categoria: Vicolo corto
Ricerca del lavoro, per la Gen Z avviene sempre più su TikTok
Post di Tommaso Ricci, Managing Director di Mambo (Gruppo OneDay) –
Secondo gli ultimi dati disponibili, la creator economy italiana vale 1 miliardo di euro e conta più di 350.000 creator, a dimostrazione di come non si tratti più solo di una forma di intrattenimento ma di un vero e proprio sistema produttivo, con le sue regole e i suoi professionisti.
Qualcosa di così complesso e articolato, però, non può che avere influenze sugli altri, in primis sul mondo del lavoro, specchio della società in evoluzione e catalizzatore di nuove tendenze e necessità. Si pensi, per esempio, alla rilevanza che hanno assunto, negli ultimi anni, temi come il benessere mentale, l’equilibrio tra vita privata e lavoro, il rispetto delle diversità in ufficio e le questioni salariali, anche grazie alla spinta della nuova generazione non più disposta ad accettare acriticamente lo status quo.
Su TikTok i creator sono punti di riferimento per la Gen Z
Nel whitepaper “L’employer branding su TikTok”, che abbiamo realizzato prendendo spunto anche da altre ricerche sull’argomento, abbiamo provato a fare luce sul ruolo che TikTok sta assumendo nella ricerca del lavoro, diventando una vera e propria piattaforma di informazione e divulgazione, popolata da creator di contenuti che diventano dei punti di riferimento per la Gen Z, con i quali identificarsi e da cui prendere esempio.
Per dare un’idea dell’entità del fenomeno, basti pensare che subito dopo le piattaforme digitali specializzate (57%) e le agenzie per la ricerca del personale (52%), le piattaforme digitali sono i canali più popolari (47%) nella ricerca del lavoro[1]. In particolare, TikTok influenza nel 70% dei casi la percezione che le persone hanno di una determinata azienda, rendendo evidente l’importanza di come ci si racconta sui social media, quali messaggi si trasmettono e che tipo di clima si vive in quella realtà.
Una conversazione animata e divisiva
Dal #QuietQuitting, alle critiche della #HustleCulture, fino ai live #LayOffs, passando anche per le #CareerTips e i vlog sotto l’hashtag #LoveMyJob o #DayInTheLife, la conversazione intorno al mondo del lavoro su TikTok non potrebbe essere più animata e divisiva, dimostrando il rapporto talvolta conflittuale e l’atteggiamento disilluso che la Gen Z ha nei confronti del lavoro.
Non possiamo quindi negare che TikTok abbia di gran lunga superato la sua definizione di social media e si sia trasformato a tutti gli effetti in uno spazio di confronto e condivisione, rendendo la conversazione tra azienda e risorse molto più informale e ravvicinata. In questo panorama, abbiamo rilevato tre grandi filoni che animano il discorso: i Career Tips, ovvero consigli di carriera e “CV check”, arricchiti da una nota sarcastica e comica, perfettamente in linea con il target; i Vlog dei dipendenti, che diventano veri e propri ambassador della loro company, mostrandone genuinamente la quotidianità; infine, le Comedy, ovvero un racconto ironico delle storture più comuni del mondo del lavoro odierno, megafono del sentiment più crudo e reale della nuova generazione.
Ricerca del lavoro sui social media, come cambia
Prendere coscienza di come la ricerca del lavoro oggi avvenga (anche) sui social media significa rendersi conto di come sia indispensabile raccontarsi genuinamente ed essere in linea con i tempi per restare competitivi, combattendo un problema che è reale, quello della retention dei talenti.
Dimentichiamo quel tempo in cui il rapporto tra azienda e persone era univoco: oggi sono anche le seconde a scegliere le prime, per questo non è più possibile trascurare la propria presenza online o sottovalutare il ruolo di creator e social media nel mondo del lavoro.
[1] Kantar