categoria: Il denaro non dorme mai
Venture Capital e innovazione: non è tutto oro quel che luccica
Post di Giovanna Voltolina, mid-cap investor e co-founder di integritam –
Certo a vederli così parlano chiaro i dati emersi dall’Osservatorio sul Venture Capital in Italia a cura della banca d’investimento Growth Capital in collaborazione con Italian Tech Alliance, che monitora su base trimestrale l’andamento degli investimenti in venture capital in Italia. Sono infatti 443 i milioni di euro di investimenti raccolti con 108 round d’investimento nel primo trimestre del 2024 dal venture capital in Italia, contro i 201 milioni dello stesso periodo nell’anno precedente (84 round), descrivendo così una crescita del +120%.
…sono ancora pochissimi, anche rispetto all’Europa
A guardare bene però questo primo quarto è determinato in effetti da due soli deal, ovvero Bending Spoon con 144 milioni di raccolta e MMI con 101 milioni raccolti, che da soli rappresentano ben oltre la metà della raccolta del periodo. Infatti, sempre da quanto emerge dal report, il podio del primo trimestre 2024 vede sul gradino più alto appunto Bending Spoons (144 milioni) seguita da MMI (101 milioni), quindi Everli (21 milioni) e poi Contents (16 milioni).
Da osservare poi come rispetto all’Europa nel primo trimestre di quest’anno sono invece stati raccolti circa 12 miliardi di euro in 2.404 round, la fetta di torta tricolore con i suoi 443 milioni di raccolta è parecchio, per così dire ‘sottile’ (3,7% circa).
Puntare su Pmi made in Italy per attrarre capitali
Alla fine quindi non c’è da essere soddisfatti rispetto a questi risultati e il nostro paese deve fare molto di più in materia di attrazione dei capitali neutralizzando in primis le barriere che ne impediscono l’afflusso, soprattutto la imprevedibile mutabilità della burocrazia italiana, nazionale e locale, e l’infrastrutturazione, connessione web inclusa, e soprattutto puntare sulle nostre Pmi made in Italy, vera ricchezza inespressa e lavorare a distretti organizzati come vere e proprie ‘valley’.
Se le nostre Pmi, innovative o ‘tradizionali’, potessero o volessero, guardare al mercato mondiale dei capitali potrebbero davvero attrarre investimenti da tutto il mondo per finanziarsi, ammodernarsi, svilupparsi, crescere e decollare anche a livello internazionale, senza per questo perdere il controllo dell’azienda, laddove l’investitore oltre che apportare risorse finanziarie può mettere a disposizione degli imprenditori le sue conoscenze e relazioni per sostenere e accelerare i loro progetti di crescita, facendo decollare il business dell’azienda in maniera molto marcata ed anche sostenibile.
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