categoria: Vicolo corto
Aziende e crediti di carbonio: l’obiettivo della trasparenza
Post di Paolo Viganò, fondatore di Rete Clima –
Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC) a marzo 2023, senza concrete misure di mitigazione delle emissioni di gas serra l’aumento della temperatura media terrestre supererà 1,5°C entro il 2030 e 2°C entro il 2050 (aumento rispetto al periodo pre-industriale), con effetti devastanti su ecosistemi, agricoltura, salute umana ed economia globale.
Per questo diventa sempre più urgente che ciascun soggetto economico e della società civile intraprenda un graduale ma deciso percorso di “responsabilità climatica”. Le Aziende, in particolare, sono chiamate a calcolare la propria “impronta climatica” e a definire un chiaro programma di decarbonizzazione per orientarsi nel breve periodo verso obiettivi di carbon neutrality, e nel medio periodo verso il Net Zero emission in linea con gli obiettivi dell’accordo climatico di Parigi.
In questo contesto, riveste un ruolo cruciale anche lo step di compensazione delle emissioni residue di CO2 e gas serra (carbon offset), da intendersi come azione complementare e successiva rispetto alla riduzione delle emissioni all’interno della value chain aziendale: il processo di carbon offset consente di veicolare finanziamenti privati a favore di progetti internazionali con un elevato potenziale di riduzione o sequestro di carbonio, azzerando così – per loro tramite – la propria impronta climatica aziendale.
Le Aziende e i progetti di acquisto dei crediti di carbonio
Si tratta di un meccanismo secondo il quale le aziende possono finanziare progetti internazionali certificati ed orientati alla tutela climatica, esterni alla value chain aziendale, per neutralizzare le proprie emissioni residue di gas serra: operativamente la neutralizzazione delle emissioni serra avviene tramite acquisto ed annullamento dei carbon credits (crediti di carbonio) generati da questi stessi progetti di carbon offsetting certificati.
Questi progetti possono essere suddivisi in due categorie principali: “carbon avoidance”, che si concentrano sulla riduzione o prevenzione delle emissioni di gas serra, e “carbon removal”, che operano la rimozione ed il sequestro duraturo della CO2 già presente nell’atmosfera. Tali progetti di carbon offset possono poi essere ulteriormente ripartiti tra progetti NBS (Nature Based Solutions), cioè basati su azioni di ampliamento o conservazione o tutela di ecosistemi naturali, oppure progetti TBS (Technology Based Solutions) quali essenzialmente progetti di carbon avoidance basati su soluzioni tecnologiche legate all’efficienza energetica, alla produzione di energia pulita e simili.
Le polemiche sul rilascio dei crediti di carbonio
Negli ultimi mesi, però, non sono mancate polemiche relative a progetti NBS internazionali rientranti nella categoria di progetti REDD+ (Reducing Emissions from Deforestation and Forest Degradation) a causa del presunto rilascio di crediti di carbonio in quantità sovradimensionata rispetto alla loro reale capacità di generazione creditizia. Le polemiche sono state molte, in alcuni casi pretestuose, tali però da ingenerare una sorta di diffidenza o di timore verso il meccanismo del carbon offset, con particolare riferimento ai progetti NBS presenti sul Registro internazionale “Verra”, leader globale nel settore della compensazione volontaria di anidride carbonica.
Il rischio, tuttavia, è che queste critiche e segnalazioni – non sempre fondate al 100% e basate su approcci tecnici in alcuni casi opinabili – danneggino un importante sistema di tutela ambientale, quale appunto il sistema REDD+, che è certamente migliorabile ma, ad oggi, è unico al mondo per estensione e numerosità delle aree protette, per efficacia nella capacità di conservazione di ecosistemi di pregio, per capacità di tutelare habitat e biodiversità, per valore nel coinvolgimento delle popolazioni locali in occasioni di crescita e di sviluppo umano ed economico.
Crediti di carbonio e maggiore consapevolezza delle Aziende
Analizzando il recente passato, dall’osservatorio privilegiato di Rete Clima abbiamo potuto vedere una crescita della consapevolezza delle Aziende nel prendere in considerazione solo crediti di carbonio provenienti da progetti certificati secondo standard riconosciuti a livello internazionale, oltre che possibilmente muniti di valenze addizionali collegate ad importanti co-benefici socio-ambientali generati. Oggi vediamo invece come le stesse Aziende siano diventate attente a ad utilizzare per la decarbonizzazione delle proprie emissioni residuali solo progetti di carbon offset con elevata solidità e tracciabilità.
La proposta di Rete Clima
Per rispondere a questa implicita richiesta di livelli di garanzia superiori alla “sola” certificazione dei crediti di carbonio, nasce la proposta tecnica di Rete Clima orientata ad individuare e proporre progetti e soluzioni più efficaci, concrete e sicure nel campo della carbon offset: Rete Clima, prima in Italia, ha lanciato infatti un servizio di rating dei progetti di Carbon offset, pur già certificati secondo i più importanti standard tecnici globali. Svolto in partnership con importanti agenzie internazionali attive in questi ambiti, il servizio seleziona e propone un portafoglio di progetti di carbon offset solidi ed efficaci, garantendo alle Aziende un percorso di carbon offset rigoroso e serio dal punto di vista tecnico e comunicativo.
I progetti vengono valutati e poi classificati secondo una scala di valutazione composta da 8 livelli (da AAA per il giudizio più alto, a D come valore più basso), prendendo in considerazione un’ampia gamma di informazioni relative al progetto stesso con particolare riferimento alla verifica delle metodologie di calcolo utilizzate, unitamente a nuove ricerche, a rapporti di monitoraggio, a studio di nuovi documenti tecnici, al monitoraggio con tecnologie satellitari e IoT. Ne consegue l’attribuzione di una classe di rating al progetto, tanto più elevata quanto più solide sono le risultanze ottenute tramite l’impiego di tutte le tecniche di indagine sopra descritte.
I tre pilastri tecnici della valutazione
Il sistema di valutazione finalizzato al rating si basa sulla valutazione di tre pilastri tecnici fondamentali: carbon score, che verifica se il progetto stia rendicontando accuratamente le sue attività di riduzione o di rimozione della CO2 e altri gas serra; verifica dell’addizionalità, cioè la valutazione circa la ragionevolezza e l’accuratezza con cui è stata scelta la baseline del progetto (cioè la situazione emissiva di partenza rispetto alla quale sono valutati i benefici del progetto); permanenza, che analizza la probabilità che i gas serra evitati o rimossi dalle attività del progetto permangano per un periodo di tempo significativo e comunque coerente rispetto alla natura del progetto. Questi tre pilastri, analizzati a livello quantitativo tramite le strategie tecniche indicate e uniti ad una valutazione qualitativa dei benefici generati dal progetto anche in termini geografici e sociali, forniscono una chiara indicazione di quali progetti carbon siano più solidi e quindi da preferire nelle decisioni di investimento aziendale ai fini di decarbonizzazione.
Questa analisi restituisce così alle Aziende una fotografia più chiara sui progetti più sicuri rispetto a logiche di solidità tecnica, per evitare potenziali problemi tecnici e comunicativi che si potrebbero verificare in seguito al sostegno a progetti non completamente efficaci ai fini della decarbonizzazione.
Percorsi di sostenibilità solidi e validi
Concludendo: oggi i rischi climatici sono di tale portata da richiedere un’azione chiara, trasparente, efficace, solida, immediata e continuativa nel tempo da parte di tutti i soggetti della società civile. Tra questi spiccano ovviamente le Aziende, ufficialmente investite di una “responsabilità” all’azione climatica già alla COP21 di Parigi, nel dicembre 2015. È quindi necessario che i percorsi di sostenibilità e di decarbonizzazione delle aziende e dei propri prodotti/servizi siano sviluppati in modo solido e valido, sia per poter agire concretamente contro il climate change sia per poter rendicontare tale impegno ai propri stakeholder.