Familiare su richiesta: ecco le qualità essenziali del caregiver

scritto da il 25 Novembre 2022

Post di Arianna Brambilla, responsabile HR di UGO

Tra le nuove professioni emerge quella del familiare su richiesta, facile, veloce e digital con lo scopo di colmare il senso di solitudine e abbandono sociale, non solo di anziani e fragili.

L’Italia è prima in Europa per l’old-age dependency ratio, ovvero il rapporto tra l’ammontare della popolazione di età uguale o superiore ai 65 anni e il numero di persone di età compresa tra i 15 e i 64 anni: 36,4% nel 2020 e in continuo aumento in questi anni. Con queste statistiche emerge che supportare le persone fragili è la strada per mantenere alto il benessere sociale e lo sviluppo intergenerazionale. In questi periodi di emergenza sanitaria la variabile che ha portato anche a questi risultati si può tradurre con: solitudine, siamo sempre più abituati a far da sé, a sentirci soli e abbandonati al destino o intolleranti verso coloro che provano ad aiutarci, a conoscerci meglio. Ma una luce al di là delle tenebre c’è!

Sono diverse ormai le realtà che propongono servizi di affiancamento, supporto e assistenza sanitaria e domestica per la popolazione anziana e fragile. Nasce il supereroe del quotidiano: il caregiver su richiesta, una nuova figura, con il suo mantello invisibile della gentilezza, affidabilità e concretezza quotidiana, capace di essere al posto giusto nel momento giusto, affiancare in maniera equilibrata e risolvere piccoli disagi di percorso come per esempio: “dove parcheggio?”, “come faccio con la carrozzina?”, “e ora il medico avrà capito cosa voglio?”, “ci arriverò a prendere quel prodotto?”. Bastava così poco per ridare il sorriso a tante persone che non vogliono sentirsi semplicemente anziani o faticosamente malati, ma non escluse nel vivere quotidiano?

Al di là della retorica, intraprendere un percorso professionale, ma soprattutto personale, di questo genere significa iniziare a muoversi su tre assi: digitale, professionale e personale.

caregiver

IL CAREGIVER SU RICHIESTA È DIGITAL

Iter digitali guidano il caregiver dal recruiting all’attivazione, dalla formazione all’aggiornamento, dalla gestione alla rendicontazione dei servizi, in un costante percorso di inclusione e motivazione verso la valorizzazione e l’affrancamento del ruolo del caregiver professionale. Gestire il lavoro tramite una piattaforma o sito web, essere pratico e “smart” nell’uso del cellulare, proattivo nella comunicazione tramite mail, whatsapp o sms rende alto il ritmo e consente ad ogni operatore di essere “sul pezzo” e inserito ed “educato” al contesto attuale, sprint e iperconnesso.

IL CAREGIVER SU RICHIESTA È UN LAVORO DI VALORE

Quello che ci si aspetta da un familiare su richiesta che va al di là di legami parentali è basato su caratteristiche quali:

– empatia e umanità, dati dalla buona propensione all’ascolto e alla comprensione delle situazioni;

– cura e precisione nell’affiancare persone fragili, anticipando movimenti e richieste;

– efficienza e velocità nell’ interiorizzare modalità di lavoro in continuo divenire e al passo con le tecnologie digitali;

– onestà e trasparenza nella relazione con utente, familiari e team interno di lavoro.

IL CAREGIVER SU RICHIESTA SVILUPPA PERSONALITÀ

Chi si affaccia a questo mondo ha già avuto esperienza nell’affiancare, per professione o situazioni personali, utenti fragili e questo li ha resi maggiormente sensibili e pronti ad accogliere momenti di difficoltà o malattia. È importante dotarsi di una cassetta degli attrezzi ben fornita fatti di:

– consapevolezza nel trattare ogni servizio o utente all’interno della sfera professionale;

– autonomia emotiva rispetto a dolore e fragilità;

– autostima e controllo adeguato per poter essere un valido supporto;

– positività nel vedere la realtà con speranza e voglia di vivere;

– capacità di defaticamento, prendersi momenti per rielaborare e riprendersi dalla vicinanza con utenti che richiedono un alto carico di energie.

Innovazione sociale significa anche introdurre il concetto del “self-engagement like a glad taking of responsibility” (impegno personale come serena assunzione di responsabilità). In questo modo ogni caregiver di professione è padrone della propria formazione, del tempo che responsabilmente destina a questo nuovo mestiere, fatto in maniera dinamica e smart. Oltre al “learning by doing” c’è anche uno sviluppo teorico.

Un percorso del genere può essere reso efficace con supporti simili a una Academy, spazi virtuali con finalità di formazione, sviluppo e comunicazione e anche con incontri e condivisione di gruppi, per valorizzare le esperienze e rafforzare il ruolo. Ciascun professionista sceglie quando essere caregiver di lavoro e in che modo esserlo basandosi su aggiornamenti costanti, mettendo la relazione al primo posto in una dimensione che tocca soft skill, propensione all’aiuto e all’ascolto, capacità organizzativa, senso critico e sensibilità.

Con queste nuove professioni si tratta di considerare il mondo un nuovo modo di vivere la socialità, che rende più distante il luogo di lavoro, ma più vicini intenti e pensieri rivolti alla comunità fragile. È tempo di accogliere una nuova visione dei servizi alla persona. Di ampliare quel concetto di globalità che ci pone tutti sullo stesso piano, fidarci e affidarci alle ottimizzazioni della società. O, ancor meglio, dare la mano a chi la rende migliore e abbatte i muri dell’isolamento. Per valorizzare il lavoro che genera benessere alle persone fragili e alle loro famiglie.