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Stress al lavoro e giovani: quanto contano relazioni autentiche?
Post di Federica Pasini, CEO e co-founder di Hacking Talents dal report realizzato in collaborazione con Factanza Media –
L’evoluzione demografica, la crescente aspettativa di vita e la bassa natalità sono solo alcuni dei fattori che oggigiorno contribuiscono a ridefinire il contesto lavorativo, portando alla coesistenza di generazioni eterogenee. Queste, che inevitabilmente possiedono background e prospettive variegate, sono influenzate da esperienze e ideali diversi, spesso segnati da momenti di profonda trasformazione, come la digitalizzazione e la pandemia di Covid-19. Secondo un’analisi condotta dalla Luiss Business School, negli ultimi 16 anni l’età media delle fasce dirigenziali delle principali società italiane quotate è in crescita, un trend che funge da barriera all’ingresso per le nuove generazioni, che con maggior fatica riescono ad esprimere i propri bisogni e la propria diversità, limitando il cambiamento della società.
Questo è solo uno degli effetti del cosiddetto generation gap sul lavoro, il divario di idee, norme culturali e opportunità che separa le generazioni più giovani dalle precedenti. Confrontare le generazioni può quindi essere una pratica utile per comprendere e gestire questa diversità. Infatti, affrontare consapevolmente le differenze tra le generazioni può ottimizzare il potenziale di ciascun gruppo e favorire la coesione aziendale. Nell’attuale contesto lavorativo è possibile distinguere quattro generazioni: Baby Boomers, Generazione X, Millennials e Generazione Z. Tuttavia, è importante sottolineare che trattare le differenze non ha l’obiettivo di creare compartimenti stagni, ma serve a comprendere i bisogni unici di ciascuna generazione, essenziale per favorire il dialogo e lo scambio sul posto di lavoro.
Un focus su Millennials e Generazione Z
Secondo il report elaborato da Hacking Talents – in collaborazione con la Media Company Factanza e focalizzato sulle due generazioni più giovani, quella dei Millennials e la Generazione Z – è emerso che solo due partecipanti all’indagine su cinque sentono la possibilità di esprimersi liberamente sul luogo di lavoro e una persona su due ha bisogno di un esplicito sollecito. Inoltre, il 43% dei partecipanti percepisce una forte carenza di relazioni empatiche sul luogo di lavoro, una tendenza che si allinea con i crescenti livelli di stress e solitudine riportati quotidianamente in ambito lavorativo. In merito allo stress, la psicologia spiega che questo deriva dalla discrepanza tra le richieste fatte a un individuo e le risorse disponibili per affrontarle (Lazarus & Folkman, 1984). Poiché il supporto dai colleghi è una risorsa cruciale, la mancanza di tale supporto può aumentare lo stress. Per mitigare questo effetto, è essenziale promuovere relazioni sane e costruttive tra i colleghi, fornendo così a ciascun individuo le risorse necessarie per affrontare momenti di elevato stress.
Lavoro, il ruolo centrale delle aziende
Indipendentemente dalle dimensioni dell’organizzazione, che sia una start-up o una multinazionale, un gruppo coeso con un forte senso di appartenenza rappresenta il fattore chiave per la crescita e lo sviluppo lavorativo. Coloro che non sono coinvolti in tali iniziative possono percepire un disinteresse e un abbandono da parte dell’organizzazione, soprattutto durante periodi critici, quando la sensazione di solitudine può emergere in modo più accentuato.
Questi fenomeni, a lungo andare, si traducono in eventi concreti, come la “Great Resignation” del 2022 a cui si è assistito nel periodo post Covid e la “Great Gloom” del 2023, caratterizzata da una crescente insoddisfazione lavorativa, soprattutto tra Millennials e Gen Z. Questo fenomeno è alimentato da varie cause, tra cui l’attesa delusa di maggiore flessibilità lavorativa e un divario tra le politiche organizzative e le esigenze dei dipendenti.
Le soluzioni digitali come risposta ai bisogni del lavoro
Accompagnare con costanza l’espressione delle emozioni e dei bisogni legati alla sfera professionale in maniera organizzata e continua è possibile tramite soluzioni digitali scalabili, supportate dalla tecnologia. Le soluzioni digitali infatti permettono di adattare una struttura flessibile alle esigenze di un’organizzazione, attraverso un servizio personalizzato sui bisogni ma standard nei processi.
Nel concreto, questo si realizza attraverso la creazione di momenti strutturati di incontro all’interno delle organizzazioni tra dipendenti, giovani e meno giovani, che hanno raramente l’opportunità di interagire quotidianamente. La formazione di una rete di relazioni solide in azienda è una scelta di leadership che intende definire una cultura aperta, offrendo un prezioso supporto alle persone durante i momenti difficili. Questo accesso a una rete di risorse migliora le competenze individuali e, di conseguenza, il grado di autonomia.
L’arte di prendersi cura delle relazioni con un approccio centrato sulle persone rappresenta una delle sfide più importanti nel mondo del lavoro attuale. Questa sfida dipende intimamente dallo sviluppo di una cultura organizzativa che riconosca il profondo legame tra il benessere delle persone e la produttività.
Il futuro auspicato è quello in cui ogni azienda adotti la volontà di collocare al centro delle proprie politiche e dei processi abilitanti una continua evoluzione strutturata delle proprie risorse. Un futuro che vede organizzazioni preparate strutturalmente a favorire la costruzione di conversazioni e relazioni arricchenti e sane.