categoria: Distruzione creativa
Così il car sharing spinge l’auto elettrica, l’Italia è nel gruppo di testa
Pubblichiamo i principali dati emersi dall’ultima edizione del Barometro della Mobilità di Invers, che fornisce per la prima volta una panoramica completa del mercato europeo del car sharing free-floating. Nel carsharing free-floating o a flusso libero (si può prelevare l’auto in un punto e consegnarla a destinazione), gli operatori delle flotte offrono i loro veicoli all’interno di un’area commerciale definita, dove gli utenti possono trovare il prossimo veicolo disponibile tramite smartphone e terminare il noleggio in qualsiasi parcheggio idoneo all’interno dell’area commerciale predefinita.
Per il barometro attuale, il team di ricerca ha esaminato i dati pubblici di oltre 90 operatori di carsharing in 29 Paesi, ha riassunto gli studi di mercato pertinenti e ha intervistato esperti internazionali selezionati.
“È stato solo con la diffusione degli smartphone che il car sharing free-floating ha guadagnato slancio come modello di business e si è poi affermato in molti Paesi europei a velocità diverse”, spiega Enrico Howe, Ricercatore di mercato senior presso Invers. “Nel 2008 Daimler ha lanciato Car2Go, il primo servizio importante in Germania, seguito nel 2011 da DriveNow di BMW, un altro pioniere. A Milano il primo servizio è partito nel 2013 e in Polonia solo nel 2016”. L’attuale Barometro della mobilità riassume per la prima volta in modo completo i dati e le tendenze in Europa. Ecco alcune delle tendenze principali.
1. Forte concentrazione del mercato: il 70% della flotta europea in flusso libero si colloca in cinque paesi principali
Il mercato europeo di gran lunga più grande per il car sharing free-floating è la Germania, con 18.500 veicoli in oltre 30 città. Nel quadro generale europeo, ciò significa che più di un terzo della flotta europea di car sharing free-floating si trova sulle strade tedesche. Gunnar Nehrke, direttore generale della federazione tedesca del CarSharing ed autore di uno studio annuale sul car sharing in Germania, attribuisce il fatto che il free-floating sia così utilizzato proprio in Germania alla strategia di sperimentazione delle case automobilistiche: “Non credo che la Germania sia un mercato speciale per il car sharing free-floating”, afferma Nehrke.
“La forte posizione del free-floating in questo Paese è più che altro legata al fatto che le case automobilistiche hanno testato qui questo modello commerciale di car sharing prima di espandersi in altri Paesi”. Al secondo e terzo posto, secondo gli studi delle associazioni nazionali, si trovano la Polonia con circa 5.500 auto e l’Italia con 5.400 veicoli, ciascuna delle quali rappresenta circa il 10% della flotta free-floating europea. La Spagna è al quarto posto con circa 3.500-4.000 auto e la Francia è al quinto posto con circa 2.300 veicoli. Altre grandi flotte in libera circolazione si trovano in Austria, Belgio, Ungheria, Paesi Bassi e Regno Unito. In Paesi come l’Irlanda, la Svizzera e la Norvegia, invece, non ci sono attualmente offerte nel modello di business del car sharing free-floating.
2. Mercato dinamico, caratterizzato da acquisizioni e dalla ricerca della redditività
In un mercato ancora relativamente giovane, l’obiettivo più importante per molti operatori è diventare redditizi. Questo è evidente in quasi tutte le interviste agli esperti del Barometro. Inoltre, negli ultimi mesi il mercato ha registrato un notevole slancio, soprattutto grazie alle acquisizioni. Alla fine del 2021, GreenMobility ha acquisito il provider olandese Fetch Mobility. Nel 2022 Stellantis ha integrato Share Now nel proprio marchio Free2move. Nel novembre 2022, Miles ha rilevato la flotta libera WeShare da Volkswagen ed è ora il più grande fornitore di car sharing in Germania.
3. I confini tra i modelli di business sono sempre più fluidi: gli operatori utilizzano i veicoli in modo flessibile nei modelli di condivisione, abbonamento o noleggio classico
Un’altra chiara tendenza è la combinazione di diversi modelli di business: ad esempio, l’operatore di free-floating Miles offre anche abbonamenti auto, mentre Share Now a Münster ha aggiunto alla sua offerta il car sharing basato sulle stazioni come complemento all’attività principale di free-floating. In Germania, alcuni fornitori di car sharing a stazione fissa sono andati nella direzione opposta, integrando il free-floating. Tra questi, ad esempio, cambio, stadtmobil, teilAuto e book-n-drive. Un esempio di espansione del servizio multimodale è Bolt.Drive. Il fornitore di ridesharing e kick scooter sharing si è esteso al car sharing nel 2021. Sixt Share, invece, sfrutta le sinergie con la classica attività di noleggio per la sua offerta di car sharing.
4. Il car sharing spinge la mobilità elettrica: gli operatori di piccole e medie dimensioni sono spesso al 100% elettrici
In Germania, ad esempio, oltre il 20% della flotta totale di car sharing è costituito da auto elettriche, mentre solo il 3,3% del numero totale di veicoli immatricolati in Germania è elettrico. Inoltre, molti operatori hanno in flotta esclusivamente veicoli elettrici, come GreenMobility in Danimarca, Belgio, Paesi Bassi e Finlandia, Aimo Share in Svezia, Voltio in Spagna, e-Go! Drivalia in Italia o Eloop in Austria. “Quando si parla di sostenibilità, possiamo evidenziare la crescita della quota di veicoli elettrici nel car sharing italiano”, afferma Luca Refrigeri, analista di dati dell’Osservatorio Nazionale della sharing mobility. “La quota è tornata a superare il 25% nel 2021. Inoltre, il numero di microvetture nelle flotte è aumentato in modo significativo”. Nella città anseatica di Amburgo, le società di car sharing Miles, ShareNow, Sixt e WeShare hanno concordato di aumentare la quota di veicoli elettrici nelle loro flotte ad almeno l’80% entro la fine dell’anno 2023/24.
5. Le soluzioni basate sui dati e sull’intelligenza artificiale ottimizzano i processi aziendali e offrono nuove possibilità di applicazione
Sulla strada della redditività, gli operatori si rivolgono sempre più spesso a dati dettagliati sui veicoli e a tecnologie innovative. Ad esempio, le soluzioni di rilevamento dei danni possono ottimizzare in modo significativo i processi di gestione dei danni e ridurre le perdite di fatturato fino al 10%.