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Il futuro del fintech a difesa del contante
Post di Amedeo Cristofaro, Head of Business Development Sonect-Just In Cash –
Camminando per le vivaci strade di Stoccolma, è frequente vedere nelle vetrine dei negozi un cartello con scritto “No Cash” o “Card Only”. I senzatetto che vendono la rivista Situation Stockholm accettano il pagamento con carta o app mobile e in chiesa le offerte si fanno sempre più spesso con sistemi di pagamento digitali. Più di ogni altro paese al mondo, la Svezia ha intrapreso un rapido percorso verso la società cashless, cioè senza banconote. Altri stanno seguendo le sue orme, come il Canada e, più vicino a noi, Austria e Paesi Bassi.
Il pagamento digitale è un’opzione
Eppure nel 2020 la Banca Centrale Europea ha emesso 141 miliardi di euro di nuove banconote (+11% in un anno) e questo porta la moneta fiduciaria in circolazione in Europa alla vertiginosa cifra mai raggiunta prima di 1.435 miliardi di euro. Due tendenze in apparenza contrastanti. Una chiave di lettura si può però trovare proprio nell’ultimo report BCE sulle abitudini di pagamento degli europei: le persone vogliono poter scegliere con quale modalità pagare beni e servizi, a seconda delle situazioni e delle condizioni in cui versa il loro conto corrente nel momento dell’acquisto. I pagamenti digitali, quindi, sono considerati un’opzione tra le altre. Non è un caso, infatti, che sebbene siano sempre più diffusi anche nel nostro paese e in modo particolare tra i giovani, il 58% delle transazioni in area euro avvenga ancora tramite contante.
Il contante visto da giovani e anziani
Bisogna considerare che c’è un divario generazionale nella percezione del contante. Le persone anziane lo vedono come il fondamento delle proprie finanze e le cifre che leggono sul proprio conto corrente rappresentano più che altro una sicurezza per le emergenze. I giovani, invece, vedono il denaro digitale come base e il denaro contante come extra.
L’uso del contante, inoltre, varia da paese a paese a seconda dei livelli di digitalizzazione, ma la tendenza è abbastanza chiara: permane saldamente, ma soprattutto per le piccole transazioni. Mantiene quindi un valore fondamentale per garantire l’inclusione finanziaria delle fasce più deboli e meno digitalizzate e per questo banche centrali e governi si stanno esprimendo a favore della sua tutela.
Sul suo sito, per esempio, la BCE dichiara che “la strategia per il contante mira a garantire che il contante rimanga ampiamente disponibile e accettato sia come mezzo di pagamento che come riserva di valore“. La banconota resta dunque un bene pubblico e potervi avere libero accesso un diritto fondamentale.
Tutelare i più fragili
La questione, dunque, non è più se in futuro faremo a meno del contante oppure no, ma come gestiremo questo percorso e come proteggere i gruppi più fragili della popolazione, che sono più numerosi e ampi di quello che immaginiamo: anziani, ipoalfabeti e persone con disabilità cognitive, giovani precari e a basso reddito.
La riduzione della circolazione del contante ha inoltre delle conseguenze non così evidenti che non dobbiamo sottovalutare. Oltre a escludere progressivamente oltre 13 milioni di persone nella sola Europa, ha come effetto anche quello di far aumentare i costi per i restanti utenti. Si tratta soprattutto dei costi legati alla manutenzione delle reti ATM, tanto che all’inizio del 2019, la più grande rete di bancomat dei Paesi Bassi (SecurCash) ha presentato istanza di fallimento.
Alcuni ricercatori hanno seguito passo passo il viaggio delle banconote da 50 euro e questo studio ha rivelato un aspetto poco conosciuto del denaro contante. Queste banconote, infatti, provenivano dal bancomat, venivano spese nei negozi e poi tornavano alla banca e da lì di nuovo al bancomat e così via. Una stessa banconota ripete questo viaggio più e più volte, mentre difficilmente fa avanti e indietro tra consumatore e commerciante. Questo circuito è molto costoso da mantenere e per questo in Italia come in altri paesi stiamo assistendo al fenomeno della desertificazione bancaria, con un progressivo e inesorabile calo del numero di agenzie abilitate alla gestione del contante e di ATM sul territorio. In Italia sono 4 milioni le persone che già oggi non hanno accesso a un bancomat di prossimità.
Il contante e le reti dei bancomat
Avanti di questo passo, il rischio è di raggiungere troppo rapidamente un punto in cui l’uso del contante sarà diminuito così tanto da non permettere più il mantenimento delle reti ATM. Le banconote semplicemente scompariranno dalla circolazione, senza che la nostra società sia pronta per fare fronte a questa evenienza. Basti pensare al caso di una catastrofe naturale che dovesse interrompere per un lungo periodo la rete di comunicazione internet. Nessuno potrebbe più accedere al proprio denaro né disporne. Cosa accadrebbe? In alcuni casi recenti di interruzione prolungata del sistema ITC, i contanti distribuiti dagli ATM sono andati esauriti nel giro di pochi minuti.
I nuovi equilibri per un sistema meno costoso
Per queste ragioni, è necessario prevedere il mantenimento di un sistema di circolazione del denaro contante anche in futuro. Un sistema certamente diverso da quello attuale, più agile e meno costoso. Perché questo possa avvenire, sono però necessarie due condizioni: le banconote devono rimanere in circolazione più a lungo tra il negoziante e il cliente e le monete devono diventare più pratiche e leggere in modo che anche loro restino disponibili, invece di finire inutilizzate in salvadanai e portamonete. In un sistema di questo tipo, la nostra banconota da 50€ non avrebbe la necessità di tornare alla banca ogni volta passando dal via, ma resterebbe a lungo in circolazione tra commercianti e clienti.
La digitalizzazione della gestione del contante
Non è fantascienza, già oggi questo è il metodo di prelievo del contante più diffuso in Svizzera ed è disponibile a Roma con un progetto pilota. Ovviamente grazie all’innovazione tecnologica. L’ultimo miglio del fintech potrebbe dunque essere proprio la digitalizzazione della gestione del contante attraverso soluzioni tecnologiche che si pongono come ponte tra digitale e banconota, grazie alla trasformazione dei negozi di prossimità in punti di prelievo e versamento. Per molte categorie di commercianti questa potrebbe rappresentare anche una nuova modalità per attirare clientela nel proprio negozio e stringere ulteriormente il rapporto con essa.
Un esempio recente di adozione su vasta scala di una soluzione simile è rappresentato dall’India, dove il Governo ha chiesto alle banche di mettere a disposizione dei cittadini soluzioni tecnologiche che rendano possibile trasformare i comuni negozi in sportelli di prelievo e versamento del contante.