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Idrogeno verde, alla prima asta europea Italia assente. Perché?
Post di Giulia De Vendictis, Head of Financial Supply Chain di Saras –
La prima asta dell’Unione Europea (IF23 Auction) per la produzione di idrogeno verde è stata lanciata il 23 novembre 2023 e si è chiusa l’8 febbraio 2024. Finalmente, il 30 aprile 2024 sono stati resi pubblici i risultati tanto attesi: la Commissione ha stanziato quasi 720 milioni di euro a favore di sette progetti volti alla produzione di idrogeno RFNBO.
Nuove prospettive per il mercato dell’idrogeno verde
L’obiettivo dichiarato è chiaro: creare un mercato dei prezzi per l’idrogeno verde. Rispetto ai soliti bandi Innovation Fund, questa è un’asta in cui le proposte sono ordinate in base al prezzo offerto, dal più basso al più alto. Il Grant, o contributo a fondo perduto, è pensato per ridurre il gap di redditività tra l’idrogeno prodotto a partire da fonti rinnovabili e quello d’origine fossile, stimolando investimenti più “green” in Europa. Allo stesso tempo, il meccanismo dell’asta mira a ridurre il divario di costo tra la produzione di idrogeno RFNBO (Renewable Fuel of Non-Biological Origin), come definito nella Direttiva sull’Energia Rinnovabile 2018/2021, e la produzione di idrogeno grigio.
Innovation Fund: i risultati della prima asta pilota
La prima asta pilota della European Hydrogen Bank ha ricevuto 132 offerte provenienti da 17 paesi europei (solo 13 progetti sono risultati inammissibili) consumando 720 milioni di euro di budget su un totale di 800 milioni di euro. I contribuiti che riceveranno i sette progetti selezionati variano dagli 8 ai 245 milioni di euro. Ovviamente, modifiche nell’elenco finale dei selezionati sono ancora possibili, se non verrà completata la fase di preparazione del Grant Agreement nei tempi e modi prescritti.
I sette progetti selezionati sono stati scelti in primis in base al prezzo offerto e poi sulla base degli altri requisiti di qualificazione, cioè la rilevanza rispetto agli obiettivi dell’asta e la qualità tecnica, finanziaria e operativa. Dovranno tutti iniziare a produrre idrogeno rinnovabile entro un massimo di 5 anni dalla firma del Grant Agreement, prevista entro novembre 2024.
Complessivamente, copriranno 1,5 Gigawatt elettrici (GWe) di capacità dell’elettrolizzatore e potrebbero produrre 1,58 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro un decennio, evitando così più di 10,8 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra (GHG). Dati gli ottimi risultati, questa asta pilota verrà confermata e la Commissione prevede di lanciare una seconda asta entro la fine di quest’anno.
Idrogeno verde, il prezzo sarà davvero sostenibile?
Sono state 119 le proposte ritenute idonee e ammissibili, classificate in base al prezzo offerto. I prezzi offerti dai vincitori variano da 0,37 a 0,48 euro per chilogrammo di idrogeno rinnovabile prodotto, nonostante il prezzo massimo richiesto fosse di ben 4,50 euro per kg. Saranno economicamente sostenibili? Lo vedremo tra cinque anni a partire da novembre…
Paesi selezionati: L’Italia grande assente
I sette vincitori provengono da quattro paesi europei (Spagna, Portogallo, Norvegia e Finlandia). La Spagna ha presentato il maggior numero di offerte (46 offerte e 3 selezioni) più che raddoppiando la Germania, seconda per numero di proposte (20 offerte).
Non solo l’Italia non ha progetti selezionati, ma la partecipazione è stata estremamente bassa (solo 2 offerte). Gli italiani sembrano in ritardo, forse anche a causa di una carenza di competenze e di figure specializzate nella partecipazione ai bandi di finanziamento pubblico nazionali ed europei – soprattutto nell’organico delle aziende offerenti. O forse sono i più realisti d’Europa e hanno deciso di non presentare offerte a prezzi che sanno di non poter sostenere?
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