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Temere più il mercato Usa o Xiaomi? Ecco il 2024 di Stellantis
Post di Gabriel Debach, Italian market analyst di eToro –
“Dovremmo prendere le distanze da un pensiero dogmatico in cui un’unica soluzione va bene per tutti. Non penso che funzionerà”. Parola di Carlos Tavares, ceo di Stellantis. Vacillano le certezze del piano Dare Forward 30? Di sicuro il manager portoghese sa molto bene che le vere sfide per il settore automobilistico cominciano a stagliarsi adesso all’orizzonte.
Stellantis nel 2023 è andata molto bene, fino ad assicurarsi la posizione di prima azienda “italiana” per capitalizzazione ed è difficile sostenere che il 2024 non deponga a favore della casa automobilistica nata dalla fusione di Psa e Fca. Certamente, il quadro è ricco di incertezze: dalle minacce cinesi alla guerra dei prezzi, dalla possibile comparsa di nuovi produttori in Italia fino all’evoluzione del mercato, con operazioni di consolidamento inevitabili per affrontare la sfida dell’elettrificazione. Addirittura, il numero uno di Stellantis ha riportato che a fine corsa potrebbero rimanere solamente 5 grandi costruttori.
Il mercato nordamericano, primo per Stellantis, continua a offrire opportunità ma, allo stesso tempo, pone non pochi problemi. Anche i dati eccezionali del 2023 avevano evidenziato una crescita anemica nella regione (+1,2% anno su anno nel fatturato e +2,3% nelle consegne), il che ha comportato una riduzione della quota della regione sul fatturato complessivo, passando dal 54,6% al 47,6%. Ulteriori preoccupazioni derivano da una diminuzione del prezzo medio, nonostante le 1,903 mila consegne effettuate, che è sceso da 45,9 mila a 45,5 mila dollari.
A tale dinamica segue un primo trimestre sottotono, con vendite in calo del 10%, dove alla crescita del marchio Jeep +2% (primo modello Stellantis di vendite in USA) si contrappone il calo a doppia cifra (-26%) di Ram. Questo inizio d’anno sottotono riflette difficoltà sperimentate nel 2023, quando il gruppo registrò una contrazione del 9% nelle sue vendite, in particolare a causa delle prestazioni sotto le aspettative del marchio Jeep.
A preoccupazioni americane, tuttavia, si contrappongono evoluzioni positive in Europa, secondo mercato del Gruppo. I dati ACEA hanno evidenziato un febbraio positivo per il Gruppo Stellantis che ha registrato un incremento dei volumi di vendita del 12,1% rispetto al 2023, ottenendo una quota di mercato del 20,3%, in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto a un anno fa e di 0,6 punti percentuali rispetto al gennaio di quest’anno, portando la quota da inizio anno al 20%.
Affrontando sia sfide interne, come i tagli al personale e le pressioni governative italiane per il rispetto degli accordi di produzione, sia opportunità come la joint venture con i cinesi di Leapmotor, Stellantis naviga in acque complesse. Tuttavia, l’impennata del 62% dell’ultimo anno in Borsa indica che una correzione inferiore al 10% (ricordando che dall’inizio dell’anno il saldo resta ampiamente positivo) non dovrebbe suscitare eccessiva preoccupazione tra gli investitori, almeno per il momento.
Preoccupa di più l’invasione di auto cinesi, da BYD alla debuttante Xiaomi, segno di un mercato che continua ad attirare nuovi produttori a Oriente. A questo proposito, Tavares aveva espresso già lo scorso anno preoccupazioni molto circostanziate: «Temo l’invasione cinese, non Tesla».