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Il miraggio del ricchi subito: dal parco buoi ai polli dell’algoritmo
Post di Gianluigi De Marchi, giornalista e scrittore –
Negli anni ’60 del secolo scorso era di moda l’espressione “parco buoi” per indicare i piccoli azionisti che frequentavano i locali della Borsa Valori sperando di diventare ricchi in poco tempo speculando su questo o quel titolo azionario. Sogni ed illusioni quasi sempre sbriciolati da una realtà crudele: chi non conosce il mercato, non ha capacità tecniche e non ha capitali sufficienti per far fronte ad improvvisi rovesci ben difficilmente riesce a diventare ricco.
Passano gli anni, finiscono i secoli ed i millenni, ma la natura umana non cambia: ancora oggi esistono purtroppo larghe fasce di risparmiatori che sognano di diventare ricchi in poco tempo. Non ci sono più gli austeri locali di Palazzo Mezzanotte a Milano (sede della principale Borsa italiana) ed i sistemi per giocarsi i risparmi hanno assunto una veste più tecnologica ed affascinante.
La più diffusa è quella di affidarsi ad un misterioso “algoritmo” gestito dall’intelligenza artificiale (oggi considerata ben più affidabile di quella “naturale”…) che “garantisce” risultati miracolosi in poco tempo senza rischio alcuno. Garanzia ovviamente farlocca, ma tant’è, la natura umana è purtroppo sempre attratta dal miraggio che si possa guadagnare molto senza rischiare nulla.
Come funziona il meccanismo messo a punto da molte società pirata che affollano il web?
Il pericolo viaggia sul cellulare e i messaggi via Internet
A – Squilla il telefono e una persona che si definisce broker di un’importante società finanziaria londinese dal nome impronunciabile invita l’interlocutore ad investire in una formula innovativa e sicura di compravendite sui mercati internazionali gestita automaticamente da un “algoritmo”. Senza lasciare spazio a domande o richieste di chiarimenti, con un profluvio di parole, cifre, commenti chiude la sua “presentazione” con il suadente suggerimento: “Può fare una prova sull’efficacia del nostro sistema anche con un modesto capitale, bastano solo 200 euro per iniziare a guadagnare moltissimo”.
B – Aprite la posta elettronica ed un messaggio allettante campeggia lampeggiante: “Diventate ricchi disponendo di 200 euro grazie al nostro “algoritmo”; anche Cannavacciuolo l’ha fatto ed i suoi 10.000 euro sono diventati 9,9 milioni!”
Chi può resistere ad offerte simili? Duecento euro sono alla portata di tutti e se il sistema funziona, potrebbero moltiplicarsi e risolvere tanti problemi quotidiani. Fatta, via con il bonifico.
Dopo poche settimane il telefono squilla (o la mail segnala un messaggio in arrivo dall’Inghilterra) e il capitale è già cresciuto a 500 euro; prova della serietà e dell’efficacia dell’algoritmo, di cui sarebbe opportuno sfruttare meglio le potenzialità investendo una cifra più elevata.
Allettato dai guadagni già conseguiti, il malcapitato bonifica questa volta 5.000 euro ed attende fiducioso. Dopo pochi mesi apre il suo “dossier” e scopre con grande soddisfazione che il capitale è cresciuto a ben 25.000 euro! Contatta il broker, si complimenta per l’eccellente suggerimento e chiede di disinvestire per ritirare il lauto guadagno e comprarsi l’auto nuova che sognava da tempo ma che non poteva permettersi.
L’inizio dell’odissea
L’interlocutore cerca in tutti i modi di dissuaderlo, prospettandogli nuovi utili proprio ora che l’algoritmo può lavorare su un capitale importante: “Entro fine anno è possibile che lei arrivi a 150.000 euro, avendo investito solo 5.200 euro!”
Il cliente insiste ed allora ecco altri ostacoli: per disinvestire occorre pagare imprecisate imposte inglesi, il capital gain previsto dalla legge italiana, le spese amministrative di custodia, per un totale di 5.000 euro da pagare anticipatamente. A malincuore il cliente accetta, bonifica ed attende fiducioso…
Dopo un mese, preoccupato, ricontatta la società a Londra, protesta per il ritardo ma la risposta che riceve è incredibile: “Non abbiamo eseguito l’accredito perché nel frattempo il capitale è aumentato a 50.000 euro, quindi per svincolarlo occorre pagare ulteriori tasse e spese per 5.000 euro!”. Dopo lunghe discussioni il poveretto accetta e il consulente promette un rapido versamento del capitale. Disposto il bonifico, il cliente aspetta fiducioso (ma non troppo).
Come va a finire, di solito
Sono sicuro che nessuno fra i lettori pensi che l’accredito arrivi.
La risposta è purtroppo ovvia: il cliente non ha ricevuto nulla, il telefono della società risulta “non connesso”, le mail tornano indietro con la nota “undeliverable”, a Londra non esiste nessun operatore finanziario con il nome che per mesi ha spedito “estratti conto” con risultati miracolosi.
Qualche commento è d’obbligo, e qualche raccomandazione è urgente.
Chi abbocca alle offerte è sicuramente un ingenuo, spinto purtroppo dall’avidità di guadagnare grosse cifre, senza rischiare, in poco tempo. Un obiettivo assurdo, perché una delle prime regole della finanza è che si può guadagnare tanto ma solo rischiando tanto e soprattutto aspettando un tempo ragionevole, non certo poche settimane. Spedisce soldi a sconosciuti senza verificare PRIMA di chi si tratti e soprattutto come ha “investito”, “dove” e “perché”, senza firmare un contratto, senza fornire ai misteriosi broker un suo profilo di rischio e quel minimo di informazioni che ogni intermediario è obbligato (in Italia, in Gran Bretagna ed in tutti i paesi del mondo) ad ottenere prima di consigliare un’operazione sui mercati.
Cinque consigli per non cadere in trappola
Le raccomandazioni sono importanti, sembrano banali ma purtroppo, come si constata da centinaia casi segnalati, non seguite scrupolosamente dai risparmiatori.
NON illudersi di diventare ricchi in poco tempo senza rischiare.
NON consegnare denaro contante, assegni o fare bonifici a favore di persone, ma solo a favore di società regolarmente iscritte all’Albo tenuto dalla Consob.
NON fare operazioni di cui non si capisce bene il meccanismo (non basta un fantomatico “algoritmo” per garantire guadagni consistenti…).
NON attendere e segnalare subito i fatti alla Consob per adottare i provvedimenti del caso. La commissione, a fronte di truffe può oscurare i siti e bloccare le linee telefoniche delle società che operano al di fuori e contro la legge che tutela i risparmiatori. Nell’ultimo anno sono stati messi fuori gioco quasi 1.000 siti pirata, e già questa cifra dà l’idea di quanto il fenomeno sia diffuso.
NON illudersi di ricuperare le somme versate: le controparti spariscono nel nulla una volta raccolti abbastanza soldi, e ricompaiono sotto altri nomi dopo pochi giorni.
Raccomando a tutti di restare nei recinti sicuri regolati da leggi e regolamenti italiani. Meglio un magro 3% ricavabile da un BTP che un 400% farlocco promesso da un “algoritmo”.