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Packaging, sostenibilità e il ruolo del consumatore responsabile
Post di Emiliano Caradonna, CEO di Qwarzo –
La sostenibilità si configura come una delle questioni più urgenti e impattanti del XXI secolo. Il concetto di sviluppo sostenibile, definito nel Rapporto Our Common Future del 1987, indica la necessità di soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza tuttavia compromettere la capacità delle nazioni future. La politica, e in particolare gli organismi internazionali, hanno promosso diverse iniziative in questa direzione. A tal proposito, l’Agenda 2030 fa propria una visione multidimensionale della sostenibilità che si articola in tre pilastri (ambientale, economico e sociale) i quali, a loro volta, sono declinati in 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile con i relativi target.
La centralità del ruolo del consumatore viene sancita dal target 12.8, che pone la necessità di “accertarsi che tutte le persone, in ogni parte del mondo, abbiano le informazioni rilevanti e la giusta consapevolezza dello sviluppo sostenibile e di uno stile di vita in armonia con la natura”. L’idea di fondo è che se le persone fossero adeguatamente informate sull’impatto che le proprie scelte di consumo possono avere sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, cambierebbero le proprie abitudini, investendo maggiori sforzi nella promozione della sostenibilità e quindi condizionando la stessa strategia delle aziende produttrici.
Il ruolo cruciale del packaging
In questo scenario il packaging svolge un ruolo cruciale, poiché può influenzare diversi aspetti ambientali e sociali lungo l’intera catena di approvvigionamento e distribuzione dei prodotti acquistati; stando agli ultimi dati Eurostat del 2021, l’UE ha generato 188,7 kg di rifiuti di imballaggio per abitante, 10,8 kg in più per persona rispetto al 2020, l’aumento maggiore in 10 anni, e quasi 32 kg in più rispetto al 2011. Dati destinati ad aumentare, a causa dell’aumento di acquisti online, consegne a domicilio e consumo di prodotti da asporto. In totale, l’UE ha generato 84 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, di cui il 40,3% in carta e cartone, il 19% in plastica, 18,5% in vetro, 17,1% in legno e il 4,9% in metallo.
Nel 2021, ogni cittadino ha generato in media 35,9 kg di rifiuti di imballaggio in plastica, con una media di riciclo pari a 14,2 kg. Tra il 2011 e il 2021, la quantità pro capite di rifiuti di imballaggio in plastica generata è aumentata del 26,7% (+7,6 kg/pro capite) e la quantità riciclata di rifiuti di imballaggio in plastica ha segnato un incremento nello stesso periodo pari al 38,1% (+3,9 kg/pro capite). Tra i Paesi più virtuosi nel riciclo dei rifiuti di imballaggio in plastica, troviamo Slovenia (50,0%), Belgio (49,2%) e Paesi Bassi (48,9%) con un tasso quasi vicino al 50%, al contrario si collocano nel fanalino di coda: Malta (20,5%), Francia (23,1%) e Svezia (23,8%).
Qwarzo si pone al centro di questa sfida, promuovendo pratiche sostenibili lungo l’intera catena del valore e ridefinendo gli standard di un settore sempre più orientato alla responsabilità ambientale.
Il ruolo del consumatore responsabile
Secondo il nuovo PwC Consumer Insights Survey, a fronte di una situazione finanziaria complessa che spesso guida le scelte d’acquisto verso i beni prettamente essenziali, i consumatori dichiarano di essere in ogni caso disposti a pagare un prezzo più elevato per l’acquisto di prodotti eco-friendly. In particolare, il 78% dei consumatori è disposto a pagare una cifra maggiore per un prodotto realizzato/reperito localmente, fatto con materiale riciclato, sostenibile o eco-compatibile (77%) o da un’azienda nota per le proprie pratiche di sostenibilità (75%).
Sul fronte nazionale, Confindustria ha di recente presentato uno stato dell’arte della sostenibilità con l’obiettivo di produrre un’analisi quantitativa del sentiment dei consumatori sui temi della sostenibilità. Lo studio indica come la sostenibilità ambientale e sociale sia rilevante per l’80% degli intervistati. Inoltre, la consapevolezza di coloro che hanno figli è ancora più elevata nei confronti delle scelte sostenibili che devono essere effettuate lungo tutta la filiera.
Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma, presentati il 17 gennaio 2024, il 40% degli italiani prevede di incrementare gli acquisti di prodotti alimentari e bevande dotati di packaging sostenibile nei prossimi 12 mesi. Questa percentuale aumenta notevolmente tra le famiglie con bambini e persone della generazione Z, il segmento demografico più sensibile alle questioni legate alla sostenibilità ambientale. Il ruolo del green packaging sta diventando sempre più determinante nelle decisioni di acquisto alimentare degli italiani. Nel corso degli ultimi 12 mesi, il 54% dei cittadini italiani ha optato per marche diverse da quelle acquistate normalmente a favore di un imballaggio più sostenibile; inoltre, il 18% ha cessato di acquistare un prodotto a causa della sua confezione ritenuta non ecologica.
L’impatto del cambiamento climatico sulle scelte
L’analisi evidenzia che il cambiamento climatico, riconosciuto come uno dei problemi globali più gravi da oltre il 60% degli italiani, ha un impatto significativo sulle scelte dei consumatori. La sostenibilità, unita all’attenzione per l’ambiente, rappresenta un fattore chiave per il 32% dei cittadini nelle loro decisioni di comportamento e acquisto, mentre il 59% dichiara di tenerne comunque conto. Questo cambiamento di priorità si manifesta in un maggiore impegno verso scelte di consumo più sostenibili, con un trend in netta crescita rispetto a cinque anni fa. In particolare, l’82% delle famiglie presta maggiore attenzione ai consumi energetici e idrici, il 66% all’acquisto di prodotti alimentari e bevande e il 42% alla mobilità e agli spostamenti.
Nella scelta del packaging, le caratteristiche più ricercate sono l’assenza di imballaggi in eccesso (59%), l’utilizzo di confezioni completamente riciclabili (58%), la produzione con ridotte emissioni di CO2 (46%), l’utilizzo di materiali riciclati (45%) o biodegradabili (44%). Si nota anche un forte interesse per gli imballaggi privi di plastica e quelli riutilizzabili. In questo contesto, Qwarzo emerge come pioniere nell’innovazione del settore, offrendo una risposta concreta alle sfide ambientali del nostro tempo e alle esigenze che il consumatore richiede.
Quasi l’80% degli italiani ritiene di vitale importanza avere informazioni sul ciclo di vita delle confezioni, inclusa la loro seconda vita post-riciclo. Questo interesse sottolinea la necessità per le aziende di adottare strategie di marketing che enfatizzino la sostenibilità dei propri imballaggi. La trasparenza riguardo alle pratiche di sostenibilità e al ciclo di vita dei prodotti diventa un elemento chiave nella costruzione della fiducia del consumatore e nell’influenzare le decisioni di acquisto.
Lo scenario normativo
Dal punto di vista normativo l’Unione si è prefissa con il Green Deal Europeo l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Tra le iniziative politiche a sostegno della sostenibilità rientrano:
– la CSDDD – Corporate Sustainability Due Diligence Directive, che promuove un comportamento societario sostenibile e responsabile, ancorando le considerazioni relative ai diritti umani e all’ambiente nelle operazioni e nel governo delle imprese;
– la Nature Restoration Law, elemento chiave della strategia dell’UE nell’ambito della biodiversità per ripristinare gli ecosistemi degradati;
– la SFRD – Sustainable Finance Disclosure Regulation, che aiuta gli investitori a veicolare i loro fondi nelle imprese e nei progetti che sostengono gli obiettivi di sostenibilità, a fare scelte informate e a valutare adeguatamente come i rischi Esg siano integrati nel processo decisionale di investimento;
– il Piano d’azione per l’economia circolare presentato dalla Commissione nel marzo 2020 e comprendente oltre 30 punti d’azione finalizzati a: assicurare lo sviluppo di prodotti sostenibili e la circolarità dei processi produttivi; responsabilizzare i consumatori; adottare politiche mirate per i settori chiave; ridurre i rifiuti.
Nell’ambito del Green Deal Europeo si colloca inoltre l’approvazione e la pubblicazione, avvenuta il 16 dicembre 2022, sulla Gazzetta Ufficiale UE della Direttiva n. 2022/2464 riguardante la rendicontazione societaria di sostenibilità. Questa direttiva, che si pone l’obiettivo di migliorare l’informativa della sostenibilità, prevede l’obbligo di limited assurance; obbliga le imprese a digitalizzare le informazioni di sostenibilità; e, infine, include l’informativa di sostenibilità nella Relazione sulla Gestione, garantendo un’integrazione maggiore tra informazioni finanziarie e non finanziarie.
L’ambizione della Direttiva sul packaging e l’aggiornamento necessario
La Direttiva 94/62/EC (PPWD – Packaging and Packaging Waste Directive) sintetizza l’ambizione di un modello economico sostenibile e circolare. Nella sua prima versione del 2015 la Commissione ha fissato degli obiettivi per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti da imballaggio con finalità di riciclo e riuso. Tuttavia, nonostante i propositi, è necessario un aggiornamento della normativa. A quasi dieci anni di distanza, la Direttiva non è stata in grado di affrontare il crescente impatto ambientale degli imballaggi: il packaging continua, infatti, ad essere poco riciclabile e realizzato con troppo poco materiale riciclato.
Inoltre, ci sono anche grandi differenze nel modo in cui la Direttiva viene recepita da parte dei singoli Stati membri; per armonizzare l’attuazione nel continente la Commissione ha proposto nel novembre 2022 una revisione della Direttiva e la trasformazione in Regolamento (PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation). Sebbene la nuova normativa rappresenti un passo avanti significativo, non è però ancora sufficiente per raggiungere, entro pochi anni, obiettivi significativi in termini di riduzione della plastica.
I vantaggi e i limiti del packaging riutilizzabile
Il packaging riutilizzabile può essere una soluzione sostenibile, nelle sue dimensioni ambientali, sociali ed economiche, solo per alcuni campi molto specifici di applicazione, ovvero in contesti chiusi e strutturati laddove è possibile centralizzare e monitorare la gestione dei resi e realizzare sistemi di lavaggio efficienti. Esempi in tal senso sono gli edifici pubblici, gli aeroporti o le mense scolastiche.
Anche se alcuni prodotti di imballaggio monouso possono essere riciclati, la presenza di materiali complessi [1] (ad esempio, con strati di materiale diverso all’interno dello stesso prodotto) e la mancanza di infrastrutture di gestione adeguate possono, infatti, limitare la qualità e la quantità di materiali riciclati alla fine della loro vita (Grant et al., 2020; Antonopoulos et al., 2021; Zero Waste Europe, 2022).
Le prestazioni ambientali dei prodotti di imballaggio riutilizzabili si sono, quindi, dimostrate ampiamente influenzate da alcuni fattori legati al loro ciclo di vita, ad esempio la fase di lavaggio, andando quindi a impattare sui benefici ottenuti rispetto alle alternative monouso (Fetner and Miller, 2021).
Le alternative alla plastica monouso
Oltre ad intraprendere azioni di prevenzione e riduzione di rifiuti non riciclabili, di armonizzazione della gestione e delle procedure negli Stati Membri e degli strumenti volti a stimolare la domanda di materiali per sviluppare le filiere di riciclo, è cruciale investire in soluzioni tecnologiche e in materiali alternativi e adattabili al singolo contesto.
Il packaging monouso in carta, funzionalizzato con un coating minerale a base di silice e perfettamente riciclabile, può essere un’ottima alternativa alla plastica monouso, da un punto di vista di performance ambientali lungo tutto il ciclo di vita, di sicurezza e igiene per i consumatori e di costi per il sistema [2]. Il coating minerale a base di silice funzionalizza un imballaggio in carta e lo rende resistente all’umidità, ai grassi, all’ossigeno e alla temperatura; tale materiale offre, quindi, una soluzione all’annosa problematica dei contenitori monouso che nella maggior parte dei casi, per garantire resistenza, devono essere rivestiti con un sottile strato di plastica impermeabilizzante, il quale non permette un processo di riciclo della carta performante.
*Qwarzo è un’azienda specializzata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche che rendono possibili alternative sostenibili, disponibili su larga scala e facili da implementare, alla plastica monouso.
[12] Exploring the environmental performance of alternative food packaging products in the European Union, Sinkko, T., Amadei, A., Venturelli, S., Ardente, F.
[13] In pieno accordo anche con gli obblighi della Single Use Plastics Directive