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Bussola del lavoro, le figure più richieste? In ambito IT, engineering e sales
Post di Marco Filippo Martinengo, Head of HR Solutions di Vertus, gruppo italiano di società di consulenza con servizi integrati a supporto della trasformazione di aziende, persone e processi –
Nel 2023 sembrano confermarsi alcuni macro-trend osservati a partire dalla metà dell’anno precedente e le opportunità lavorative si concentrano in particolare su tre verticali: Information Technology (IT), Engineering e Sales.
Quali le figure più cercate nell’IT (perché i dati creano valore)
L’Information Technology è a caccia soprattutto di Software Developer e Data Analyst. A trainare la domanda la transizione digitale, che coinvolge in prospettiva tutte le aziende e costituisce una sfida cruciale, anche in termini di competitività sui mercati globali, specialmente per una PMI italiana che ancora troppo spesso corre il rischio di minimizzare o “rincorrere” questa rivoluzione. La convergenza di Big Data, Artificial Intelligence e Tecnologie 4.0 sta influenzando il modo in cui le aziende utilizzano i dati per creare valore e anticipare il futuro. I dati sono il fondamento su cui basare le strategie di improvement, non solo in ambito OT, e muoversi più agilmente in un contesto fluido, in cui i piani di medio-lungo periodo mostrano il fianco ed è fondamentale prendere decisioni veloci per saper cambiare strada e cogliere opportunità.
L’AI sta davvero rivoluzionando il mercato del lavoro, creando ogni giorno nuovi mestieri che seguono l’onda di un’innovazione continua. Tra i professionisti del futuro gli esperti di data labeling, chiamati a organizzare e rendere fruibili le grandi masse di dati grezzi. Ma anche gli esperti di protezione dati e di modelli di apprendimento delle macchine dotate di intelligenza artificiale, essenziali per sorvegliarne l’accesso e tutelarne i codici di programmazione. L’ambito della sicurezza digitale è, in tal senso, tra le nicchie a maggior tasso di crescita nella richiesta di lavoro per i prossimi anni.
Lavoro, i ruoli più richiesti tra gli ingegneri
Quality Specialist e Project Engineer – meccanici, energetici, elettronici – saranno invece tra i ruoli più richiesti nell’Engineering. Per tutto il 2022 e nel primo segmento del 2023 ottime prospettive anche per gli specialisti dell’ingegneria connessa all’efficientamento energetico e alla riduzione dell’impatto ambientale. È diventato essenziale, per ogni azienda, realizzare interventi che consentano di risparmiare sui costi energetici, al centro di una crisi che sappiamo essere ancora lontana da una soluzione di sistema. Per una posizione senior viene, normalmente, richiesta un’esperienza pluriennale tecnico-professionale specifica, che spazia dagli studi di fattibilità dei sistemi per la produzione e l’utilizzo alla conoscenza delle tecnologie (in costante evoluzione) nella gestione energetica. Interessanti anche le prospettive del Proposal Engineer, figura trasversale che interpreta le esigenze e le richieste di innovazione da parte dei clienti al fine di sviluppare soluzioni tecnico-commerciali competitive.
Analisti e project manager per gli obiettivi ESG
In forte ascesa anche lo scouting di professionalità connesse al raggiungimento dei nuovi obiettivi ESG (environmental, social, governance), ovvero i tre pilastri che misurano l’impegno in termini di sostenibilità. Si cercano figure di Analyst e Project Manager, ma anche profili di taglio più strategico come il Sustainability Manager, che sappiano tracciare strade creative dentro la complessità crescente dei mercati e governare le nuove strategie di competitività d’impresa. Tra i settori, anche da questo punto di osservazione, è da guardare con attenzione il Medicale e Med-Tech, a caccia di profili che siano in grado di progettare e remotizzare il controllo delle nuove tecnologie medicali che – post pandemia – hanno attratto ingenti capitali e richiedono non solo prodotti, ma anche processi e applicativi sempre nuovi.
Vendite, tutte le figure più desiderate dalle aziende
Molto gettonato, in questi primi mesi del 2023, è l’ambito legato alle vendite e allo sviluppo del business. Soprattutto in momenti complessi animati da prospettive mutevoli, le aziende non possono fare a meno di promuovere i loro prodotti e servizi al fine di indurre un aumento della domanda che compensi le incertezze. Tra i profili più richiesti il “classico” Venditore, il Business Developer e il Direttore commerciale, ma anche il National Account Manager, figura che – specialmente in determinati settori, come la Grande Distribuzione – presidia una tipologia di cliente sempre più spostato su logiche di volume che abilitino l’efficientamento delle produzioni e della logistica, assicurando economie di scala. L’Export Manager si conferma, specialmente per le PMI italiane, il profilo più richiesto a potenziamento delle direzioni sales & marketing.
E-commerce e Marketing, servono specialisti
Ruolo strategico per aggredire i mercati dei Paesi emergenti e ampliare il bacino d’utenza dei prodotti del made in Italy, necessita di conoscenze linguistiche sempre più variegate – scontato l’inglese, di crescente interesse arabo e cinese – e di una disponibilità elevata alla mobilità fuori sede, che non sempre i giovani sembrano motivati a garantire. Si tratta, in realtà, di un lavoro stimolante e con eccellenti prospettive anche economiche: tra i suoi compiti non solo quello di raggiungere il budget di vendita, ma anche sviluppare partnership confrontandosi con le diverse culture a livello locale e motivare le strutture commerciali assicurandone la continua formazione sui prodotti. Oltre ai profili di vendita tradizionali, il 2023 mostra un rialzo nella domanda di professionisti dedicati alle strategie di sales & marketing giocate sui canali digitali, come l’E-Commerce Specialist e Manager e il Web Marketing Specialist.
Come cambia il mercato del lavoro: attenzione alla progettualità
Il mercato del lavoro, già in fermento da almeno una decade al traino della rivoluzione digitale, è sotto il tiro di trasformazioni sempre più repentine e disruptive, con accelerazioni evidenti post pandemia. La workforce manifesta tutti i propri timori verso il cambiamento ed una sostanziale imprevedibilità dei comportamenti, alternando fasi di elevata attenzione all’offerta di lavoro e altre di ristagnamento o resistenza. Certo è che, se un’azienda non è in grado di offrire oggi progettualità di carriera che mettano al centro anche i needs e le aspettative di autorealizzazione delle persone, tenendo in ampia considerazione il bisogno crescente di essere orientate verso il futuro, i suoi candidati valuteranno con più facilità e frequenza di cercare prospettive altrove.
Evidente il trend nelle fasce più giovani di popolazione – al centro del talent shortage e della cosiddetta great resignation del 2021 e 2022 – ma non solo: la tensione al miglioramento e la voglia di cambiamento paiono, oggi più che in passato, questioni d’impatto cross-generazionale. Al netto della seniority, saranno comunque senza dubbio i lavoratori più qualificati ad avere maggiori opportunità di crescita professionale.
In crescita anche settori come nuove energie e logistica
A livello macro, il mercato del lavoro nel 2023 sembra animato da un clima di misurata fiducia nonostante la crisi economica ed energetica, gli strascichi dell’emergenza sanitaria e il conflitto in Ucraina, che hanno colpito meno decisamente alcuni ambiti, alla costante ricerca di figure professionali. Il trend non riguarda solo i filoni tecnologico, sales e ingegneristico, ma anche specifici comparti settoriali che, a livello occupazionale, hanno addirittura registrato e continuano ad incrementare la crescita, come le nuove energie e la logistica, impattata da una vera e propria rivoluzione dei modelli di supply chain. Anche in questo momento di incertezza, questi ambiti offrono numerose ed interessanti opportunità sia a candidati che si sono affacciati da poco al mondo del lavoro, sia a coloro che invece hanno alle spalle un tragitto di carriera più lungo.
Lavoro, che cosa serve oltre le competenze tecniche?
Al di là delle competenze tecniche, per tenere aggiornata e sviluppare la propria impiegabilità e cogliere le migliori opportunità di cambiamento, sarà cruciale il presidio di alcune abilità e capacità soft. Saranno sempre più richieste persone agili, che si adattino positivamente al dinamismo indotto dalla digitalizzazione, e curiose, che sappiano tracciare nuove strade per innovare e dare consistenza alle grandi sfide connesse alle transizioni.
Si tratta di sfide che impongono la capacità di nutrire una visione sempre innovativa e di governare, dentro l’organizzazione, la coesistenza di generazioni, sensibilità, aspettative diverse tra loro e spesso in contrasto. Da questo punto di vista, interessante è l’aumento costante della domanda di managerialità, anche nelle forme del temporary & fractional management. Specie da parte di una PMI che guarda con preoccupazione alla complessità di questa fase storica e non può prescindere da professionalità strutturate cui affidarsi per dare sostenibilità alla crescita, costruendo organizzazioni più agili e integrate.