia Saudita, la grande occasione

scritto da il 10 Luglio 2024

Post di Marco De Leo, Managing Partner ufficio di Dubai, BonelliErede – 

La competizione tra Emirati Arabi Uniti ed Arabia Saudita per emergere come leader tecnologici nel Golfo sta plasmando il panorama economico della regione, creando numerose opportunità per imprese e investitori. Questa dinamica può stimolare l’innovazione, ma potrà anche contribuire a promuovere lo sviluppo di infrastrutture avanzate e l’adozione di politiche a favore dello sviluppo del business.

La corsa all’innovazione tecnologica degli Emirati Arabi Uniti

Entrambi i Paesi stanno investendo in modo considerevole nell’innovazione tecnologica, con un forte focus sull’intelligenza artificiale e sulle tecnologie emergenti.

Gli UAE, con la loro lunga tradizione di investimenti strategici in settori diversificati come turismo, finanza e immobiliare, ospitano hub come il Dubai Internet City e il Governo ha lanciato molteplici iniziative volte a creare un ambiente favorevole all’innovazione, come la Dubai Future Foundation e la Smart Dubai Initiative.

Il principe ereditario, Hamdan bin Mohammed bin Rashid Al Maktoum, ha lanciato il “Dubai Universal Blueprint for Artificial Intelligence” per trasformare la città in un centro globale di tecnologia avanzata e innovazione, posizionandola come leader mondiale nell’AI, attraverso iniziative come l’istituzione di un Chief AI Officer, l’apertura di incubatori per l’AI e il Web3 e la priorità ai data center.

arabia

Questo ambizioso progetto supporta la trasformazione di Dubai in una smart city, sviluppando un ambiente propizio per imprese e talenti nel campo dell’AI, con infrastrutture super avanzate e leggi flessibili. Il Dubai Centre for AI guiderà la nomina di Direttori per l’AI negli enti governativi e promuoverà corsi nelle scuole. Il piano include anche la “Dubai Commercial License for AI” per attrarre investimenti e prevede la destinazione di terreni per data center.

Tutte queste decisioni mirano a generare un impatto economico significativo per gli Emirati Arabi Uniti, che già ospitano molte aziende tecnologiche importanti. In aggiunta, le zone franche come la Dubai Internet City e la Abu Dhabi Global Market, con agevolazioni fiscali e regolamentari, facilitano l’insediamento di startup e importanti aziende tecnologiche.

Investimenti e sfide in Arabia Saudita

Dall’altro lato, la risposta dell’Arabia Saudita è stata lanciare la Vision 2030, un piano ambizioso e a lungo termine che mira a diversificare l’economia e ad avvicinare il Paese a un futuro a basse emissioni di carbonio, allontanandolo dalla dipendenza dalle esportazioni di petrolio e dall’estrazione di combustibili fossili.[1]

Tutto questo attraverso investimenti in progetti mega come Qiddiya, la nuova città dell’intrattenimento, e Neom, la metropoli futuristica progettata per diventare un centro globale di tecnologia e innovazione.

Si tratta di un ambizioso programma di trasformazione nazionale che traccia un percorso verso un futuro tecnologico avanzato che prevede riforme economiche e sociali e che include investimenti massicci nell’IA e in altre tecnologie emergenti.
Il Public Investment Fund, con i suoi 40 miliardi di dollari destinati all’IA, rappresenta uno dei più grandi investimenti globali nel settore.

Lo scenario normativo: l’Arabia Saudita rincorre

Entrambi i Paesi stanno adottando politiche pro-business per attrarre sempre più investimenti esteri. Se, da un lato, gli Emirati Arabi Uniti godono di un vantaggio storico e infrastrutturale con incentivi fiscali che li rendono un ambiente estremamente attrattivo per gli affari e per le imprese straniere, con Dubai che è ormai un centro finanziario globale, l’Arabia Saudita sta cercando di recuperare terreno, adottando riforme più moderne e ambiziose e avviando progetti di sviluppo su larga scala per rendersi più competitiva e accessibile agli investitori stranieri.

Di certo, l’Arabia Saudita deve fare i conti con un contesto socio-culturale più conservatore, normative più rigide e con la necessità di far fronte anche alle sfide legate alla percezione che l’estero ha nei confronti del regno e delle sue regolamentazioni.

Anche a livello internazionale, i due Paesi lavorano per avviare partnership con aziende e investitori globali, consentendo loro di entrare in nuovi mercati, accedere a risorse locali, beneficiare delle infrastrutture già esistenti e, allo stesso tempo, attraendo talenti internazionali, specialmente negli Emirati Arabi Uniti data la presenza di numerose multinazionali e start-up.

La gara tecnologica in un mercato in crescita

Questa competizione si svolge in un’area come quella del Medio Oriente che rappresenta un mercato in forte crescita per servizi e prodotti tecnologici, con una domanda in costante aumento per soluzioni innovative che migliorino la qualità della vita. Ciò apre a opportunità uniche per aziende e investitori che possono così capitalizzare in un contesto estremamente dinamico e in rapida evoluzione. La sfida tecnologica tra i due Paesi non fa che promuovere e stimolare il progresso tecnologico, ma sembra essere in grado di ridisegnare a tutti gli effetti il panorama economico regionale, producendo benefici significativi a lungo termine.

[1] In contrapposizione con questo tipo di strategia e di propaganda, il colosso Saudi Aramco ha da poco annunciato l’acquisto per 740 milioni di euro del 10% di Horse Powertrain, specializzata nella costruzione di motori a carburante, tradizionali ed ibridi, che ha come altri azionisti Renault e il costruttore cinese Geely. Un atto che sembra confermare quanto in realtà sia ancora lungo il percorso verso l’abbandono dell’uso del petrolio.