Il trader di successo soffre (soltanto) di narcisismo?

scritto da il 05 Luglio 2024

Il postino suona alla porta. Ha un atto giudiziario da consegnare, forse una multa, forse qualcosa di più grave: un atto di citazione? Nessuno di noi è contento quando gli arriva la temuta busta verde degli atti giudiziari. Il postino suona ripetutamente al campanello, vuole consegnare la busta, non consegnarla significa per lui un lavoro aggiuntivo nei giorni a seguire.

Ma dalla casa nessuno risponde.

Succede infatti sempre così. La raccomandata verrà ritirata allo scadere dei tempi di giacenza il sabato mattina all’ufficio postale.

In quella casa abita un trader che trova assolutamente logico e persino scontato non aprire la porta al postino perché quei pochi minuti lontano dal monitor potrebbero significare denaro perso sui mercati.

Un altro trader non si ferma a mangiare a mezzogiorno e la sera ma continua imperterrito fino alla chiusura dei mercati, quelli americani per intenderci, ore 22, con la moglie che gli porta un piatto che lui consuma velocemente trangugiandolo davanti al monitor.

psicologo

( Fonte www.emiliotomasini.it )

Un altro trader ancora tiene da più di 7 anni costantemente l’iPad accesso con l’andamento delle crypto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e piazza freneticamente trade (fino a 100 in una giornata) anche quando è alla festa di fine anno della scuola del figlio, a cena di sera con la famiglia, davanti alla televisione con il figlio addormentato sulle ginocchia.

La domanda che ci poniamo oggi  è la seguente: il trading fatto in maniera professionale a livello retail può diventare una forma di sociopatia o di disturbo psicologico? Fausto Manara, noto psichiatra, ha scritto un libro bellissimo purtroppo non più in stampa: “L’Io e la Borsa”, edizioni il Sole 24 Ore, 2000.

Lo intervistai illo tempore, il Manara è persona solare, brillante, non so se per scherzo o come confidenza mi disse di avere scritto il libro per recuperare delle perdite di Borsa. E’ una analisi degli effetti del trading di Borsa a livello psichico: perdere soldi porta alla depressione, insonnia, perdita dell’appetito sessuale mentre guadagnarli porta all’euforia, alla diminuita percezione del rischio, allo squilibro di valori e sensazioni. Insomma, la Borsa non ti lascia indenne sia che tu vinca sia che tu perda. Ed è la conferma che qualche rotella fuori posto ce l’hai se di mestiere fai il trader chiuso nella tua cameretta.

fausto manara

( Fonte www.emiliotomasini.it )

Diverso è ovviamente il discorso di chi gioca con i soldi degli altri in un ufficio al settimo piano di un grattacielo di New York. E passa la sera al night club.

Come organizzatore del defunto ma compianto Campionato Internazionale Top Trader di Borsa, che per 11 anni di fila ha tenuto banco in Italia e in Europa su giornali e televisioni, ho avuto la possibilità di analizzare comportamento e tecniche di trading di quasi 5000 trader retail italiani e stranieri. E ho avuto modo di parlare con decine di trader  di successo e con centinaia di trader perdenti.

Sicuramente posso dire che le emozioni della Borsa sono devastanti per molti, sia nel bene che nel male. Tanto più che nel trading niente è certo e se anche l’attività è coronata da successo non lo potremo sicuramente garantire per i prossimi anni. Tutto è scritto sull’acqua quando si parla di mercati finanziari, eppure in tanti, conseguiti i primi successi, si comportano come se questi fossero destinati ad essere eterni. Questo è sicuramente il primo problema.

Ma forse per chiarire il quadro dobbiamo chiederci se una persona di successo necessariamente debba avere dei problemi di comportamento. Ho recentemente divorato un libro spettacolare di psicologia clinica che consiglio ai miei lettori: “I disturbi della personalità” di Len Sperry, McGraw Hill, 2004.

( Fonte www.emiliotomasini.it )

Non sono mai stato affascinato dalla psicologia, anzi l’ho sempre trovata un orpello insignificante dei tempi moderni: una volta c’era il prete ed era gratis, oggi c’è lo psicologo ed è a pagamento.

Mi cospargo il capo di cenere: ormai a fine corsa della mia esistenza ho trovato nel libro la spiegazione di tanti comportamenti che io non avevo mai potuto capire appieno e alcuni dei quali mi hanno veramente creato dolore.

Il libro è organizzato in maniera splendida: ogni disturbo ha una tabella con i diversi criteri diagnostici.

Se l’individuo sotto analisi soffre della maggioranza dei sintomi presenti in tabella allora possiamo dire che ci sono probabilità che lui sia affetto da quel disturbo. Ovviamente non voglio semplificare qualcosa che deve essere campo riservato di uno psicologo professionista.

Non vorrei infatti mai incontrare uno psicologo che leggesse un solo libro di trading e si mettesse a pontificare della mia materia senza nessuna cognizione di causa.

Finanza e psicologia clinica non sono degne di nessuna banalizzazione.

Fatta questa premessa e assolto ogni obbligo verso il politically correct, debbo però dire che quando leggi il manuale di Sperry ti viene la tentazione di iniziare a scrivere la lista dei nomi delle persone che hai incontrato sul cammino della tua vita che rientrano in questo o quel disturbo: il paranoide, lo schizoide, lo schizotipo, l’antisociale, l’evitante, il dipendente, il narcisista e l’istrionico e compagnia cantando.

Bene, se mi è concesso di indossare per un attimo soltanto il cappello di psicologo mi pare che i due disturbi più ricorrenti tra i top trader di successo siano il narcisismo (ovvero premettere a tutto e a tutti la supposta importanza della propria persona) e il carattere antisociale (ostile, astuto, impulsivo e rabbioso, energico, in cerca di pericolo e di forti emozioni, altamente competitivo).

Epperò i sacri testi della psicologia clinica mi dicono che sono proprio le persone più brillanti a livello sociale (imprenditori, artisti, professionisti, politici, etc.) che soffrono di questi due disturbi della personalità.

Quindi diciamo che possiamo archiviare il nostro dubbio iniziale se i trader di successo sono disturbati a livello di personalità con una risposta molto banale: lo sono nella misura in cui lo sono anche tutte le altre persone brillanti e di successo.

E chiudo questo articolo con la simpatica giustificazione che il trader che non apre al postino ha dato del suo comportamento: “Se a 60 anni c’è qualcuno che gioca a golf io allora alla stessa età posso permettermi di non aprire la porta mentre faccio trading”.

Il mondo del trading è affascinante anche per questo: sembra un mondo a parte ma quando lo scopri a fondo ti rendi conto che non è nient’altro che un aspetto della nostra complessa realtà.

X (già Twitter) @EmilioTomasini

La pagina di Emilio Tomasini sul suo sito personale