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Inflazione, perché deve fare più paura della bassa crescita
Post di Alberto Matellán, capo economista di Mapfre Inversión –
L’incertezza sulla crescita economica sembra aver sostituito l’inflazione come principale preoccupazione degli investitori, nonostante il fatto che l’indice dei prezzi al consumo (CPI) non stia scendendo così velocemente come le banche centrali avevano previsto. Credo che questo sia un errore e che gli investitori non dovrebbero perdere di vista l’aumento dei prezzi, che è molto più dannoso per l’economia della debole crescita economica.
Inflazione o bassa crescita, chi fa più danni?
In realtà la bassa crescita sta facendo meno danni sociali dell’inflazione, motivo per cui l’attenzione dovrebbe essere in primo luogo sul contenimento del rialzo dei prezzi. Occuparsi prima dell’inflazione e poi della crescita è il modo giusto di procedere. Fare il contrario significa che i benefici di una crescita migliorata sono diluiti dall’inflazione.
Per quanto riguarda la stagflazione, sebbene non vada esclusa, di solito è uno scenario di breve durata, poiché una crescita debole fa scendere i prezzi.
Una variazione minima negli Usa, conta la tendenza
Un dato della settimana di cui tenere conto è quello del CPI degli Stati Uniti ad aprile, che si è attestato al 4,9%, in calo rispetto al 5% di marzo (e comunque la componente core è rimasta stabile al 5,5%, ndr). Non è importante che il tasso di inflazione sia un decimo sopra o sotto il mese precedente: ciò che conta è l’andamento, che a sua volta determina l’azione delle banche centrali. La variazione di un singolo punto da solo fornisce poche informazioni. Ciò che conta è la tendenza.
Europa, paese che vai inflazione che trovi
Quanto all’Europa, si prevede che l’inflazione in Spagna scenderà al 2,6% nel 2024, molto più vicina al livello target del 2%. Un livello accettabile, ma voglio ricordare la volatilità di questi dati, in quanto dipendono da variabili come i prezzi dell’energia e del cibo, che oscillano molto.
Questo calo del tasso di inflazione in Spagna potrebbe non essere registrato in altri paesi. Questa settimana è stato pubblicato anche il CPI tedesco di aprile, che si è attestato al 7,2%, superiore a quello di altri paesi come la Spagna (4,1%). mentre l’Italia ha registrato un aumento dello 0,5% toccando l’8,3%. La Banca centrale europea agisce sul CPI medio ponderato in tutta la zona euro e non su un paese specifico, sebbene alcune politiche monetarie possano rivelarsi troppo lassiste per alcuni paesi e troppo aggressive per altri.
Le banche europee sono fuori pericolo?
Infine, il settore bancario europeo sembra aver superato le turbolenze vissute a marzo, quando il crollo della Silicon Valley Bank ha trascinato al ribasso il Credit Suisse, che è stato rilevato da UBS.
Anche se è prematuro affermare che le banche europee sono fuori pericolo, si trovano in una situazione migliore rispetto a poche settimane fa e se la passano meglio rispetto alla scena bancaria statunitense.