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Manager della logistica e IT, così la pandemia ha cambiato le retribuzioni
Post di Robert Hassan, direttore di Jobnewsitaly.com, notizie di economia e lavoro –
Un valore compreso tra 50mila e 75mila euro lordi l‘anno. È questo il compenso medio lordo, comprensivo di stipendio fisso ed incentivi, di un sales executive nel settore logistico, con un incremento nel 2022 di oltre il 10% per cento rispetto al 2021. E’ una figura strategica per ogni tipologia di azienda in quanto è responsabile dello sviluppo commerciale e dell’aumento del giro d’affari. Si occupa, quindi, dell’identificazione di nuovi mercati, della fidelizzazione dei clienti già acquisiti e del coordinamento delle reti di vendita.
“La nostra analisi sulle retribuzioni evidenzia che, in generale, le dinamiche retributive sul mercato italiano non hanno registrato sostanziali incrementi nei due anni passati e, quindi, le percentuali sono da considerare decisamente rilevanti”, spiega Orazio Stella, senior partner di Loriga&Associati, società di ricerca e selezione.
I manager e la logistica
Sempre nel settore logistico, dall’analisi di Loriga&Associati emerge che cresce anche la retribuzione annua lorda del customer care supervisor: il compenso si attesta tra i 40 mila e 55 mila euro (circa + 8% rispetto al 2021). Questa figura si occupa di dirigere l’intero processo del servizio clienti, dal pre al post-vendita. Pianifica, inoltre, le strategie e le attività operative, coordina e supervisiona il team e monitora il livello di soddisfazione dei servizi e dei prodotti. Si occupa, infine, di redigere report periodici.
Infine, il branch manager nelle aziende nel settore logistico percepisce una retribuzione annua lorda tra 60 mila e 85 mila euro, tra compenso fisso ed incentivi (circa +8% rispetto al 2021). È il responsabile del raggiungimento degli obiettivi di business, produttivi, formativi e di recruiting dell’area che è chiamato a guidare. Garantisce la qualità dei servizi offerti e la conformità del processo di vendita e post-vendita alle normative e alle linee guida aziendali. Deve avere spiccate competenze tecniche e, soprattutto, del settore in cui opera.
La pandemia ha lasciato il segno
La pandemia ha cambiato dunque anche il settore della logistica e dei trasporti, che ha dovuto affrontare una serie di sfide molto complesse e reagire in tempi decisamente molto ristretti. I cambiamenti nel comportamento dei consumatori, infatti, hanno spinto gli operatori ad adeguare i flussi di trasporto delle merci, gli approvvigionamenti nei magazzini e, quando possibile, a digitalizzare ed automatizzare alcune operazioni.
Le supply chain hanno cambiato pelle
“Non si tratta semplicemente di portare le merci da un punto ad un altro. Negli ultimi anni, il settore è cambiato notevolmente e, di conseguenza, anche le aziende hanno dovuto adattarsi, implementando ad esempio supply chain sempre più flessibili e garantendo un servizio post vendita sempre più efficiente, capace di risolvere problemi complessi e in tempi rapidi. Questo richiede, inevitabilmente, competenze specifiche e specialistiche.
Manager figure chiave per la qualità del servizio
Fino a poco tempo fa, i grandi centri servizi logistici erano in Estremo Oriente (Indonesia, India o Filippine) ma piano piano ci si sta sempre più rendendo conto che questo modello di business non è più sostenibile al fine di garantire qualità ed efficienza ai propri clienti. “La qualità del servizio – aggiunge Orazio Stella – sarà il vero fattore di vantaggio competitivo. Le aziende che saranno in grado, nei prossimi 36 mesi, di riportare i propri centri in Italia, o comunque riavvicinarli a dove risiedono ed operano i propri clienti, potranno competere in un mercato sempre più complesso che richiede ottimizzazione dei costi, standardizzazione dei processi ed elevata qualità. Le figure chiave di questo cambiamento, dunque, saranno sostanzialmente tre: commerciali, customer care supervisor e branch manager”.
Aumenti salariali al 10% per i manager nell’IT
Da un’analisi di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale, emerge che la logistica nel 2022 ha fatto registrare un discreto aumento, pari al 10,1% rispetto al 2021: per esempio, un key account manager può arrivare a guadagnare tra i 60.000 e i 70.000 mila euro lordi annui. L’analisi evidenzia inoltre che In Italia la media dell’aumento salariale del 2022 è stata pari al 3% a fronte di un’inflazione che si assesta intorno al 7% circa.
“Anche altri settori sono andati ben oltre gli aumenti retributivi medi”, osserva Aurelio Silvia, manager della divisione sales & marketing di Hunters. “Pensiamo, ad esempio, al settore IT con un aumento del 10.4% rispetto al 2021. Un developer con qualche anno di esperienza può arrivare anche a 40.000 – 45.000 euro lordi annui. In ambito energy, che non ha avuto una salary review omogenea, infine, abbiamo registrato incrementi di retribuzione in tutte quelle attività legate alle rinnovabili: un key account manager in ambito fotovoltaico ha una retribuzione annua lorda media che si aggira intorno ai 55.000 e i 60.000 euro”, conclude Aurelio Silva.
Effetto Covid sul Food & Beverage
Gli stipendi dei professionisti food & beverage, invece, sono cresciuti parecchio nel periodo pre Covid-19. Tuttavia, la pandemia ha colpito moltissimo il settore e questo, ovviamente, ha avuto impatti notevoli anche sulle retribuzioni che, purtroppo, hanno rallentato la loro crescita.
“Prima del Covid-19, infatti, il mercato alimentare in Italia aveva registrato una crescita costante anno per anno, con numeri estremamente interessanti: circa +30% dal 2013”, sottolinea Davide Boati, executive director di Hunters Group. “Le figure che avevano avuto un aumento economico maggiore nel 2019 erano due: l’export manager e l’e-commerce manager. A livello economico, questo ruolo aveva previsto nel 2019 retribuzioni annue lorde sino a 80/90mila euro, con possibilità di andare anche oltre se il mercato controllato è mondiale”, conclude Davide Boati.