categoria: Distruzione creativa
Startup e investimenti: ecco come cresce l’ecosistema Italia
Post di di Marta Zava, Academic Fellow presso Dipartimento di Finanza Università Bocconi –
I dati raccolti da Crunchbase e CB Insights evidenziano un trend in crescita per gli investimenti in startup in Italia nel 2022. L’analisi ha riguardato 323 deals, di cui 277 hanno condiviso i nomi degli investitori e 266 hanno reso pubblico l’ammontare dell’investimento, totalizzando più di 2 miliardi di euro. I dati mostrano che il 73% degli investimenti sono stati effettuati nelle fasi iniziali di supporto alla crescita, come l’angel, pre-seed e seed, ma queste fasi hanno raccolto solo il 12% del totale del capitale investito.
Startup, cosa fa la differenza nei round d’investimento
Infatti, la maggior parte delle risorse sono state dirette alla Serie A, che da sola rappresenta il 36% del totale investito nel corso del 2022, e alla Serie B, la quale tocca il 24% delle risorse investite in startup. Basti pensare che l’ammontare medio di un round di investimento in fase seed è pari a 1,3 milioni, mentre in Serie A è superiore ai 10 milioni, esclusi gli outlier.
Maggiormente finanziati produzione e tecnologie industriali
Nelle fasi iniziali, gli investitori si sono concentrati sui settori relativi ai servizi digitali, professionali e al consumatore, mentre le fasi intermedie e avanzate hanno visto un interesse per la produzione industriale, il fintech, il settore sanitario, le biotecnologie, l’hi-tech e il management dei dati. In generale, i settori maggiormente finanziati sono stati la produzione e le tecnologie industriali, seguiti da internet e servizi professionali. Ricordiamo che nel 2022 i mega round di Satispay (Serie D, 320 milioni), Newcleo (Serie A, 300 milioni) e Scalapay (Serie B, 212 milioni), Casavo (Serie D, 100 milioni) e Medical Micro Instruments (Serie B, 73 milioni) hanno fortemente influenzato il mercato.
In primo piano CDP Venture Capital
Gli investitori più attivi del 2022 sono CDP Venture Capital, grazie all’ingente piano messo in atto, Azimut, Primo Ventures, LIFTT e LVenture Group. Attraverso l’analisi dei network, osserviamo che CDP Venture Capital svolge il ruolo di connettore nell’ecosistema di startup italiano, creando sinergie e dinamiche di rete. Abbiamo potuto tracciare 277 operazioni, relative a 258 aziende e 354 investitori; di queste, CPD Venture Capital ha partecipato a 41 e in 6 è unico investitore.
La rappresentazione dell’ecosistema
Considerando un’operazione come collegamento tra investitore e azienda e considerando la rete che ne emerge come rappresentazione dell’ecosistema startup italiano, osserviamo che circa la metà degli attori (161 investitori e 125 aziende) sono connessi nella stessa rete. Eliminando CDP Venture Capital, solamente 6 aziende non avrebbero ricevuto investimenti, tuttavia la rete si disgregherebbe, arrivando a disconnettere un quarto di essa (126 investitori e 93 aziende). Oltre all’ente, gli altri investitori nella top 5 svolgono un ruolo chiave nell’ecosistema italiano, rendendo quest’ultimo fortemente accentrato.
Startup italiane, pochi attori chiave
Dall’analisi risulta che l’ecosistema startup italiano è fortemente legato alle scelte e alle performance di pochi attori chiave, sia dal lato degli investitori che dal lato delle aziende. La spinta di CDP Venture Capital è, inoltre, determinante nel muovere capitali e creare sinergie. Raggiungere quota €2 miliardi è un chiaro indicatore che gli investimenti in startup stiano crescendo in dimensioni ed importanza, mentre l’elevato numero di operazioni nelle prime fasi di vita aziendali lascia intendere una situazione vibrante. La speranza è che la crescita guidata dallo slancio di pochi attori riesca a consolidarsi, facendo leva sulle interessanti realtà che emergeranno dalla fase seed.