Europa in difesa. Cosa cambia con il regolamento sulle sovvenzioni estere

scritto da il 21 Aprile 2023

Il pesante impatto della pandemia e successivamente della guerra in Ucraina hanno ribaltato gli equilibri a livello internazionale anche dal punto di vista delle imprese. Guardando l’evoluzione da una prospettiva del vecchio continente, molti Paesi extra europei offrono strutturalmente consistenti incentivi per stimolare e attrarre investimenti, dopo aver introdotto ulteriori rilevanti misure incentivanti al fine di spingere l’economia e far ripartire la crescita. Proprio in questo quadro s’inserisce il regolamento UE sulle sovvenzioni estere, che cambierà la vita dei grandi gruppi multinazionali extra europei, ma anche di quelli europei perché l’applicazione di questa normativa con tutti gli effetti che ne derivano, non sono fattispecie così remote.

Sovvenzioni estere ed effetti distorsivi sul mercato unico

Come spiega Ranieri Villa (Global Investment and Innovation Incentives Leader di Deloitte Italia) sul blog di Deloitte Italia, “il regolamento UE sulle sovvenzioni estere prevede che i gruppi Multinazionali UE ed extra-UE dovranno comunicare le sovvenzioni extra-UE ricevute per cui dovranno disporre di un sistema di track & tracing, per monitorare a livello globale gli aiuti extra-UE ottenuti. Il suddetto Regolamento è stato introdotto per contrastare le distorsioni causate delle sovvenzioni estere. Gli aiuti statali esteri alle imprese, infatti, possono avere effetti distorsivi sul mercato unico: le aziende sovvenzionate dalle autorità straniere possono oggettivamente ottenere un vantaggio finanziario rispetto ai loro concorrenti dell’UE e avvantaggiarsene nelle procedure di appalto pubblico o nelle acquisizioni di altre imprese, facendo concorrenza sleale alle imprese dell’Unione sul mercato interno, che, invece, non hanno accesso a sovvenzioni comparabili dovendo essere compliant alla normativa UE sugli aiuti di Stato”.

Il potere di indagine delle autorità pubbliche

Nella sua analisi Ranieri Villa prosegue: “La Commissione ha introdotto un regolamento che le conferisce il potere di indagare sugli aiuti concessi dalle autorità pubbliche di un Paese terzo a favore di imprese operanti nell’UE e di rimediare ai loro effetti distorsivi. In particolare, sono previste delle soglie al di sopra delle quali le società che intendono acquisire un’altra società o partecipare a gare pubbliche d’appalto sono obbligate a notificare alla Commissione le sovvenzioni ricevute dall’estero, avendo quest’ultima poi la possibilità di effettuare un ‘bilanciamento’ nel caso in cui effettivamente siano riscontrati effetti distorsivi, tramite misure compensative”.

Sovvenzioni dagli Usa con l’IRA

Tra i consistenti incentivi offerti da molti Paesi extra-UE per stimolare e attrarre investimenti, bisogna citare l’esempio degli Stati Uniti, che hanno introdotto l’Inflation Reduction Act (IRA): un programma di trasformazione dell’economia e di creazione di supply chain verdi, costruito intorno ai crediti d’imposta. “L’IRA – spiega l’esperto di Deloitte Italia – ha il potenziale di attrarre grandi investimenti in tecnologie verdi, ponendo l’UE di fronte ad una grande sfida.

La strategia della Cina

Anche la Cina ha lanciato la sua ambiziosa strategia industriale Made in China 2025, con il progetto di diventare una superpotenza industriale. L’Unione Europea, invece, è maggiormente focalizzata sulla regolamentazione dei prezzi dei combustibili fossili  e sugli incentivi all’innovazione e non dispone di strumenti incentivanti per rispondere all’approccio aggressivo degli USA e delle altre super potenze extra UE. Effettivamente mentre l’UE pone enfasi sul rendere la produzione a base di combustibili fossili più costosa, gli USA stanno rendendo la produzione a zero emissioni più economica”.

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La gara tra grandi aree economiche diventa sempre più serrata (Immagine di Braden Collum per Unsplah)

La risposta europea, il GDIP, non è competitiva

Dal canto suo l’Unione Europea ha comunque risposto al nuovo programma americano, presentando il 1° febbraio 2023 il Green Deal Industrial Plan (GDIP). “Il Piano – conclude Villa – mira a sviluppare catene del valore verdi per rafforzare la base industriale da cui dipende la prosperità europea. Tra gli obiettivi principali del programma vi sono quelli di aumentare lo sviluppo tecnologico e la produzione e installazione di prodotti a zero emissioni e di ridurre la dipendenza da catene di approvvigionamento critiche, soprattutto per quelle energetiche. Nonostante i suoi apprezzabili obiettivi, però, la complessità del Green Deal Industrial Plan, non è sufficiente per competere con la generosità e la semplicità dell’IRA, rendendo difficile la comprensione delle sue misure per le imprese”.