ChatGPT in facoltà, ecco il tutor. Colloquio con Francesco Venier

scritto da il 03 Giugno 2024

L’Università degli Studi di Trieste, in collaborazione con MIB Trieste School of Management, ha introdotto una significativa innovazione per gli studenti del corso di “Trasformazione Digitale delle Organizzazioni”: il TDO Tutor. Questo assistente digitale, basato sull’intelligenza artificiale generativa di OpenAI ChatGPT-4o, è progettato per migliorare l’apprendimento e facilitare la comunicazione con i docenti, offrendo supporto continuo e personalizzato agli studenti.

La notizia è particolarmente interessante, più per il fatto in sé (il tutor è ancora in fase sperimentale), per l’approccio positivo e propositivo nei confronti della tecnologia e dell’intelligenza artificiale in particolare.

L’intelligenza artificiale oggi è vista da molti studenti con entusiasmo e da molti professori con terrore, spesso percepita come una scorciatoia per l’apprendimento, una sorta di bigino per superare l’esame senza acquisire una comprensione profonda delle materie.

Il professor Francesco Venier adotta una prospettiva diversa e più positiva. Egli vede nell’intelligenza artificiale un prezioso supporto che integra la funzione del docente, fornendo strumenti di supporto, apprendimento e autoverifica estremamente utili per gli studenti desiderosi di apprendere. Il TDO Tutor, seppur ancora in fase sperimentale, è opera sua e sembra incarnare perfettamente questa visione, offrendo un’assistenza continua e personalizzata che stimola l’interazione attiva e l’approfondimento dei temi trattati nel corso, senza sostituire il ruolo fondamentale del docente ma potenziandolo.

Francesco Venier è Professore di Organizzazione Aziendale dell’Università di Trieste e Dean of Executive Education di MIB Trieste School of Management.

Ho deciso di conoscere meglio il suo punto di vista privilegiato.

Professor Venier, quali sono stati i principali motivi che l’hanno spinta a sviluppare il TDO Tutor?

Ho sviluppato il TDO Tutor con due finalità: sia supportare gli studenti nella preparazione dell’esame, sia consentire loro di andare oltre la teoria del corso e sperimentare direttamente su se stessi  il significativo impatto dell’AI Generativa sui processi di lavoro e di apprendimento.

 TDO Tutor rappresenta anche un tentativo di integrazione della tecnologia nell’educazione superiore, essenziale per demistificare l’uso dell’intelligenza artificiale e preparare gli studenti ad affrontare le sfide del mondo digitale promuovendo una maggiore comprensione delle potenzialità e dei limiti dell’AI, rafforzando la capacità degli studenti di adattarsi e crescere in un contesto professionale in rapida evoluzione.

In che modo il TDO Tutor ha migliorato finora o pensa migliorerà l’esperienza di apprendimento degli studenti?

Il TDO Tutor sfrutta l’intelligenza artificiale generativa di OpenAI GPT-4 per offrire un supporto continuo agli studenti. La mia idea è stata stimolata dalla lettura di un lavoro di Ethan Mollick pubblicato ad aprile, così, ho pensato di creare un GPT “programmandolo” ad agire come tutor del mio corso. Con il rollout di ChatGPT-4o (omni) avvenuto il 30 Maggio scorso, TDO Tutor è diventato accessibile gratuitamente a tutti i possessori di un account su Chat GPT (compresi i lettori di Econopoly, ndr) da questo link: TDO Tutor.

Tra le sue principali funzionalità:

  • – Tutoring: Questa è la funzione principale.  La ricerca, ad esempio Kraft, ha ampiamente dimostrato che il tutoring intensivo, quello in cui gli studenti lavorano frequentemente a stretto contatto con i tutor, migliora nettamente i risultati di apprendimento. Chi & Roy dimostrano anche che un tutoraggio che focalizzi l’attenzione degli studenti sugli obiettivi di apprendimento, che lasci loro il tempo di interagire con il tutor al loro ritmo e lavorare attivamente sui problemi, li aiuta ad interiorizzare i concetti. Per questo motivo ho indirizzato TDO Tutor a concentrarsi sull’interattività e sul dialogo, ad adattarsi alle risposte degli studenti, a porre loro domande aperte, a valutare le loro conoscenze pregresse e fornire spiegazioni, esempi e feedback personalizzati.
  • – Preparazione agli Esami: Su richiesta può proporre domande d’esame e simulazioni per aiutare gli studenti a prepararsi adeguatamente.
  • – Risposte Immediate: Fornisce chiarimenti su concetti chiave e risponde alle domande basandosi sui materiali ufficiali del corso.
  • – Risorse Aggiuntive: Suggerisce articoli, letture e materiali di approfondimento pertinenti.

I vantaggi pratici per gli studenti sono molteplici:

  • – Apprendimento Personalizzato: Adatta le risposte allo stile di apprendimento e alle esigenze di ritmo, tempo e luogo specifiche di ciascuno studente.
  • – Maggiore Interazione: Stimola la partecipazione attiva e l’approfondimento dei temi trattati nel corso.
  • – Assistenza Continua: Disponibile 24/7, offre supporto in qualsiasi momento.

Come vede l’evoluzione del ruolo dell’intelligenza artificiale nell’educazione universitaria nei prossimi cinque anni?

Credo che l’università ed il mondo della formazione in particolare debbano fin da ora interrogarsi sull’utilizzo di una tecnologia così potente mettendola al servizio della crescita degli studenti. La trasformazione digitale della didattica universitaria implica un cambio di mentalità da parte dei docenti, che devono essere pronti a sperimentare con l’intelligenza artificiale generativa un vero e proprio alleato nell’educare i giovani che costruiranno il nostro futuro.

Mi aspetto che già da quest’anno le principali case editrici affianchino ai loro libri di testo un Tutor per aiutare gli studenti a “dialogare” con il libro di testo e misurare il proprio livello di comprensione e di preparazione sull’argomento. Questo permetterebbe di sperimentare nuovi approcci didattici sapendo che l’intelligenza artificiale può fornire un feedback immediato e personalizzato, consentendo agli studenti di progredire al proprio ritmo. Inoltre l’adozione di queste tecnologie potrebbe ridurre il divario tra studenti provenienti da diversi contesti socio-economici, offrendo a tutti le stesse opportunità di accesso a un’istruzione di qualità e su misura

I costi non paiono tali da disincentivare questa soluzione e sarà un elemento di differenziazione e vantaggio competitivo per  le case editrici first mover.

Quali sono i rischi potenziali sulla preparazione degli studenti?

L’intelligenza artificiale (AI) presenta diversi rischi potenziali per la preparazione degli studenti universitari e, più in generale, di tutti noi,  rischi che devono essere affrontati con attenzione e strategia.  L’intelligenza artificiale generativa, se mal impiegata, rischia di diventare una comoda scorciatoia che impoverisce lo spirito critico e creativo, riducendo l’innovazione a un mero esercizio di riutilizzo di contenuti preconfezionati.

Ma concentrarsi sui problemi ci distrae dalle opportunità che l’IA può offrire, tra cui quella di aiutarci a insegnare in modi nuovi. Il pericolo è reale, ma è anche un’opportunità per riaffermare l’importanza di un forte senso di autodisciplina.

Dobbiamo vedere l’IA generativa non come un sostituto dell’intelletto umano, ma come uno strumento che, se utilizzato con “intelligenza reale”, può spingerci a superare i nostri limiti. Ci sfida a dimostrare a noi stessi che sappiamo battere la macchina, a sfruttare la sua abbondanza di ‘frutti a portata di mano’ per alzare l’asticella ed elevare  il nostro obiettivo verso traguardi sempre più sfidanti, mantenendo viva la volontà di eccellere.

Qual è l’approccio corretto?

Utilizzare l’IA generativa per liberarci dalle attività noiose per focalizzare le nostre energie intellettuali verso la creazione di idee e contenuti originali, che non solo portino avanti la conoscenza, ma che la arricchiscano con nuove prospettive. La nostra capacità di costruire su ciò che l’IA ci offre, trasformando gli output in punti di partenza per ulteriori esplorazioni, definirà il nostro successo in questo percorso.

In conclusione, sì, ce la faremo. Ma solo se abbracceremo l’IA generativa con la determinazione di chi vuole andare oltre, e non di chi si accontenta. Sarà il nostro desiderio di eccellenza, la nostra passione per l’originalità e il nostro impegno costante a garantire che l’IA sia un catalizzatore per l’innovazione e non un freno alla nostra creatività.

C’è chi obietta che la crescita professionale potrebbe risentire dell’utilizzo dell’AI generativa.

In effetti un rischio meno percepito e più subdolo riguarda l’adeguatezza dei nostri sistemi educativi a formare i professionisti del futuro. Studi recenti sull’ AI Generativa (Dell’Acqua et alii, 2023; McAfee, Rock, & Brynjolfsson, 2023) indicano che il vero miglioramento della produttività avviene principalmente nelle figure professionali più inesperte, mentre i senior non mostrano miglioramenti di performance con l’uso dell’AI.

Questo fa sì che tutte le attività professionali e di consulenza abbiano un forte incentivo ad introdurre sistematicamente questi strumenti per accelerare l’inserimento produttivo delle figure junior che però, non dovendo più “fare la gavetta” perché le attività più basiche potrebbero essere assorbite dall’intelligenza artificiale, verrebbero privati della palestra oggi necessaria per crescere professionalmente.

Diventa quindi fondamentale ripensare le modalità e i percorsi di crescita professionale delle figure junior, non possiamo permetterci di compromettere la crescita dei più giovani, poiché il loro entusiasmo e della loro voglia di cambiamento sono un elemento fondamentale per l’innovazione.

Questo è un tema sistemico e tema complesso che richiede un’elaborazione approfondita e impone al sistema della formazione superiore un confronto con le famiglie professionali ed un radicale ripensamento di molte delle sue pratiche.

Quali sono le potenziali implicazioni dell’intelligenza artificiale per il futuro delle aziende di formazione?

Oggi le aziende di formazione si trovano al crocevia tra tradizione e innovazione, con l’intelligenza artificiale che emerge come catalizzatore di un cambiamento epocale. L’AI generativa in particolare sta ridefinendo il modo in cui le competenze vengono trasmesse e assimilate anche nel contesto aziendale.

La formazione aziendale, per decenni dominio di metodologie statiche, spesso unidirezionali, si trasforma sotto l’influenza dell’AI in un ambiente dinamico, dove i contenuti e i materiali si possono adattare e modificare a costo molto basso. Attraverso la creazione di materiali didattici su misura e simulazioni AI, AI tutor, AI mentor, ed altre esperienze didattiche interattive, l’AI facilita l’acquisizione di competenze interagendo e sperimentando, rendendo l’apprendimento un’esperienza diretta e significativa. Diventa quindi possibile personalizzare in modi fino a ieri inimmaginabili le esperienze di apprendimento adattando i programmi in tempo reale alle esigenze emergenti del mercato. Questa evoluzione non è solo una risposta alle mutevoli richieste professionali, ma anche un passo avanti verso un apprendimento più personalizzato e coinvolgente.

E le sfide maggiori?

Effettivamente l’integrazione dell’AI nei sistemi formativi consolidati non è priva di sfide.  La prima è la necessità si sviluppare competenze sull’AI che permettano da un lato di svilupparne le applicazioni per utilizzarla come strumento didattico e dall’altro tenere sotto controllo i rischi di tipo etico legati al suo utilizzo che non deve mai essere acritico. Questa sfida in realtà, grazie alla incredibile evoluzione degli ultimi anni, è meno complessa di quanto si creda e la costruzione di queste competenze si fa soprattutto sperimentando in prima persona.

 La seconda sfida invece è più complessa, è la sfida culturale. Le aziende storiche devono gestire le complessità del cambiamento, bilanciando l’innovazione con la conservazione dei valori fondamentali della propria identità. In questo contesto la sfida tecnologica esalta l’elemento umano. Formatori e dirigenti sono infatti chiamati a sfruttare l’AI non come sostituto, ma come estensione delle proprie capacità, spingendoli verso nuovi orizzonti di creatività e innovazione.

In definitiva, l’AI sta sfidando tutti, a partire dai formatori, ad essere curiosi, sperimentare, uscire dalla propria comfort zone. Insomma ci obbliga a fare quello che nessuna AI potrà mai fare, avere una visione, trasmetterla con entusiasmo, accettare il rischio di perseguirne la realizzazione e creare nuovo valore grazie ad essa. Paradossalmente, potremmo dire che l’AI ci obbliga a rimettere l’uomo al centro del processo formativo.

Conclusioni dell’autore

Trovo la risposta a quest’ultima domanda particolarmente interessante perché, nel mio ruolo di advisor, sono sempre desideroso di approfondire un settore come quello della formazione che appare particolarmente attrattivo dal punto di vista degli investimenti per diverse ragioni strategiche e di mercato.

La globalizzazione, l’innovazione tecnologica e le dinamiche demografiche stanno trasformando radicalmente il mondo del lavoro. Pertanto, è indispensabile migliorare le competenze offerte dalle scuole e dalle università, oltre a sviluppare ulteriormente le abilità delle persone adulte. Questo concetto di “life long learning” o formazione permanente è centrale anche negli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che promuovono un’istruzione di qualità, equa e inclusiva, con opportunità di apprendimento per tutti.

La pandemia ha accelerato la digitalizzazione dell’istruzione, spingendo molte istituzioni ad adottare tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e le piattaforme di e-learning. Questo ha incrementato il loro valore e la loro capacità di scalare.

Il gap tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle effettivamente disponibili rappresenta un’opportunità per le aziende di formazione di colmare questa lacuna, rendendole fondamentali per la crescita economica e l’innovazione.

Questi fattori rendono il settore dell’istruzione un mercato dinamico e in espansione, con un significativo potenziale per operazioni di fusione e acquisizione che possono trasformare il panorama educativo globale.

 

BIBLIOGRAFIA

McAfee, A., Rock, D., & Brynjolfsson, E. (2023). How to Capitalize on Generative AI. Harvard Business Review, 101(6), 42-48.

Chi, M. T., Roy, M., & Hausmann, R. G. (2008). Observing tutorial dialogues collaboratively: Insights about human tutoring effectiveness from vicarious learning. Cognitive science, 32(2), 301-341.

Dell’Acqua, F., McFowland, E., Mollick, E. R., Lifshitz-Assaf, H., Kellogg, K., Rajendran, S., … & Lakhani, K. R. (2023). Navigating the jagged technological frontier: Field experimental evidence of the effects of AI on knowledge worker productivity and quality. Harvard Business School Technology & Operations Mgt. Unit Working Paper, (24-013).

Henkel, O., Horne-Robinson, H., Kozhakhmetova, N., & Lee, A. (2024). Effective and Scalable Math Support: Evidence on the Impact of an AI-Tutor on Math Achievement in Ghana. arXiv preprint arXiv:2402.09809.

Kumar, H., Rothschild, D. M., Goldstein, D. G., & Hofman, J. M. (2023). Math Education with Large Language Models: Peril or Promise?. Disponibile su SSRN 4641653.

Mollick, E. e Mollick, L. (2024). Instructors as Innovators: A future-focused approach to new AI learning opportunities, with prompts. Working Paper Wharton School of the University of Pennsylvania. Disponibile su SSRN-id4802463.