Tim, i fili del telefono agli americani. Quanto guadagnerà KKR?

scritto da il 01 Luglio 2024

Da oggi 1° luglio, quando faremo una telefonata passeremo nei fili del telefono controllati dagli americani. Telecom Italia si libererà di più della metà dei suoi dipendenti (da 37.065 a 17.281) e di gran parte del suo debito mostre vendendo la rete telefonica a KKR, con una valutazione di 18,8 miliardi che a determinate condizioni potranno salire a 22 miliardi. È la prima volta che un ex monopolista vende la sua rete fissa. Ben 23 milioni di chilometri di cavi in rame e fibra ottica che collegano il 90% degli utenti telefonici italiani diventeranno a maggioranza americana, con quote di minoranza del governo italiano attraverso il risparmio postale gestito da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), del fondo pensioni canadesi e del fondo sovrano di Abu Dhabi.

Che tipo di animale finanziario è KKR? Questo fondo gestisce quasi 600 miliardi di dollari attraverso operazioni di private equity, cioè acquisto di partecipazioni in imprese e infrastrutture. Non è un gigante, se si pensa che Blackrock gestisce 10.000 miliardi di dollari. Ai suoi clienti, individui ricchi e istituzioni con molta cassa da investire, applica una commissione attorno al 1,5%, ricavando circa 9 miliardi all’anno.

KKR

(Reuters)

Ora, ci sono due domande fondamentali da porsi, a cui sfortunatamente non so dare una risposta:

1 – Quanto sborserà effettivamente KKR per acquisire la maggioranza della rete Netco? Considerato che i media indicano in 22 miliardi il valore attribuito alla rete, e KKR con questa operazione passerebbe da meno del 50% al 52,5%, si potrebbe ipotizzare, semplificando, che questi punti in più di proprietà valgano una percentuale analoga di 22 miliardi. Ma il ragionamento è sbagliato, perché esiste il premio di maggioranza. Molte fonti indicano un esborso di 18-19 miliardi.

2 – Quanto si aspetta di guadagnare KKR da questo investimento? Secondo la regola del 72 (t~72/r) se vuole rientrare dall’investimento in cinque anni, assumendo che sborsi 18 miliardi, ha bisogno di un rendimento del 14,4%, quasi 3 miliardi all’anno da estrarre dalle nostre bollette.

Se si accontenta di rientrare in dieci anni gli basta il 7,2%, ma questo mi sembra più improbabile.

KKR acquista la rete telefonica attraverso il veicolo Optix Big co, che ha un rating BB+, quindi può facilmente accedere al credito. Gli enormi interessi su questo debito che Telecom Italia paga, e poi ci gira sulle bollette, continueranno ad essere pagati, ma questa volta, almeno in parte, da KKR, che presumibilmente non sborserà tutti i 22 miliardi, ma se ne farà prestare una buona parte, secondo la regola aurea dei leveraged buy out (acquisti a debito). TIM ridurrà il suo debito netto (27 miliardi) di 14 miliardi.

George Roberts e Henry Robert Kravis, cugini di primo grado, sono soci fondatori del fondo di private equity americano KKR e co-presidenti esecutivi

La nuova società della rete, ossia FiberCop, è stata costretta dall’Antitrust a mantenere le attuali tariffe di accesso per i concorrenti (Fastweb, in procinto di acquisire Vodafone e Iliad): questi comprano “fibra spenta” a 8,5 euro (al mese) a linea per poi rivenderla “accesa” ossia con i servizi che ci passano dentro a partire da circa 20 euro al mese e molto di più per i clienti business. Questo vuol dire che KKR e il Mef (Ministero dell’Economia e Finanze) non potranno incrementare gli incassi. FiberCop, secondo quanto emerso, fattura 4,2 miliardi all’anno ma con un Ebitda, ossia un margine lordo, molto alto, pari al 50%.

Intanto, “Hello! America?”.

Fonti: Fitch, Forbes, Ft, Bloomberg, Corriere Mercantile